Cori razzisti, Guardiola e Sarri uniti: "Dobbiamo fermare le partite"

Il tecnico del Chelsea: "Abbiamo bisogno di una regola per la Premier, ma anche per tutti i campionati e tutto il calcio"

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Dopo gli insulti ai giocatori di colore della nazionale inglese nel corso della partita di qualificazione a Euro 2020 contro il Montenegro, Guardiola e Sarri non usano giri di parole per chiarire la loro posizione sui cori razzisti negli stadi. "Abbiamo bisogno di una regola che possa permettere di fermare una partita. In ogni paese ci sono alcune persone stupide, è un grosso problema", ha tuonato il tecnico del Chelsea. Gli fa eco l'allenatore del City: "Potremmo lasciare il campo in segno di protesta".

In premier, dunque, il caso degli insulti razzisti rivolti ad alcuni giocatori dell'Inghilterra dai tifosi del Montenegro durante il match di qualificazione a Euro 2020 continuare a tenere banco. E la posizione di Guardiola e Sarri è chiara. "In ogni paese ci sono alcune persone stupide, è un grosso problema - ha spiegato il tecnico dei Blues -. Credo che dobbiamo fare qualcosa di diverso, probabilmente è giusto fermare un match 10 minuti alla prima occasione". Della stessa opinione anche Pep: "Penso che la situazione stia peggiorando in Europa, non nel calcio. La situazione può cambiare se fai qualcosa, altrimenti è impossibile. Non è un problema del calcio, ma della società stessa". "Lasciare il campo in segno di protesta? Penso che potremmo farlo - ha aggiunto -. Non sono l'unica persona che rappresenta il club. Dovrei coinvolgere la società, il presidente, il capitano e i giocatori. Ma se tutti insieme decidiamo di farlo, perché no?".

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