Oklahoma City continua a correre, nella Eastern Conference vincono anche le corazzate Boston, Miami e Toronto
Notte agrodolce per gli italiani di Nba: da un lato continuano a vincere gli Oklahoma City Thunder di Danilo Gallinari (che fa 22 punti nel 126-108 rifilato ai Phoenix Suns), dall'altro Nicolò Melli trascorre in panchina l'intera partita che i suoi New Orleans Pelicans perdono a San Francisco (i Golden State Warriors vincono 106-102). Importanti vittorie a est per Boston, Miami e Toronto, Dallas senza Luka Doncic sbanca Philadelphia (98-117).
OKLAHOMA CITY THUNDER-PHOENIX SUNS 126-108
Oklahoma City continua la sua corsa e arriva a tre vittorie consecutive, portando il proprio record sul 14-14. E questo significa che, in una Western Conference la cui classifica è sostanzialmente spaccata in tre, una posizione playoff al momento sembra assicurata. A cadere alla Chesapeake Energy Arena sono i Suns, che al contrario sono entrati in una spirale negativa apparentemente senza soluzione. In casa Thunder è maiuscola la prestazione di Shai Gilgeous-Alexander (per lui 32 punti, un risultato mai raggiunto in carriera), mentre arriva a 24 un Dennis Schroder in uscita dalla panchina. Da sottolineare però anche la prova di un ottimo Danilo Gallinari, che in 30 minuti realizza 22 punti. In casa Suns, dove Ricky Rubio arriva all'interessante cifra di 24 punti, dopo una partita trascorsa in svantaggio per tutta la seconda metà, le cose da rivedere sono però davvero tante.
GOLDEN STATE WARRIORS-NEW ORLEANS PELICANS 106-102
Notte invece da dimenticare a tutti i livelli per Nicolò Melli, che trascorre integralmente in panchina i 48 minuti giocati dai suoi Pelicans a San Francisco, con Golden State che vince una partita sudatissima e mette proprio New Orleans a portata di sorpasso. Warriors che costruiscono bene quella che si rivelerà la loro sesta vittoria stagionale (su 30 uscite), ma dopo essersi trovati su un rassicurante +20 i californiani subiscono il ritorno degli ospiti per un finale al cardiopalma. La vittoria è quindi frutto di un canestro a 32.9 secondi dalla fine firmato da D'Angelo Russell (culmine di una partita da 25 punti e 9 assist per lui). Ai Pelicans non rimane che concedersi un timido sorriso per i 25 punti a testa di Brandon Ingram e Jrue Holiday: è evidente però che non possa bastare.
BOSTON CELTICS-DETROIT PISTONS 114-93
A Boston ormai lo hanno capito abbastanza chiaramente: non ci fossero i Milwaukee Bucks, i più forti dell'Nba a Est sarebbero loro. E i Celtics si mettono definitivamente alle spalle le due sconfitte consecutive rimediate a Indianapolis e contro Philadelphia demolendo i Pistons. Tutto quasi troppo facile per i padroni di casa, sorretti dal duo Jaylen Brown-Jayson Tatum (26 i punti per entrambi) e dalla buona prova di Grant Williams che con 18 raggiunge il massimo della sua carriera. Mancano Hayward e Smart e resta a secco Kemba Walker, questo però non basta a Detroit per poter pensare quantomeno di potersela giocare contro gli avversari. Anche perché nessuno va oltre i 15 punti di Thon Maker, le assenze sono di livello troppo alto (Blake Griffin, Luke Kennard e Christian Wood) e soprattutto le palle perse sono addirittura 25. Troppe per pensare di poter fare risultato in Massachussetts.
DENVER NUGGETS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 109-100
Nella (relativa) monotonia di una Western Conference dominata dalle due facce di Los Angeles, spicca l'anomalia Nuggets: Denver infatti non ha alcuna intenzione di arrendersi al dominio californiano a Ovest o alla crescita delle texane Dallas e Houston che inseguono. E così i ragazzi del Colorado vincono contro Minnesota la quinta di fila e sono sempre più tranquilli al secondo posto di Conference al termine di una partita molto meno combattuta di quanto il tabellino finale faccia desumere. I T'Wolves sono infatti costretti a inseguire per l'intera durata del match giocato al Pepsi Center, dove per i padroni di casa brillano Jamal Murray (28 punti) e soprattutto Nikola Jokic: il serbo trova infatti la 33esima tripla doppia in carriera e la seconda consecutiva (il suo tabellino personale parla di 22 punti, 10 rimbalzi e 10 assist). Dall'altra parte non si va oltre i 19 di Andrew Wiggins e i 18 di Gorgui Dieng, ma senza Karl-Anthony Towns le speranze di Minnesota si schiantano in prossimità delle Montagne Rocciose, là dove sorge la città posta un miglio sopra il livello del mare: Denver, appunto.
TORONTO RAPTORS-WASHINGTON WIZARDS 122-118
Continua il buon momento per i campioni Nba in carica, che contro Washington raccolgono la quarta vittoria di fila e si confermano quarta forza della Eastern Conference. Siakam, Gasol e Powell sono assenti per i canadesi, che hanno però modo di aggrapparsi ai ritrovati Kyle Lowry e Serge Ibaka: per loro arrivano rispettivamente 26 e 23 punti. Buona però la prova offerta da Toronto a livello di squadra, dato che arrivano anche 18 punti da OG Anunoby e 16 con 9 rimbalzi e 8 assist da Fred VanVleet. Wizards con il rimpianto di essere riusciti a rimontare fino al 107-107 a metà di quarto periodo, rimandando però ancora l'appuntamento con la vittoria (che manca ormai da nove partite). Il tutto nonostante i 37 punti di Bradley Beal e i 26 di Ish Smith (9/9 al tiro per lui).
MIAMI HEAT-NEW YORK KNICKS 129-114
Ancora non riesce a trovare continuità New York, di nuovo sconfitta dopo il successo casalingo su Atlanta. Anche perché i Knicks vanno a fare visita a una Miami che continua a veleggiare al terzo posto di Conference, inferiore per numero di vittorie solo ai formidabili Bucks. Heat in controllo totale nel corso di una partita trascorsa integralmente in vantaggio e con i punti di divario che sono arrivati anche a quota 34: questo permette anche di risparmiare i titolari nel quarto periodo, tanto che Bam Adebayo arriva a 20 punti e 8 rimbalzi, e il secondo migliore marcatore dei suoi (Goran Dragic, con 18 punti) parte dalla panchina. Knicks completamente fuori dal match, nonostante il finale veda una squadra in crescita e che può se non altro sorridere per i 30 punti di un Bobby Portis top scorer di serata, mentre Mitchell Robinson arriva a 18.
PHILADELPHIA 76ERS-DALLAS MAVERICKS 98-117
Dallas lascia Philadelphia con un'importante certezza in più: vincere si può, anche quando Luka Doncic non c'è. Eppure i Mavericks vanno a vincere su un campo tutt'altro che banale, come il Wells Fargo Center, con i padroni che in questo modo subiscono il sorpasso della rampante Indiana. Merito di una partenza sprint per i texani, capaci di volare sul +17 nel corso del secondo quarto rintuzzando poi i tentativi di rimonta dei Sixers coronati nei 33 punti e 17 rimbalzi di Joel Embiid, insufficienti però a confezionare il sorpasso. Nuova prova monumentale anche per Kristaps Porzingis, che mette a segno 22 punti e li accompagna a 18 rimbalzi che rappresentano il suo nuovo record personale in carriera e fa esultare Dallas. Che si gode anche un Tim Hardaway Jr da 27 punti e una posizione ormai conclamata di quarta forza nella Western Conference, alle spalle solo delle losangeline e di Denver.
INDIANA PACERS-SACRAMENTO KINGS 119-105
I Pacers si confermano tra le squadre più in forma del momento e fanno proseguire l'estenuante corsa sulle montagne russe di una Sacramento che entra e esce dalla zona playoff con una continuità che certamente non fa bene alle coronarie di chi ha i colori grigioviola nel cuore. C'è però da dire che Indiana merita ampiamente la sua quinta vittoria consecutiva (quella che vale il quinto posto nella Eastern Conference), anche perché sono in quattro a raggiungere (Sabonis-McConnell) o superare quota 15 punti (TJ Warren arriva a 23, Myles Turner a 17). I Kings fanno di tutto per giocarsela: a tirare la carretta ci provano Richaun Holmes (20+9) e Marvin Bagley (17), in una notte in cui però la stella Buddy Hield trova un mortificante 3/15 dal campo con soli 7 punti all'attivo. Ed è chiaro che con questi numeri la post season rischia di tramutarsi in una chimera.
PORTLAND TRAIL BLAZERS-ORLANDO MAGIC 118-103
L'eco della caduta di Sacramento si fa sentire soprattutto a Portland, dove i Trail Blazers battono Orlando, trovano la terza vittoria di fila e irrompono in zona playoff ai danni proprio dei californiani. I padroni di casa non hanno alcuna voglia di scherzare e lo fanno capire nel corso di un primo quarto da 31-13. Vittoria dunque mai in discussione, nonostante Carmelo Anthony debba abbandonare le ostilità in netto anticipo causa infortunio. Portland però non si lascia affatto abbattere, come dimostrato dai 36 punti di Damian Lillard, i 31 di CJ McCollum e la doppia doppia di Hassan Whiteside (10+17), arrivato a 13 di fila. In casa Magic è Nikola Vucevic a provare a tenere botta con 23 punti, ma non può bastare. E ora la quota playoff è lontana due partite per la franchigia della Florida (nonostante Charlotte, attualmente ottava a Est, stia tutt'altro che correndo).
CLEVELAND CAVALIERS-MEMPHIS GRIZZLIES 114-107
Nessuna delle due sta particolarmente bene, ma per una volta a sorridere è Cleveland. I Cavaliers vincono sul parquet amico della Rocket Mortgage FieldHouse e si regalano un minifilotto di due vittorie di fila (grasso che cola quando ne hai ottenute in tutto 8 in 29 partite), abbattendo i Grizzlies che a Ovest sono una delle franchigie alle prese con più problemi in assoluto. Lo dimostra il vantaggio costruito in Ohio e vanificato nel corso dell'ultimo quarto, con i Cavs in grado di rimontare 12 punti e vincere nel nome di Jordan Clarkson (33 punti per lui, massimo stagionale) e Kevin Love (in doppia doppia grazie a 21 punti e 13 rimbalzi). Per Memphis arrivano 24 punti da Jaren Jackson Jr e 16 da Dillon Brooks, ma assente non giustificato è il solitamente decisivo Ja Morant che sbaglia completamente serata: per lui arrivano appena 8 punti, e inevitabilmente Memphis perde.