NEL MIRINO

Dal gol-scudetto alle voci di addio: la parabola in discesa di Gonzalo Higuain

Quattro anni fa i 36 gol in A con il Napoli, nel 2018 la rete decisiva per la vittoria tricolore della Juventus: da allora, però, la carriera del Pipita sembra aver perso smalto e non si esclude un ritorno in patria

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Tornato a Torino dopo le settimane in Argentina trascorse vicino alla famiglia, e soprattutto alla madre malata, Gonzalo Higuain si prepara a giocare quelle che potrebbero essere le sue ultime partite in bianconero. È vero, il suo contratto scade nel 2021, ma difficilmente la Juventus lo manderà via a costo zero e le voci di un suo ritorno al River Plate, il club che lo lanciò tra i professionisti, sono sempre più forti. Si avvia dunque a conclusione, a meno di clamorose sorprese, l’avventura europea di un attaccante che nel 2016 batteva il record assoluto di gol in Serie A in una stagione e due anni più tardi lanciava la Juve verso lo scudetto con il gol decisivo nel match contro l’Inter. Da quel momento, però, le delusioni hanno superato le soddisfazioni e il vero Higuain si è visto sempre più di rado.

Getty Images

È indubbiamente l’estate del 2018 a segnare un crocevia importante nella carriera del Pipita. Dopo le tre incredibili stagioni con la maglia del Napoli (91 gol in 146 partite fra campionato e coppe, compreso il record di 36 gol in campionato nel 2015/16) e due solidi anni alla Juventus (55 gol in 105 partite complessive), Higuain passa al Milan in prestito con diritto di riscatto fissato a 36 milioni di euro, nell’ambito di una serie di operazioni tra le due rivali che porteranno Leonardo Bonucci di nuovo in bianconero e Mattia Caldara sulla sponda rossonera dei Navigli. L’avventura con il Milan, con Gennaro Gattuso in panchina, parte con grandi speranze: la condizione fisica, fonte di polemiche nelle estati precedenti, sembra ottimale, la voglia di dimostrare di essere ancora al top è tanta. Il campionato inizia anche in maniera piuttosto discreta: il Pipita segna con una certa regolarità, pur senza strafare, sia in campionato sia in Europa League. Qualcosa, però, si inceppa fra ottobre e novembre e i malumori esplodono proprio nella partita contro la sua ex squadra, la Juventus. Durante il match di San Siro Higuain sembra nervoso sin dal primo minuto: si sbraccia, sbraita, non è tranquillo. Al 40’ sbaglia un rigore con un tiro prevedibile deviato sul palo da Szczesny, nel finale protesta in maniera troppo veemente contro l’arbitro Mazzoleni e si becca cartellino rosso e due giornate di squalifica. Al rientro dalla sospensione segue un mese di dicembre da incubo, con cinque partite tra campionato ed Europa League senza reti per il Pipita e la clamorosa eliminazione europea per mano dell’Olympiacos. Da Milanello rimbalzano voci di contrasti con i compagni di squadra e il tecnico Gattuso. La società e lo stesso allenatore smentiscono a più riprese, ma è evidente che qualcosa non vada. Nemmeno il gol vittoria del 28 dicembre contro la Spal cambia il destino del Pipita: sarà anzi quello l’ultimo squillo rossonero di Higuain.

A gennaio le carte si scoprono: durante la sessione invernale di mercato, Milan e Juventus si accordano sull’interruzione del prestito. Higuain torna alla Juventus, ma solo per poche ore. A prelevarlo, alle stesse condizioni di prestito del Milan, è il Chelsea di Maurizio Sarri, suo allenatore a Napoli. In Inghilterra, però, Gonzalo fa fatica: in campionato gioca con regolarità (14 le sue presenze su 15 partite, quasi sempre nell’undici iniziale), ma mette a segno solo 5 gol, due dei quali nella goleada inflitta al modesto Huddersfield. In Europa League, invece, scalda la panchina a vantaggio di Olivier Giroud. Higuain gioca solo 24 minuti in tutta la fase ad eliminazione diretta, nei supplementari della semifinale di ritorno contro l’Eintracht. Basterà questo spezzone di partita per inserirlo nella lista dei vincitori della coppa, ma non certo per definirlo protagonista del successo londinese. Con Sarri ai saluti il Chelsea decide di non riscattare Higuain. Tecnico e centravanti si ritrovano, per coincidenza, a Torino. L’allenatore toscano dimostra di tenere al bomber argentino, ma il ruolo di quest’ultimo è comunque limitato vista la presenza in rosa di gente come Cristiano Ronaldo e Paulo Dybala. In 26 giornate di Serie A ha comunque giocato 23 volte ma i gol sono ancora pochi, solo cinque. Qualche sprazzo del vecchio Pipita si è visto, come nel match contro l’Inter del 6 ottobre (rete decisiva a dieci minuti dal termine), ma l’Higuain visto a Napoli e nella prima avventura bianconera era tutt’altra cosa.

Il finale di stagione sarà decisivo per capire le reali intenzioni di Higuain. Nonostante le smentite di papà Jorge, Gonzalo potrebbe decidere di lasciare l’Europa nella prossima finestra di mercato e tornare in Argentina per unire la sua voglia di lasciare il segno in campo con quella, non meno importante, di stare il più vicino possibile alla sua famiglia in un momento molto delicato.

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