COPPA DEI CAMPIONI '83

La beffa di Atene "compie" 40 anni: Magath gela la super Juve 

Il rapporto complicato tra i bianconeri e la coppa più importante trova il suo momento chiave nella sconfitta nella finale del 1983 contro l'Amburgo

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La beffa di Atene "compie" 40 anni: Magath gela la super Juve  - foto 1
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Era la Juventus dei sei campioni del mondo del 1982 più Boniek, Platini e Bettega. Dopo un cammino senza intoppi, il 25 maggio del 1983, nella finale di Atene, l'underdog Amburgo beffa i favoritissimi bianconeri con un gol in avvio di partita di Felix Magath, che trova un tiro che esce dai binari della logica per infilarsi nell'angolo alto alla sinistra di un mito del calcio mondiale chiamato Dino Zoff.

Una sconfitta che ha segnato una generazioni di juventini, scottati dall'imponderabile. Da allora, anche se c'era il precedente della sconfitta in finale con l'Ajax di dieci anni prima, ha avuto inizio quella che è diventata una vera e propria maledizione. Il complicato rapporto tra Juventus e Coppa dei Campioni/Champions League ha preso il via da quel momento. Nove finali disputate e sette sconfitte: un record. Uniche vittorie, quella tragica del 1985 all'Heysel contro il Liverpool e quella ai rigori sull'Ajax del 1996. L'unica che i veri tifosi ritengono tale.  

Nel 1983 sembrava solo una formalità, quella finale. L'Amburgo era guidato da uno degli allenatori più importanti della storia del calcio, Ernst Happel che, in quell'occasione, preparò una trappola per Trapattoni spostando Bastrup, l'esterno sinistro, dall'altra parte del campo. Gentile, incaricato di marcarlo a uomo, fu costretto a cambiare fascia liberando lo spazio per l'inserimento di Magath che, partendo proprio da lì, trovò il gol partita. La Juve non riuscì mai a rendersi davvero pericolosa. Sembrava vagare per il campo priva di forze. Poi si è scoperto che la squadra, temendo il traffico, era arrivata tre ore prima allo stadio passando un tempo enorme a farsi macerare dalla tensione

E così, per la gioia di tutti gli antijuventini, i bianconeri tornano a Torino con un senso di beffa e impotenza quasi imbarazzante. Un tracollo paragonabile al 5 maggio 2002 per gli interisti, a Roma-Liverpool e Roma Lecce per i tifosi giallorossi, e a un altro 25 maggio (questa volta del 2005) per i milanisti, scottati dalla rimonta dei Reds nella finale di Istanbul.   

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