L'ANALISI

Inter, un'altra prova superata ma a Madrid ci sarà l'esame più difficile

Prestazione e atteggiamento contro l'Atletico sono stati da grande squadra, giocando nella stessa maniera ma con meno errori al ritorno si può essere ottimisti 

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La garanzia non arriva dal risultato, ma dalla prestazione. L'1-0 con cui l'Inter ha battuto l'Atletico Madrid a San Siro non significa automaticamente che i nerazzurri siano favoriti per il passaggio ai quarti di finale, ma la maniera in cui sono stati giocati quei 90 minuti dà un'ulteriore conferma di quanto la squadra nerazzurra sia cresciuta nell'ultimo anno, raggiungendo il livello dei top club europei

"Tutti i desideri umani, purché abbastanza forti, si realizzano, ma non sempre esattamente come ci si aspettava". Citazione della scrittrice polacca Olga Tokarczuk per raccontare le sensazioni lasciate in casa Inter dalla sfida contro l'Atletico Madrid. E' arrivata una vittoria che la squadra e Inzaghi hanno voluto a tutti i costi, hanno inseguito mettendo in campo tutte le qualità che sono state ammirate negli ultimi mesi, ma che poi è stata ottenuta con un gol "sporco" realizzato dall'uomo che aveva sbagliato di più fino a quel momento. 

Un gol di scarto è poco, in Europa. Lo è ancora di più ora che è stata abolita la regola dei gol in trasferta che valevano di più. Quante volte una squadra si è accontentata dell'1-0 in casa e poi ha strappato la qualificazione rosicchiando un 1-2 in trasferta. Adesso questo non è più possibile ma l'Inter ha le qualità e la personalità per giocarsela alla pari anche sul campo dell'Atletico. Non va dimenticato che in questa stagione l'Inter non ha mai perso in trasferta, le uniche due sconfitte sono arrivate a San Siro contro il Sassuolo nella settimana di gloria degli emiliani e in Coppa Italia contro il Bologna. L'atteggiamento in campo non cambia in base alla geolocalizzazione. L'Inter tenta sempre di tenere in mano il pallino della partita, tende a gestire il pallone con la prospettiva di andare a fare del male, non si accontenta mai di amministrare. 

Dal martedì di San Siro ci si porta dietro la sensazione di una grande Inter, nonostante abbia vinto con un solo gol di scarto. L'atteggiamento aggressivo con cui ha iniziato i due tempi, la mentalità sempre propositiva di tutti i giocatori, difensori compresi, certificano ancora una volta che il progetto di Simone Inzaghi funziona e continua a migliorare. L'unica differenza tra l'Inter di campionato e quella di Coppa è qualche scelta sbagliata negli ultimi venti metri. In serie A non sbaglia mai, contro l'Atletico c'è stato qualche errore di troppo anche da parte di giocatori come Calhanoglu e soprattutto Mkhytarian che di solito non si fanno cogliere in fallo. Questo è l'unico appunto che si può muovere al gruppo nerazzurro, che per il resto va promosso in blocco. Sì, anche Arnautovic. Perché è vero che si è mangiato almeno due gol prima di realizzare l'1-0, ma ha avuto la forza di reagire e comunque va giustificato nei suoi sprechi come tutti gli attaccanti che hanno poche possibilità di mettersi in mostra e quando entrano vorrebbero tutto subito. 

Abbiamo creduto un po' tutti alla favola di un Atletico "molto" cambiato rispetto a quello degli anni passati. La partita di San Siro invece ha mostrato un Atletico "un pochino" diverso, che però non ha abiurato i principi fondamentali del Cholismo: la vocazione per la sofferenza e la capacità di far giocare gli avversari meno bene di quanto giochino in genere. La bellezza di questo ottavo di finale è stata merito esclusivo dell'Inter, che quando si mette a giocare a uno o due tocchi si trasforma in uno spettacolo da ammirare e basta, in una lezione da mostrare nelle scuole calcio per spiegare cosa significhi gestire la palla. 

Non è fatta per l'Inter, proprio no. Il ritorno al Civitas Metropolitano sarà una battaglia tutta da combattere, ma da qui al 13 marzo c'è tutto il tempo per prepararla con calma. Un elemento fondamentale per accrescere le chance dell'Inter sarà Thuram. Se verrà recuperato per Madrid, le possibilità aumentano considerevolmente. La sua capacità di attaccare la profondità potrebbe dare molto fastidio a una squadra che non è abituata a riversarsi in massa all'attacco, strategia che per passare il turno dovrà adottare giocoforza. Altrimenti serve un'altra prestazione come quella dell'andata, ma con un bonus da aggiungere: più precisione negli ultimi venti metri. E allora sarà tutto più semplice. 

 

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