Calciopoli, tutto in prescrizione

Estinti e annullati i reati di Moggi e Giraudo, assolti gli arbitri Bertini e Dattilo

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La prescrizione ha posto la parola fine sul processo di Calcipoli in cassazione: quasi tutti i reati, infatti, sono stati dichiarati estinti e annullati senza rinvio. Prescrizione per Luciano Moggi e Antonio Giraudo, assolti gli arbitri Paolo Bertini e Antonio Dattilo. La Cassazione inoltre ha rigettato i ricorsi di Andrea e Diego Della Valle e degli ex arbitri Massimo De Santis, che aveva rinunciato alla prescrizione, e Salvatore Racalbuto.

Per alcuni aspetti risarcitori nei confronti delle società e dei ministeri costituitisi parte civile ci saranno delle quantificazioni che saranno stabilite dal giudice civile. Annullata senza rinvio anche la condanna per l'ex arbitro Pierluigi Pairetto. Prescritto il reato anche per Innocenzo Mazzini, ex vicepresidente della Figc. Così si è concluso in Cassazione il processo che aveva messo a soqquadro il mondo del pallone. Ci sono volute sei ore di camera di consiglio. La decisione della terza sezione penale ha accolto le richieste del pg della suprema corte Gabriele Mazzotta, che aveva chiesto di confermare "l'esistenza di una associazione a delinquere finalizzata a condizionare i risultati delle partite, le designazioni arbitrali, le carriere dei direttori di gara, e l'elezione dei vertici della Lega calcio". Per Mazzotta erano da convalidare le sentenze di secondo grado, ad eccezione di alcuni episodi di frode sportiva e delle condanne di Bertini e Dattilo. Mazzotta inoltre ha descritto la "struttura associativa" contestata, "nella quale tutti si ritrovavano ad attentare ai risultati delle singole partite ma anche a dare appoggio a Carraro, candidato al vertice della Figc, o a pilotare dossier contro i Della Valle, colpevoli di volere un altro presidente alla guida della Lega. E si interferiva anche nella progressione delle carriere degli arbitri". Il pg ha ricordato anche che i sodali del "sistema Moggi" si erano dotati di un "apparato organizzativo con schede telefoniche svizzere riservate, difficilmente aggredibili da intercettazioni legali o illegali, come quelle dell'Inter".

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