Le parole del tecnico nerazzurro: "A fine stagione ci sarà l'incontro con la società, ma sto bene qui e se ci saranno i presupposti continueremo"
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Il countdown verso la finale di Champions League di Monaco di Baviera è partito e il primo appuntamento in vista di Psg-Inter è il Media Day che i nerazzurri ospitano ad Appiano Gentile. Simone Inzaghi è stato il primo a parlare: "C'è delusione per lo scudetto perso, è stato un duro colpo ma guardiamo avanti facendo i complimenti al Napoli. Ora è tempo di pensare alla finale di sabato, un traguardo storico anche se sappiamo che vincere o meno fa tutta la differenza del mondo".
L'Inter affronterà il Psg nell'atto finale dopo un percorso che ha visto l'eliminazione di Bayern e Barcellona tra le altre: "Questo gruppo ha sempre messo l'anima in campo. Dovremo essere bravi a gestire i momenti di sofferenza che ci saranno e a svoltare gli episodi dalla nostra parte - ha continuato Inzaghi, a cui poi è stato chiesto delle presunte offerte dall'Arabia -. Come ogni anno per fortuna arrivano queste richieste, ma come sempre con la società ci siederemo al tavolo al termine della stagione. Sto bene all'Inter, ho un contratto e se ci saranno i presupposti andremo avanti volentieri. Sarebbe folle pensare ad altro nella settimana della finale di Champions".
LE PAROLE IN CONFERENZA STAMPA DI SIMONE INZAGHI
Qual è la sua emozione nell'arrivare in finale di Champions per la seconda volta in tre anni? Ha uno slogan per questa sfida?
In me c'è ancora grandissima emozione per il traguardo di due anni fa, ma sappiamo tutti che abbiamo fatto un ottimo percorso ma che ci manca l'ultimo passo per coronare un sogno ed entrare nella storia. Inutile negare che c'è sofferenza per aver perso lo scudetto, ma è giusto fare i complimenti al Napoli per aver vinto un campionato giocato punto a punto. Bisogna saper perder e saper vincere nel caso, purtroppo ci è mancato qualcosina in Serie A e non è giusto parlare d'altro. Non parliamo di campionato perché non voglio rischiare di sminuire il lavoro di un'altra squadra.
Che differenze ci sono nell'avvicinamento rispetto a due anni fa? E quanto conta quell'esperienza?
Le sensazioni non le ho ancora perché la nostra settimana inizia da oggi, fino a venerdì eravamo impegnati sul campionato. Ho la speranza di avere tutti a disposizione, sono fiducioso per Pavard e Zielinski, proveremo ad avvicinarci nel migliore dei modi. Siamo concentrati e sappiamo che avversario affronteremo.
Avete superato le aspettative: quanto sarà importante gettare il cuore oltre l'ostacolo in questa partita?
Il cuore sarà determinante, ma questa squadra ha fatto vedere che l'ha sempre messo in campo. Sono orgoglioso di allenare questo gruppo, affronteremo un grandissimo avversario come contro Bayern e Barcellona, ma dovremo affrontare i momenti di difficoltà che ci saranno gestendoli bene. Siamo una squadra esperta, ma anche il Psg arriva da una finale di Champions persa.
Meglio arrivare con la pancia piena come il Psg o come voi con la voglia di conquistare il primo titolo?
Fare due finali nel giro di tre anni con l'Inter è qualcosa di storico, ma per scriverla veramente bisogna cercare di vincere. Incontriamo una super squadra che però incontrerà l'Inter che ha un obiettivo identico, cercheremo di fare una grande partita.
Il Psg è una squadra da affrontare più difficile rispetto a Barcellona e Bayern?
E' un'ottima squadra, con ottime individualità e un allenatore che stimo molto che ha saputo dare principi di gioco precisi. Sappiamo cosa troveremo di fronte e che ci vorrà una grande Inter per provare a vincere.
Le voci sul tuo futuro rischiano di far perdere concentrazione?
La mia società mi conosce bene. Ogni anno ci sono richieste per me, dall'Italia, dall'estero e dall'Arabia. In questo momento sarebbe folle pensare a quello. Il giorno dopo la finale ci siederemo e parleremo come abbiamo sempre fatto in questi anni, con un unico obiettivo che è il bene dell'Inter. Se ci saranno i presupposti andremo avanti in armonia come abbiamo sempre fatto in questi anni. Ma non voglio parlarne oggi, è una cosa che non esiste.
Come fai a gestire la pressione?
La notte tra venerdì e sabato non sarà una notte come le altre. Prima di una finale di Champions non può essere come le altre volte. A non tutti gli allenatori capita di giocarla, nemmeno a tutti i giocatori me compreso. Cercheremo di fare il massimo. La pressione fa parte del gioco come critiche ed elogi, ci siamo abituati.
Vale di più vincere la Champions da giocatore come Filippo o da allenatore come te?
Speriamo di avere il problema di decidere. Chiederò ai miei genitori quale sarà stata la soddisfazione maggiore.
Che differenza si aspetta tra il Psg e le altre squadre affrontate come Bayern e Barcellona?
Sono tutte grandi squadre, ognuna con i propri principi di gioco come li ha l'Inter. Non cambia nulla, affronteremo una squadra di grande qualità, con una rosa molto ampia e completa. Anche loro però dovranno stare attenti all'Inter perché abbiamo meritato di essere in finale con un grande percorso alle spalle. Mancano gli ultimi 90 minuti in gara secca, dovremo essere bravi a indirizzare gli episodi dalla nostra parte.
Come sta Lautaro Martinez?
Sta bene, era già disponibile per la partita di Como. Farà una settimana di lavoro normale e anche a Como se ci fosse stato bisogno sarebbe sceso in campo. Ho deciso di aspettare il rientro, ma sia lui che Frattesi mi hanno dato garanzie di recupero al 100%.
Il Psg per molti è favorito: come potete sovvertire la situazione?
Con organizzazione e spirito, sicuramente è qualcosa che potrà aiutarci. In finale ovviamente si trovano grandi avversari come lo è stato il Manchester City due anni fa. In una gara secca non c'è modo di rimediare, quindi ci vorranno corsa, determinazione e grinta come abbiamo già dimostrato di avere.
Come si fa a far capire alla squadra che la finale di Champions va oltre lo scudetto appena perso?
Per questi quattro anni i ragazzi sono stati fantastici, a loro non posso dire nulla. Hanno tutti un grande senso di appartenenza e la società è d'accordo con me. Hanno gioia nelle vittorie e lacrime nelle sconfitte, come venerdì che non è stato un giorno semplice con un campionato perso difficile da mandare giù. Guardiamo avanti, petto in fuori e testa alta. Li ho rivisti oggi per la prima volta, abbiamo pranzato insieme perché dopo Como li ho lasciati tranquilli. Abbiamo una grande partita di fronte e questo gruppo mi ha sempre emozionato e lo farà anche sabato.
Per qualcuno quattro anni fa questa squadra non aveva futuro: quali sono i presupposti per andare avanti insieme?
Tra me e la società c'è una bella unione. Ho un contratto con l'Inter e sto benissimo qua. Parleremo, ma il focus principale è l'Inter. Ora conta solo la partita di sabato e va oltre ogni discorso su Inzaghi...
Cosa pensi delle parole di Conte secondo cui il campionato premia la regolarità mentre la Champions è più legata ad episodi...
Ognuno ha le proprie idee, l'importante è che ci sia onestà intellettuale. Io non sono d'accordo, ma gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo tanto in campionato quanto in Champions e per questo entrambe le competizioni possono essere condizionate da un rigore, una squalifica o un'ultima giornata di campionato più facile rispetto ad un'altra.
Qual è stato il ruolo di Carlos Augusto in questa Champions e quale sarà in finale?
Bisogna fare i complimenti alla società perché è stato un acquisto valutato buono, ma meno di quanto ha reso. Ha fatto due ottimi campionato con fisicità e tecnica, può fare il terzo di difesa o il quinto a centrocampo. Allenandolo ho capito che era ancora più forte di quanto pensassi. Mi posso fidare di lui in ogni ruolo e sono sicuro che Ancelotti lo seguirà con attenzione.
Voi siete lo stesso gruppo di Istanbul in pratica, il Psg è cambiato molto dalla sua finale: quanto conta la volontà di rivalsa rispetto a Istanbul?
Può essere una risorsa, perché averla giocata può aiutare. Sappiamo però che nel Psg ci sono giocatori che hanno fatto finali, hanno vinto un Mondiale e un allenatore che ha già raggiunto questi traguardi. Ci giocheremo la partita.
In questa finale l'Inter è arrivata con uno status europeo consolidato: come cambia nella preparazione della partita?
Sicuramente ci arriviamo con la delusione di aver perso il campionato. Potevamo fare qualcosa di più nonostante tutto quello che ci è successo, ma che non voglio commentare più. Nemmeno il percorso per arrivare a Istanbul fu semplice, ma sono stati due percorsi abbastanza simili per arrivare in finale. Ora il passato non conta, pensiamo al futuro.
Quanto può e deve cambiare i discorsi futuri la vittoria della Coppa?
Sappiamo che vincere o meno fa tutta la differenza del mondo, ma il percorso dei ragazzi è stato straordinario in questa stagione. Abbiamo dato tutto sul campo senza fare scelte, pur con qualche imprevisto e senza cercare alibi.