Una petizione per chiedere alla Figc e al ministro dello Sport Andrea Abodi di fermare la partita di calcio Italia-Israele in programma a Udine il prossimo 14 ottobre. E' l'iniziativa lanciata da Francesca Druetti, segretaria nazionale di Possibile, e Andrea Di Lenardo, capogruppo di Avg-Possibile in Consiglio comunale a Udine, secondo i quali l'organizzazione del match viola "una norma internazionale (artt. 72 e 74 dello statuto Fifa) che serve a tutelare le nazionali di calcio di un Paese aggredito militarmente". La petizione Stop the game, sottolineano i promotori, ha "raccolto oltre 3mila adesioni in poche ore". "Il conto delle vittime uccise in Palestina - affermano Druetti e Di Lenardo - continua a salire. Gaza è ridotta in macerie. Israele apre il fuoco sulle persone in fila per il cibo e impedisce la distribuzione degli aiuti umanitari affamando la popolazione. E intanto proseguono i piani di occupazione, tracciando la strada per il futuro". "Di fronte a eventi bellici e violazioni del diritto internazionale, di fronte alla propaganda che la nazionale di uno Stato come Israele incarna, lo sport - osservano - non può voltarsi dall'altra parte, come se niente fosse. Delle 60mila vittime palestinesi identificate, 635 erano atlete e atleti: l'ultimo in ordine di tempo, il 6 agosto, è stato proprio un calciatore, Suleiman Obeid, che era soprannominato 'il Pelé della Palestina', ucciso mentre aspettava la distribuzione degli aiuti umanitari. Giocare Italia-Israele - concludono - è un affronto alla memoria delle vittime, e a chiunque abbia a cuore lo sport e il valore della vita umana".