IL VERTICE

Consiglio Lega Serie A: unanime intenzione di chiudere la stagione

Intanto l'Assocalciatori ribadisce: "In campo ma in sicurezza e senza privilegi"

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Il Consiglio di Lega Serie A ha confermato all'unanimità l'intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza. E' quanto si legge in una nota. "La ripresa dell'attività sportiva, nella cosiddetta Fase 2, avverrà in ossequio alle indicazioni di Fifa e Uefa, alle determinazioni della Figc nonché in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori", conclude la nota.

Per quanto riguarda i calciatori, l'Aic ribadisce la volontà di tornare "al più presto in campo con le più ampie garanzie di sicurezza per tutti gli addetti ai lavori", ma anche "senza apparire privilegiati o usufruire di corsie preferenziali sui controlli medico sanitari". Il riferimento, nella nota Aic, è alle polemiche per l'alto numero di tamponi che sarebbero necessari secondo il protocollo.

Il Direttivo Aic ha esaminato, col dottor Della Frera, componente la commissione medica della Figc per l'assocaizione, il protocollo per la ripresa degli allenamenti, chiarendo alcuni dubbi e "chiedendo ulteriori approfondimenti da sottoporre alla Commissione". "La volontà dei calciatori e delle calciatrici è, e sarà sempre, quella di tornare al più presto in campo con le più ampie garanzie di sicurezza per tutti gli addetti ai lavori - sottolinea l'Aic - Un aspetto, molto sentito dall'intero Consiglio, riguarda l'attuale contesto del Paese che, seppur con intensità diversa da regione a regione, è ancora in una fase emergenziale. La volontà di tutti gli atleti e le atlete è di poter tornare a svolgere il proprio lavoro così come tante altre categorie professionali, senza apparire privilegiati o usufruire di corsie preferenziali sui controlli medico sanitari".

Per il sindacato calciatori, "l'esigenza e la volontà di tornare ad allenarsi e poter ricominciare a svolgere il proprio lavoro in sicurezza rischia di dover superare lo scoglio strutturale di buona parte delle realtà professionistiche. L'auspicio è di poter avere il più alto numero di società in grado di ripartire, qualora le condizioni generali del Paese lo permettano". 

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