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Juve flop post Marotta, Pioli bocca della verità

L'impresa di Sanabria e il mito di Quagliarella

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Tanti gol, 34, in questo turno pasquale dove si è segnato su tutti e dieci i campi della Serie A. Attaccanti di ruolo protagonisti principali: tra i big resta a secco solo Ibra. Discorso scudetto quasi chiuso con il +8 Inter sul Milan che potrebbe diventare +11 mercoledì sera in caso di successo nerazzurro sul Sassuolo. Incandescente la lotta per gli altri tre posti Champions con gran bagarre dai 60 punti del Milan, ai 58 dell'Atalanta, ai 52 della Lazio con Juventus e Napoli a 56 (ricordando che proprio Lazio, Juve e Napoli hanno una partita in meno).

FLOP BIANCONERO – La massima “tutti bravi, nessuno indispensabile” è sacrosanta anche nel calcio. Ma forse si presta a un’eccezione. La Juventus da qualche anno – e soprattutto da qualche mese – non sembra più la stessa. In Europa in realtà poco è cambiato, anche se le due finali Champions targate 2015 (persa contro il Barcellona di Messi dopo aver eliminato il Real Madrid di Ronaldo) e 2017 (persa contro il Real Madrid di Ronaldo dopo aver eliminato il Barcellona di Messi) erano arrivate nel pieno dell’era Marotta. Eccolo il nome, Beppe Marotta, che forse adesso tanti tifosi juventini rimpiangono più di ogni altro… Per la prima volta dopo 9 scudetti consecutivi la Juventus (targata adesso Paratici-Nedved) vede sfumare lo scudetto. Pirlo in panchina (non una genialata dopo il Sarri usa-e-getta, altra scelta discutibile dell’attuale staff dirigenziale…) ha un bilancio nel derby di una vittoria e un pareggio. Sarri aveva fatto due (vittorie) su due. Allegri vantava uno score di 9 successi, 2 pareggi e 1 sconfitta. Conte aveva fatto un bel poker di vittorie in altrettante partite. Ma questa tormentata stagione si sta rivelando un fallimento per la Vecchia Signora non solo sul campo. A ritroso in ordine temporale tanti i “casi” gestiti male. L’affaire del festino a casa Mckennie. Le bestemmie di Buffon. Le sceneggiate “ultrà” contro gli arbitri della coppia Paratici-Nedved punite con multe significative. Le “ronaldate” sulla neve di Courmayeur e al sole di Dubai nel non-rispetto delle norme anti-Covid. Il grottesco caso del passaporto farlocco di Suarez. La stagione 2020-21 (al netto di una Coppa Italia traguardo minimal, con finale da giocare contro l’Atalanta il 19 maggio), insomma, sarà ricordata non tanto e non solo per l’uscita dalla Champions negli ottavi di finale per mano del Porto e per il primo scudetto perso dopo 9 vinti di fila.

IMPRESA – Cinque partite, 4 gol. In campo per 353 minuti, alla media di una rete ogni 88 minuti. Il paraguayano classe 1996 Antonio “Tonny” Sanabria con la sua doppietta nel derby è l’eroe di un Toro ormai vicino alla salvezza. Acquistato dalla cantera del Barcellona a soli 17 anni dal Sassuolo, transitato per Roma, Sporting Gijon, Betis, Genoa e ancora Betis, Sanabria si avvia a battere il suo record personale di segnature in Italia stabilito (con 6 centri) nel Genoa stagione 2019-20 (con Nicola allenatore nell’ultima porzione di stagione). Più difficile infrangere il suo primato assoluto di 11 gol (Sporting Gijon, Liga 2015-16). Di sicuro Tonny un record lo ha già eguagliato: l’ultimo attaccante granata a segnare su azione una doppietta nel derby era stato Ruggiero Rizzitelli nel 2-1 dell’aprile ’95. Quando Sanabria peraltro non era ancora nato.

NUMERI – Due i numeri che inducono a una riflessione in casa Milan: +17 e -9. Il +17 si riferisce al confronto tra l’attuale campionato e quello scorso, all’evidente gap che si riscontra tra i 60 punti di oggi e i 43 di ieri (quando, alla 29esima giornata, i rossoneri pareggiavano in doppia rimonta a Ferrara contro la Spal). Il -9 fotografa invece i punti conquistati dai ragazzi Pioli nelle prime 10 giornate di ritorno rispetto alle prime dieci dell’andata. Un crollo che va analizzato con attenzione dalla dirigenza per trovare i punti deboli da rinforzare per la prossima stagione. Il margine Champions si riduce e mercoledì – dai divani di Milanello – tutti verosimilmente faranno il tifo per un pareggio indolore tra Juventus e Napoli nella speranza che il Diavolo torni finalmente nel Paradiso dell’Europa del pallone. Un’ultima annotazione su Stefano Pioli, che non è di ordine tecnico-tattico. Nel dopo partita con la Samp, intervistato dai colleghi di RadioRai, Pioli ha pronunciato alla lettera le seguenti parole: “Per la prestazione che abbiamo fatto non meritavamo di vincere”, a proposito del legno colpito su tiro deviato di Kessie proprio allo scadere. Quando Antonio Conte o Walter Mazzarri (due nomi non a caso…) diranno una frase del genere fateci un fischio…

MITO – Con il suo gol numero 174 in A (94esimo in blucerchiato) segnato al suo compaesano Gigio Donnarumma, Fabio Quagliarella raggiunge al 14esimo posto Amedeo Amadei, il “Fornaretto” del primo scudetto romanista del 1942. Ora il bomber di Castellammare di Stabia ha nel mirino Giampiero Boniperti (a 178, che potrebbe raggiungere e superare con un discreto rush finale) e addirittura Gabriel Batistuta (a 184, che potrebbe raggiungere e superare se finalmente – dopo i segnali pressanti del campo e le parole di Claudio Ranieri – il presidente Ferrero o chi per lui farà sottoscrivere a Quagliarella il rinnovo del contratto…).

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