Il progetto di Nicchi e dell'Aia: "Serve un reddito di cittadinanza per gli arbitri"

Il presidente dei fischietti italiani: "Un fondo di solidarietà per chi rinuncia al proprio lavoro"

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"Stiamo pensando a un reddito di cittadinanza arbitrale". L'idea, sorretta da una sua logica, è stata anticipata dal presidente dell'Aia Marcello Nicchi, ospite questa mattina di 'Radio anch'io sport' sulla Rai. "Abbiamo dei professionisti che per arbitrare in A ed in B lasciano il lavoro" ha proseguito Nicchi. "Quando finisce l'attività si ritrovano senza nulla, a una età avanzata. Non escludiamo di creare un fondo di solidarietà della durata di uno-due anni, per dare agli arbitri la possibilità in questo lasso di tempo di ricrearsi una vita, un lavoro".

Nicchi ha poi anche parlato della possibilità di utilizzare al Var arbitri e guardalinee esperti, dismessi per limite d'età: "Ci stiamo ragionando perché non è escluso che domani possa essere creato un gruppo di pochissimi esperti Var, che abbiano l'attitudine giusta, che possano collaborare per un paio di anni aggiungendosi agli arbitri per fornire un servizio ancor più di qualità". Dopo di che, in merito al progetto di creare un'unica Sala Var a Coverciano, il presidente dell'Aia ha precisato: "Stiamo lavorando a questo progetto molto importante. Prima di tutto perché si risparmiano risorse, poi perché vogliamo che gli arbitri che vanno a fare il Var si sentano a loro agio. Vogliamo che operatori e arbitri abbiano meno pressioni e possano fare il loro lavoro con tranquillità. E' un progetto importante anche per chi ci fornisce lo strumento tecnologico".

Gabriele Gravina ha commentato la proposta sul fondo per i direttori di gara. "Un reddito di cittadinanza per gli arbitri a fine carriera? Mi piace poco questo termine perché sa di assistenzialismo, credo comunque sia giusto supportare in un processo di solidarietà gli arbitri che hanno scelto il professionismo in un processo di solidarietà e poi a 40 anni si ritrovano dismessi con una famiglia a carico", ha detto il presidente Figc. "Quanto a separare le carriere creando specialisti alla Var è una possibilità che mi piace - ha aggiunto - . Penso sia un altro segnale importante di voler stare al passo coi tempi così come l'allestimento della room control centralizzata della Var qui a Coverciano. E' davvero un processo innovativo".

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