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Inter-juve, tornano liberi i due ultras nerazzurri arrestati 

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È stato convalidato l'arresto, ma non è stata applicata alcuna misura cautelare, e quindi sono tornati liberi i due ultra' interisti di 22 e 24 anni, arrestati la scorsa notte, vicino allo stadio di San Siro dopo Inter-Juve, quando un centinaio di ultras nerazzurri hanno lanciato petardi e bottiglie di vetro contro i pullman dei tifosi bianconeri e anche alcune bombe carta verso i mezzi delle forze dell'ordine, causando anche il danneggiamento di un veicolo della polizia. Lo ha deciso il giudice delle direttissime, dopo che lo stesso viceprocuratore onorario in udienza ha chiesto di convalidare l'arresto senza, pero', applicare misure cautelari per i due giovani, difesi dall'avvocato Mirko Perlino e accusati, a vario titolo, di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato e lesioni. Un poliziotto, infatti, è rimasto ferito a una gamba.

"Quei fatti certamente sono avvenuti - ha spiegato in aula il difensore - e dei violenti hanno partecipato, anche con mazze e bastoni, ma loro due sono dei ragazzi incensurati che si sono trovati al momento sbagliato nel posto sbagliato e, poi, magari si sono divincolati in un momento di concitazione durante l'arresto". Un'altra cinquantina di tifosi interisti, intanto, sono stati portati in Questura nella notte, identificati e denunciati. "Ora sono tutti usciti", ha spiegato ancora il legale Perlino. In via Harar, si legge negli atti
dell'arresto, "un centinaio" di tifosi con "sciarpe, passamontagna e cappucci e armati di bastoni e spranghe" avevano iniziato a "bersagliare i mezzi dei tifosi ospiti con lanci di petardi e bottiglie di vetro".

All'azione, tra l'altro, avrebbero preso parte anche dei cittadini bulgari e olandesi, ultra' di tifoserie gemellate con quella dell'Inter. Ad uno dei due arrestati, in particolare, è stato contestato, nell'arresto disposto dal pm di turno Simona Ferraiuolo, che "per opporsi all'identificazione" si sarebbe divincolato facendo cadere un poliziotto, che si è ferito a una gamba. E all'altro di aver sferrato calci e pugni contro gli agenti. Accuse che in aula entrambi hanno respinto. "Mi sono trovato nel mezzo e sono stato bloccato da dietro da tre agenti, io stavo andando via da quel parapiglia", ha detto il 24enne, che ha raccontato anche di avere problemi a una mano e a una spalla per una caduta in montagna mentre sciava. Il 22enne ha sostenuto di essere caduto "mentre stavo correndo via e poi i poliziotti mi hanno tenuto a terra, potrei essermi divincolato per lo spavento".

Il viceprocuratore onorario non ha chiesto misure cautelari e dunque la giudice Paolo Filippini ne ha preso atto e i due sono tornati liberi. Il processo proseguirà a marzo. "L'unica cosa anomala - ha aggiunto l'avvocato Perlino - è che la zona dello stadio è sorvegliata da moltissime telecamere, sono state viste centinaia di persone con mazze e altro. Dopo la fuga restano solo i ragazzini, perchè gli altri sanno come andarsene. Le telecamere - ha concluso - ci sono e ci sono semmai tutti gli strumenti per andare a fondo nelle responsabilità". 

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