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Chiellini: "Ibra il più forte, Ronaldo un esempio"

14 Ago 2025 - 13:05
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Dell'Europeo vinto nel 2021 "conservo ricordi incancellabili. Una soddisfazione pazzesca, condivisa con tutti i miei compagni". Così Giorgio Chiellini, director of Football Strategy della Juventus in un'intervista a Vivo Azzurro tv. "La 'Bbc', Barzagli-Bonucci-Chiellini è una sigla che viene ricordata ancora oggi - ha spiegato - È stata la difesa azzurra più forte della storia? No, anche se non c'è dubbio che, con gli amici Andrea e Leo, a cui aggiungo Buffon, abbiamo segnato un periodo del calcio italiano. Però, se penso a Baresi, Maldini, Nesta, Cannavaro... Beh, non mi ritengo certo più forte di loro. Guardando all'oggi, posso dire che, per esempio, Bastoni è fortissimo. E poi ci sono Calafiori, Buongiorno, che è giusto facciano il loro percorso senza troppe pressioni".

I Mondiali, invece, "mi sono andati tutti male: nei due a cui ho partecipato, nel 2010 e nel 2014, non abbiamo superato il primo turno. Alle due edizioni successive non ci siamo nemmeno qualificati. Quando nel 2017 perdemmo il playoff con la Svezia non ho dormito per più notti". Pensando all'appuntamento con la coppa del mondo 2026 "dico - ha aggiunto Chiellini - che i nostri ragazzi si 'devono' qualificare per dare questa gioia ai tanti bambini che ancora non hanno nemmeno visto l'Italia partecipare. Sogno una finale tra l'Italia e il Brasile allenato da Ancelotti, con cui tra l'altro mi dispiace di non aver mai lavorato. Sarebbe una partita storica". Nella sua carriera Chiellini ha fatto tutta la trafila in azzurro: "Ho giocato praticamente in tutte le Nazionali giovanili - ha raccontato - seguendo un percorso formativo fondamentale. Da ragazzo già mi sembrava un sogno vestire le maglie dell'Under 15 o dell'Under 16". Quando ha messo per la prima volta piede a Coverciano "era un torneo di Natale, avevo 15 anni. Se penso a tutto quello che c'è stato dopo mi vengono i brividi". 

Chiellini ha anche analizzato il suo percorso di crescita: "Se mi guardo indietro - ha sottolineato - ripenso a qualche errore di gioventù, ad alcune intemperanze di inizio carriera. L'icona del 'guerriero' fa un po' parte di me, ma in quegli anni era come se avessi bisogno di un nemico. Ho lavorato su questo aspetto: erano solo energie sprecate. Aggiungo che la nascita della mia prima figlia ha contribuito a compiere questo processo di maturazione".

Oggi Chiellini è un dirigente bianconero: "La Juve la considero una sorta di seconda famiglia, Torino è diventata la mia città - ha detto ancora - A questo club ho dato tanto: ho sacrificato in parte la mia vita privata, ma sono stato ripagato da successi sportivi straordinari e dall'affetto di milioni di tifosi. L'attaccante più forte che mi sono trovato di fronte? Zlatan Ibrahimovic, con cui ho anche giocato insieme quando è arrivato in Italia: una personalità importante. Il compagno che mi ha insegnato di più è stato Cristiano Ronaldo".

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