Nel libro

Pippo Inzaghi nel suo libro: "Ritirato un anno prima per colpa di Allegri"

Il centravanti del Milan nella sua biografia in uscita "Il momento giusto" ha parlato del controverso rapporto con il tecnico, colpevole secondo lui di aver detto no al suo rinnovo con i rossoneri

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Che tra Allegri e Pippo Inzaghi non corresse buon sangue era cosa nota, ma il bomber ha rinverdito lo scontro raccontando di aver ricevuto al termine della stagione 2011-12 una offerta di rinnovo da Galliani, che avrebbe però trovato il diniego dell'allenatore spingendolo al ritiro. Nel 2012-13 i due vennero quasi alle mani al Vismara, quando Inzaghi allenava gli Allievi del Milan.

"Era stato Allegri a chiudere la mia carriera da giocatore. Io e il Milan, infatti, nella primavera del 2012 avevamo trovato un accordo per prolungare di un anno il mio contratto. Io sarei stato un importante collante nello spogliatoio che nel giro di poco tempo aveva perso Maldini, Pirlo, Nesta, Gattuso, Seedorf. Elementi di spessore che avevano lasciato un vuoto profondo. Non avrei accampato alcuna pretesa... Galliani era felice di aver trovato insieme a me questa soluzione. Allegri invece la bocciò, non mi voleva più nello spogliatoio e lo disse al dirigente chiedendo che non mi fosse rinnovato il contratto. Per me fu una mazzata" scrive Superpippo nel suo libro. 

Pippo Inzaghi nel suo libro: "Ritirato un anno prima per colpa di Allegri" - foto 1
© Getty Images

Non solo le liti con l'ex allenatore, però. Lo shock di non giocare più, l'addio allo spogliatoio e il distacco dal calcio sono stati - racconta ancora Inzaghi - un vero trauma: "Nell’autunno del 2015 per la prima volta il pallone era sgonfio: non rimbalzava più. E non riuscii ad assorbire la lontananza dal mio mondo, dal profumo dell’erba, dalla sacralità dello spogliatoio. Mi alzavo al mattino e non sapevo come arrivare a sera. Andavo in palestra, ma senza entusiasmo, solo per far trascorrere il tempo, riempire la giornata ed evitare che la noia e lo sconforto prendessero il sopravvento. Il mio corpo mi mandava segnali inequivocabili di malessere. Mi sono spaventato. Anzi, lo dico chiaramente e senza vergogna: ho avuto paura. Ho fatto quattro gastroscopie e altre analisi poco piacevoli, viaggiavo sempre con un borsello pieno di cd con ecografie e risonanze che mostravo a vari specialisti. Ho temuto di avere qualcosa di grave, perfino la Sla. Sono stati mesi di disagio e sofferenza, in cui faticavo a trovare una via d’uscita. Qualcuno lo chiama male di vivere, qualcuno in un altro modo, io ho preferito dribblare definizioni e diagnosi e affrontare la realtà. Ho capito qual era il problema e l’ho superato poco alla volta, circondandomi dell’amore della famiglia. I miei genitori sono stati eccezionali: hanno compreso ciò di cui avevo bisogno."

Tornando al rapporto tra i due in quegli anni, lo scontro arriva al culmine nel settembre 2012 quando i due si incontrano al Vismara, l'allenatore livornese saluta Inzaghi che gli risponde "Per me non esisti" scatenando la furia di Allegri che lo insulta apertamente davanti a tutti i presenti al centro d'allenamento, arrivando quasi allo scontro fisico. Dal mondo Milan, all'epoca dominato da Galliani, minimizzarono la lite come un banale alterco: a più di dieci anni di distanza, però, è evidente come l'acredine tra i due continui a bruciare sotto la cenere.

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