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Verso Milan-Bologna

Verso Milan-Bologna, Italiano: "Vogliamo fare la storia, se i miei vogliono farmi un regalo..."

Il tecnico dei felsinei è pronto per la finalissima di Coppa Italia all'Olimpico contro i rossoneri di Conceiçao, il capitano suona la carica

13 Mag 2025 - 21:57

Vigilia di finale di Coppa Italia in casa Bologna, col tecnico Vincenzo Italiano e Lorenzo De Silvestri che presentano la sfida contro il Milan in conferenza stampa. L'allenatore dei felsinei, arrivato alla seconda finale della competizione in carriera, spera che sia la volta buona per alzare al cielo di Roma il trofeo più ambito, con quasi 30mila tifosi a seguire le gesta dei suoi in campo: "Domani bisogna pensare che abbiamo 29.303 animali rossoblù affamati come noi per cercare di portare a casa questo trofeo. Noi siamo 11, ma li sentiremo perché hanno grande voglia di starci vicini. Ho vinto tre finali e perse tre, se domani i miei vogliono farmi questo regalo...". Poi il tecnico si è concentrato su quello che sarà il match: "Deve regnare la qualità, dopo il fischio di inizio non penseremo al contorno, non devono esserci rimorsi. Dobbiamo giocare con spensieratezza". Il capitano De Silvestri, invece, si è detto carico e orgoglioso: "Vogliamo giocarla col calcio come sappiamo fare noi. Mihajlovic? Ci ha permesso di essere uomini forti e ce lo porteremo anche domani".

LA CONFERENZA DI ITALIANO

Come viviamo la finale?
"Con grande entusiasmo, come quello che ci ha accompagnato in Coppa. Cercheremo di fare una grande partita, dobbiamo stare attenti e abbiamo voglia e volontà di fare una grande partita".

Si può aprire un ciclo?
"Stiamo dimostrando grande crescita negli ultimi anni, da Sinisa al percorso dell'anno scorso con una qualificazione in Champions e quest'anno la finale di Coppa Italia. Il Bologna è in crescita, migliora di anno in anno perché il presidente è ambizioso. La crescita è confermata".

Fioretto in caso di vittoria?
"Avevo smesso con i fioretti, ma se facciamo questo miracolo vedremo dopo cosa si farà. Ne parleremo, perché la concentrazione oggi è su quello che dobbiamo ancora preparare per puntellare qualcosa per mettere in difficoltà il Milan. Tutto può accadere".

Come ha preparato la finale?
"Loro sono abituati, noi un po' meno perché loro quest'anno hanno alzato un trofeo. Il Bologna non lo alza da tanti anni, però ogni partita riparte da zero con una storia diversa lasciando perdere quello che è successo venerdì. Abbiamo staccato la spina 15', ma lasciamo perdere. Proporremo qualche giocatore diverso, dobbiamo giocare liberi e spensierati, senza avere rimorsi perché bisogna giocare al massimo. Deve regnare la qualità".

Quanto pensa alle finali perse?
"È la mia settimana finale, giocarle è bello perché ci arrivi con un percorso. La nostra presenza qui non era scontata, abbiamo fatto qualcosa di superlativo. Tre vittorie e tre sconfitte, sono in pari. Domani se i miei vogliono farmi questo regalo... Ma è già bello così". 

Dallinga o Castro in attacco?
"Mi chiedevate se affrontare il Milan nel doppio confronto potesse essere positivo o no, ma sono convinto che sì ripartiremo da zero, ma cercando di capire dove abbiamo sbagliato in quel quarto d'ora finale e invece fatto bene nel resto. Ogni volta che abbiamo sbagliato, siamo stati capaci di reagire ed esprimerci al massimo delle capacità. Sono convinto che domani ci saranno percezione del pericolo, attenzione e sacrificio: non c'è bisogno dell'allenatore. Ai ragazzi ho detto che se io domani sto a casa, loro comunque scenderanno in campo e daranno il massimo. Hanno voglia di primeggiare, crescono continuamente e domani è un grande premio per Lollo (De Silvestri, ndr) e i suoi compagni. Dobbiamo giocare con spensieratezza".

Il discorso fatto al Quirinale è diventato virale...
"Da quando sono arrivato è stato un susseguirsi di emozioni, siamo partiti da Valles con qualche difficoltà e siamo cresciuti. Il rapporto e il modo di ragionare è cambiato, è arrivata crescita e anche risultati. Chi gioca bene, chi subentra ancora meglio. Le mie parole sono state dettate dal cuore. Tutti insieme abbiamo reso felice la comunità di Bologna, domani saremo qui a goderci questa sfida. Deve essere una festa, dobbiamo essere d'esempio e mostrare tutto il fairplay possibile. Deve essere uno spettacolo per tutti, che vinca il migliore...".

La storia può essere un'arma in più o peso?
"Nella preparazione alla gara bisogna concentrarsi su quello che si fa in campo, se cominci a pensare a ciò che può essere... esiste ma alla fine entri in campo e devi pensare a giocare nel migliore dei modi. Mettere qualità, cinismo e concretezza. Dopo il fischio iniziale dimentichi il contorno, sai che devi fare bene e dare il massimo. Se la concentrazione è sul campo il resto passa inosservato. Conta solo il campo, conta sbagliare il meno possibile. Dobbiamo andare forte".

Rischiare chi non sta al 100%?
"Il problema di Castro, un dolore al piede, è passato. Ma non gioca 90' da due mesi, dalla partita con la Lazio. Si è allenato, ma non so che autonomia può avere dall'inizio, diverso se subentra. Ci devo pensare. Abbiamo altre situazioni, da Holm a Ndoye. In campo va chi può dare il 100%, da questo punto di vista non si può sbagliare".

Record di tifosi all'Olimpico
"Regaleremo alla città una partita importante, ciò che si vive in città è inspiegabile tra bandiere, sciarpe e striscione. Si sente, si percepisce l'attesa ed è una grande emozione aver regalato alla gente questa partita. Domani bisogna pensare che abbiamo 29.303 animali rossoblù affamati come noi per cercare di portare a casa questo trofeo. Noi siamo 11, ma li sentiremo perché hanno grande voglia di starci vicini".

LA CONFERENZA DI DE SILVESTRI

Spensieratezza, testa libera e umiltà: come hai preso per mano la squadra?
"È un gruppo che sta bene insieme, da due stagione ci alleniamo e giochiamo in maniera unica. C'è consapevolezza e spensieratezza, voglia di divertirsi insieme. Abbiamo iniziato la stagione così e dobbiamo affrontare anche la gara di domani così. Questo è un gruppo magico: vero, è una finale e ci vuole attenzione più che massima, ma anche la spensieratezza che ci ha portati fino a qui. E il mister è stato bravissimo a coinvolgere tutti".

Ci vuole una 'Sera dei miracoli' o una 'sera da Bologna' e basta?
"Quest'anno il Bologna ha battuto tanti record. E quando ha la rosa al completo e gli effettivi concentrati e coinvolti, gioca per vincere. La Champions ci ha aiutato a capire che in certe partite bisogna alzare tutte le caratteristiche. La finale dopo 51 anni è un grandissimo orgoglio: ci siamo arrivati alla nostra maniera e vogliamo giocarla col calcio come sappiamo fare noi".

Cosa significherebbe vincere la Coppa Italia?
"Ricordo la partita di Bergamo, in cui abbiamo battuto l'Atalanta senza prendere gol: una partita che ci ha fatto dire che potevamo arrivare in fondo. A livello personale, arrivato a quasi 37 anni, mi soffermo e apprezzo di più le cose. Ricordo di aver vinto nel 2009 con la Lazio, ma ero 21enne con un altro carattere e una maturità diversa. Ora vivo tutto con più coscienza, mi sento il più esperto ma so che sono tutti super professionali".

Quanta voglia c'è di dedicare una coppa a Mihajlovic?
"Non è chiudere un ciclo, ma Sinisa e tutta la situazione attorno ci ha fatto crescere a livello umano. Personalmente ancora faccio fatica a parlare al passato, avevo un grande rapporto con lui. Il fattore umano te lo porti in campo, siamo giocatori forti con un allenatore forte che ci ha permesso di avere 62 punti. Sinisa ci ha permesso di essere uomini forti e ce lo porteremo anche domani".

Che effetto fa giocare nella tua città con la maglia della città che ti ha adottato?
"Mi sento un bolognese, sento Bologna come la mia seconda città. Abbiamo il petto gonfio d'orgoglio, sono sicuro che i bolognesi ci sosterranno per tutta la partita come hanno fatto per tutta la stagione".

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