La manifestazione andò in scena fra il 1981 e il 1987 anticipando di fatto la nascita del Mondiale per Club, al via il prossimo 15 giugno e in onda anche sulle reti Mediaset
di Marco CangelliIl Mondiale per Club è alle porte, eppure questa idea ha radici ben più profonde di quanto si pensi. Per conoscere l'origine di questa competizione, al via il prossimo 15 giugno e in onda anche sulle reti Mediaset, bisogna tornare indietro al 1981 quando Silvio Berlusconi decise di promuovere una competizione internazionale per club chiamata Mundialito per club.
Una mossa che prende spunto dal Mundialito, disputato qualche anno prima in Uruguay per celebrare il cinquantesimo anniversario di nascita del Mondiale per nazionali e a cui presero parte tutte le formazioni in grado di conquistare almeno un titolo iridato. Dai padroni di casa all'Italia, passando per il Brasile, l'Argentina, la Germania Ovest e l'Inghilterra, i migliori giocatori di tutto il globo si trovarono in Sud America per un torneo di grande prestigio a cavallo fra il dicembre 1980 e il gennaio 1981.
Una vera e propria mossa di marketing che ispirò Berlusconi, lesto a prendersi i diritti televisivi dopo il rifiuto dell'Eurovisione e in grado di trasmettere tutte le sfide in differita su Canale 5 tranne quelle dell'Italia, destinate alla Rai. Un colpo vincente visto che, nonostante l'eliminazione precoce dell'Italia e la vittoria finale dell'Uruguay sul Brasile, ebbe un successo senza precedenti a livello di ascolti televisivi.
Fiutando l'affare, a quel punto Berlusconi decise di rilanciare e dare vita alla "Coppa Super Clubs" o "Coppa Supermondiale Clubs", nota a tutti come Mundialito. La formula era molto semplice: girone all'italiana con cinque squadre vincitrici della Coppa Intercontinentale, destinati a fidarsi fra loro per conquistare il trofeo a San Siro, noto a tutti come "La Scala del Calcio". Tutte le sfide ovviamente sarebbero andate in onda in diretta su Canale 5, mentre fra le formazioni invitate spiccavano il Peñarol Montevideo di Cubilla, il Santos di Clerici, l’Inter di Bersellini, gli olandesi del Feyenoord e il Milan padrone di casa, appena tornato in Serie A dopo la tragica esperienza in cadetteria e pronto a schierare un asso del pallone come Johan Cruijff.
Ebbene sì, perché in quell'estate del 1981 il "Profeta del Gol" fu realmente vicino a vestire la maglia rossonera. Dopo una stagione trascorsa con la casacca degli Washington Diplomats, Cruijff decise di provare a rilanciarsi con il Milan venendo accolto con tutti gli onori del caso dal vicepresidente Gianni Rivera. In attesa che l'eventuale accordo per trasferirsi in Italia venisse definitivamente approvato, l'attaccante olandese decise di disputare la prima edizione del Mundialito faticando però già nel match inaugurale contro gli acerrimi nemici del Feyenoord. Pochi palloni toccati, ritmi compassati e soprattutto quarantacinque minuti da dimenticare che spinsero il tecnico Italo Galbiati a sostituirlo già all'inizio della ripresa.
Se quello scialbo 0-0 risulterà essere l'unica presenza di Cruijff con il Milan, con tanto di accordo di mercato immediatamente stoppato e giocatore destinato a tornare a fine anno all'Ajax, dall'altra parte rappresenterà l'inizio di una storia avvincente con l'Inter di Bersellini in grado di alzare la coppa dopo aver sconfitto per 3-1 proprio i cugini in un derby rimasto negli annali. Da lì la storia si ripeterà negli anni successivi con scadenza biennale e le vittorie di Juventus, Peñarol e Milan prima di concludersi nel 1987, con Berlusconi divenuto nel frattempo proprietario della squadra rossonera.
A distanza di quasi quarant'anni il fascino di quella competizione continua a splendere tanto che la FIFA ha deciso di prendere spunto per la creazione del Mondiale per Club, una creatura dell'ente internazionale, ma che deve molto a quell'intuizione di Berlusconi.