VERSO ATALANTA-REAL MADRID

Gasp, esame Real: la Dea ci riprova un anno dopo il Valencia

Nonostante la squadra di Zidane abbia molti infortunati, i nerazzurri, per arrivare ai quarti, devono compiere un'impresa

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Un anno fa l'Atalanta, dopo aver fatto l'impresa di passare la fase a gironi, si è concessa anche l'approdo ai quarti con un esaltante doppio ottavo di Champions contro il Valencia. Un anno e una pandemia (peraltro ancora in corso) dopo, i nerazzurri hanno la possibilità di ripetersi anche se, questa volta, sembra molto più dura. Di fronte c'è il Real Madrid che, anche se incerottato, è sempre la squadra che nelle ultime sette stagioni ha alzato al cielo la Champions League in quattro occasioni.

La vera impresa, in ogni caso, è quella di sapere che nessuno si pone più la domanda: "cosa ci fanno qui?", visto che anche gli allenatori più importanti d'Europa non perdono occasione per esaltare il gioco unico e, per certi versi indecifrabile, dei bergamaschi. Lo ha fatto anche Zidane, l'uomo delle tre Champions consecutive, che si presenta all'andata del doppio confronto con una panchina di canterani (più Isco che però Zizou ormai considera poco) e la bellezza di otto assenze, alcune delle quali particolarmente pesanti (Sergio Ramos, Carvajal, Benzema, Hazard...). 

Resta il fatto che, anche così, i blancos sono una squadra di altissimo livello, basti pensare al centrocampo titolare (Modric, Casemiro, Kroos) che anche questa sera gestirà il reparto chiave della squadra. Gasperini ha la possibilità di giocarsela con la formazione titolare (esclusi Hateboer e Ilicic, destinato a partire dalla panchina) e questo è l'unico vantaggio nerazzurro. Per il resto dovranno confidare ancora una volta sulla loro arma migliore, quel gioco che ha fatto dire a Guardiola: "affrontare l'Atalanta è come stare 90 minuti sulla sedia del dentista".

Quel gioco che riesce a prescindere dagli interpreti e unisce la tradizione (marcatura individuale a tuttocampo) a interpretazioni sofisticate in fase difensiva (precise e aggressive scalate in avanti, aggiustamenti preordinati, pressing mirato) e offensiva (giocate basate su riferimenti costanti come la costruzione  di triangoli e rombi in movimento, che permettono al possessore di palla di avere tante opzioni di passaggio). Il resto lo fa l'interpretazione del singolo, come dimostrano le tante e spettacolari iniziative individuali che hanno esaltato il Papu Gomez prima e Ilicic o Muriel ora. Ecco, a proposito del colombiano, c'è un dato che fa impressione: dall'inizio dell'anno solare ha messo a segno da solo più gol dell'intero tridente che Zidane è costretto a schierare stasera (Asensio-Mariano-Vinicius). Un bel dato, comunque, per affacciarsi alla gara dell'anno. 

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