Mal di gol in Serie A: i bomber non segnano più

Dzeko, Higuain e non solo: il segreto lo custodiscono Immobile e Quagliarella

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La "London calling" per Edin Dzeko ha aperto il dibattito. Un'occasione di fare cassa per la Roma per alcuni, una pedina fondamentale per altri. Nel mezzo la verità sotto forma di gol, pochi ultimamente. Due nelle ultime 14 partite per il bosniaco, una miseria nella tesi di chi è favorevole all'addio. Ma il mal di gol, a quanto pare, è un male di stagione diffuso: Schick e Defrel sono a quota zero, ma anche altri bomber non se la passano benissimo.

In casa giallorossa, ma non solo. Il rapporto con il gol di chi è abituato a segnarne a raffica nelle ultime settimane si è deteriorato e la questione Dzeko, mai come prima capace di dividere in fazioni opposte i tifosi, ha messo in luce un limite dell'ultimo periodo in Serie A. Salvo qualche piacevole eccezione come Immobile o Quagliarella, ma anche lo stesso Icardi seppur con una media decisamente ridimensionata, i bomber del campionato italiano stanno attraversando un mal di gol importante, quasi unico per la portata.

Non solo Dzeko che, dopo aver messo a ferro e fuoco propria quella parte Blues di Londra in cui potrebbe ritrovarsi nel giro di poco tempo, ha praticamente smesso di segnare. Ma anche Mertens, Higuain e gli altri protagonisti annunciati ma al momento latitanti. I due gol in quattordici partite del bosniaco non sono un bottino da rimpiangere nel caso la trattativa col Chelsea finisse con una fumata bianca, ma è preoccupante ciò che sta dietro. Di Francesco punterebbe su Schick e Defrel, giocatori su cui la società ha investito molto ma che fino a questo momento in campionato hanno raccolto un bottino miserabile: zero reti.

Tante quanto Andre Silva, l'oggetto del mistero in casa Milan che Gattuso non ha il coraggio di schierare. Bello e produttivo in Europa con 8 gol a referto, ectoplasmatico in Italia dove in 537 minuti non ha mai trovato il modo di fare gol. Peggio anche di Kalinic che, arrivato come il bomber principe in grado di finalizzare il gioco rossonero, ha trovato la via delle rete una volta ogni 318 minuti con solo 4 centri in campionato, di cui due nella stessa partita (quella d'esordio a San Siro).

La verità è che questa fase di campionato è stata mal digerita dai bomber, per qualche ragione strana ma è così. Higuain e Mertens, per esempio, due abituati a segnare sempre e comunque sono reduci da una striscia negativa importante. Il Pipita è meno finalizzatore rispetto al passato, Allegri nella sua Juventus gli chiede un lavoro sporco e utile alla squadra che in passato faceva meno, ma l'astinenza "in progress" da sei partite e 540' non è da lui. Quasi una maledizione, come quella che Mertens ha spezzato a Bergamo trovando il gol all'ora di pranzo, un'abitudine per lui, dopo 810' di digiuno. Mistero.

Se a questo aggiungiamo l'annata storta di Belotti, mister 100 milioni e in grado di segnare solo 4 gol in Serie A, qualcosa non torna. Dzeko o non Dzeko il mal di gol resta. Per la medicina bisogna chiedere a Immobile, meglio ancora a Quagliarella: loro evidentemente il vaccino lo hanno fatto in tempi non sospetti.

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