La corsa dell'Inter di Spalletti si è quasi fermata a Bologna, rivitalizzata solo da un rigore ingenuo causato da Mbaye nel finale di gara. I nerazzurri al Dall'Ara hanno confermato le difficoltà intraviste col Crotone, ma questa volta non sono riusciti a strappare i tre punti nel finale. Uno degli imputati è Joao Mario, ancora una volta avulso dai meccanismi spallettiani, ma quando aggredita è stata tutta la squadra a muoversi con lentezza. La buona notizia sta tutta nel punteggio perché a quelle condizioni un punto a Bologna potrà assumere grande valore col passare delle giornate.
Tanto tuonò che piovve, insomma. E se a Crotone una brutta Inter è stata salvata dalle parate di Handanovic e lanciata da Skriniar e Perisic nel finale, una copia altrettanto poco limpida è scesa in campo contro il Bologna scontrandosi questa volta con l'estro e la qualità di Simone Verdi, il secondo in campionato a bucare Handanovic dopo Dzeko. Se per la classifica il pareggio del Dall'Ara potrebbe rivelarsi come due punti persi, sul campo si tratta di un punto guadagnato dopo un match giocato a ritmi lenti e senza impensierire più di tanto la porta di Mirante. Il rigore causato da Mbaye è piovuto come un fulmine a ciel sereno in una serata in cui Icardi, salito a quota sei gol in cinque partite come la scorsa stagione, ha faticato a trovare spazi utili per la conclusione. Senza l'estro di Perisic, ben controllato e sempre raddoppiato da Mbaye e Poli, l'Inter non è riuscita a sviluppare il suo gioco offensivo, rallentato anche dal palleggio prolungato in mezzo al campo di Borja Valero e Joao Mario.
Proprio il portoghese è finito tra gli imputati a Bologna. Piazzato sulla trequarti, nel ruolo a suo dire più congeniale, è stato più volte ripreso da Spalletti fino alla sostituzione praticamente immediata nella ripresa. L'ingresso di Eder se non altro ha dato vivacità alla trequarti nerazzurra costringendo Poli e Pulgar a raffreddare la propria pressione e liberando gli spazi al cross per Candreva, con esiti sconcertanti da serata storta. Insomma, i campanelli d'allarme suonati allo Scida hanno presentato il conto a Bologna, ma per una squadra in costruzione sono segnali pressoché normali. Il problema trequartista/incursore è da risolvere, ma per trovare la quadra Spalletti non ha ancora sparato tutte le cartucce.
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