Se centrasse il suo quinto scudetto l'allenatore del Napoli raggiungerebbe Capello e Lippi
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Una domenica dedicata all’Europa con in campo tutte le sei squadre che dal terzo posto dell’Atalanta all’ottavo della Fiorentina si giocano ancora l’accesso ai tornei continentali. I verdetti vedono la Dea (facile vincitrice sul derelitto Monza) ormai certa del ticket Champions e la Viola ormai fuori dai giochi per l’Europa che verrà (salvo auspicato trionfo in Conference). Il pareggio tra Bologna e Juventus fa la gioia delle romane: vittoriosa la Lazio ad Empoli all’ora di pranzo, vittoriosa la Roma all’Olimpico contro la Fiorentina all’ora dell’aperitivo. All’ora di cena l’1-1 del Dall’Ara con la firma juventina dell'unico acquisto veramente azzeccato delle due sessioni di mercato targate Giuntoli: Khephren Thuram, invero un po' distratto in occasione del pareggio di Freuler. Lazio-Juventus di sabato prossimo rischia di essere decisiva per la quarta piazza. Il sabato ci aveva lasciato in eredità le opache vittorie del Napoli a Lecce e dell’Inter contro il Verona: situazione invariata, sempre 3 i punti di vantaggio per la squadra di Conte che ormai lo scudetto può solo… perderlo. Inzaghi punta a chiudere comunque con dignità questo campionato. Ma mente, anima e cuore sono già da tempo proiettati alla supersfida di martedì. Il pirotecnico 3-3 colto a Montjuic è stato un’iniezione di fiducia in vista del ritorno contro un Barcellona che davanti fa paura ma che dietro fa acqua. Comunque vada in Champions, per l’Inter rimarrà il grande rimpianto di non aver chiuso un campionato che per un paio di mesi (da metà febbraio a metà aprile) l’aveva sempre vista in testa.
RECORD – Che piaccia o meno (a noi, lo confessiamo, non piace un granchè…) Antonio Conte è un allenatore vincente. Con il suo (quasi) quinto scudetto raggiungerebbe Lippi e Capello e davanti nella classifica delle panchine tricolori rimangono solo Allegri (a quota 6) e Trapattoni (in testa con 7). Nessuno però è mai stato in grado di conquistare il titolo italiano con tre squadre diverse. Impresa a un passo per Conte che arricchirebbe così il suo palmares dopo i 3 scudetti juventini dal 2012 al 2014 e quello vinto con l’Inter nel 2021. Il Trap (6 scudetti con la Juventus e uno, nel 1988-89, con l’Inter) andò vicino al tris con la Fiorentina nella stagione 1998-99: l’infortunio di Batistuta e le bizze di Edmundo fecero sfumare l’impresa e nella lotta a tre con Lazio e Milan la spuntarono proprio i rossoneri di Zaccheroni. Capello il tris lo fece ma la giustizia sportiva (leggi Calciopoli) cancellò i titoli conquistati alla guida della Juventus nel 2005 e nel 2006 che si sarebbero aggiunti ai 4 vinti con il Milan negli anni Novanta e a quello della Roma nel 2001. Conte poi ha festeggiato anche uno scudetto all’estero: vinse la Premier League nel 2017 con il Chelsea. Così come del resto Capello e Trapattoni. Capello conquistò due titoli di Liga con il Real Madrid (1997 e 2007) mentre il Trap si è imposto in Bundesliga (Bayern Monaco 1997), in Primeira Liga (Benfica 2006) e in Austria (Salisburgo 2007).
FLOP – Mancano tre giornate alla fine e il Napoli dovrà incontrare nell’ordine Genoa, Parma (in trasferta) e Cagliari. Sappiamo che alla squadra di Conte mancano 7 punti per conquistare uno scudetto che rischia però di avere… una “macchia”. Rischia cioè di essere quello con meno gol all’attivo di tutta la storia dei campionati a 20 squadre. In queste prime 35 giornate il suo Napoli è andato a segno solo 55 volte. Il primato negativo spetta finora al Milan che nel 2010-11 (con Allegri in panchina) arrivò davanti a tutti con soltanto 65 gol segnati. Secondo titolo meno prolifico quello della stagione successiva 2011-12 quando la Juventus (di Conte) conquistò il primo di una serie di nove scudetti consecutivi segnando soltanto 68 reti. In tempi “moderni” (da quando cioè la A è tornata a 20 squadre, nel 2004-05) nessuna squadra scudettata ha mai toccato la tripla cifra (il top in quanto a segnature spetta all’Inter dello scorso anno e a quella di Conte del 2021 con 89 gol). Il record assoluto è del Grande Torino che nel 1947-48 (torneo però a 21 squadre) di reti ne realizzò 125. Lo scudetto più povero di gol in assoluto è invece quello del 1993-94: il Milan guidato da Capello ne segnò la miseria di 36 (in 34 partite, visto che il campionato era ancora a 18 squadre). Quello stesso Milan che, incredibile a dirsi, vince ad Atene la Coppa dei Campioni rifilando un 4-0 al Barcellona.