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Nba: rilancio Lakers, Bucks e Doncic da urlo, vittorie senza sorrisi per Belinelli e Melli

Bucks senza problemi anche senza Antetokounmpo, Doncic da urlo contro i Warriors

29 Dic 2019 - 12:39

Dopo quattro sconfitte di fila tornano a respirare i Lakers, che vincono a Portland (120-128) e rilanciano la loro corsa in Nba. Chi non si ferma mai sono invece i Milwaukee Bucks, che anche senza Antetokounmpo non hanno problemi ad abbattere Orlando 111-100. I Mavericks di un Luka Doncic da record si impongono in trasferta sui rimontanti Warriors (121-141), vincono Spurs e Pelicans con Belinelli e Melli però ai margini delle rispettive squadre.

SAN ANTONIO SPURS-DETROIT PISTONS 136-109

Prosegue l'inverno sostanzialmente positivo dei San Antonio Spurs, che vincono la loro settima partita delle ultime 12 disputate e mettono i playoff sempre più nel mirino: ormai l'ottavo posto occupato da Portland dista una sola vittoria. A cadere all'AT&T Center sono i Pistons, che invece vantano un ruolino tutt'altro che memorabile in Eastern Conference (sono a quota 21 sconfitte dopo 33 partite) e rischiano di trovarsi senza obiettivi quando ancora non è iniziato l'anno nuovo. I problemi per Detroit non mancano, a partire dalla resa di Blake Griffin (12 punti, contro i 24 di Derrick Rose e la doppia doppia da 21+18 rimbalzi di Andre Drummond). Lo dimostrano il parziale di 25-9 di San Antonio nel terzo quarto e i numeri del duo DeMar DeRozan (29 punti) - LaMarcus Aldridge (25+12 rimbalzi). E in una notte in cui la mira dall'arco è fondamentale (18 triple a segno per i texani), chi un po' a sorpresa non partecipa alla festa è Marco Belinelli: solo tre minuti in campo per lui, senza punti all'attivo.

NEW ORLEANS PELICANS-INDIANA PACERS 120-98

C'è qualche problema in casa Pacers, dove una squadra che veleggiava nei quartieri altissimi della Eastern Conference ha ora preso a perdere con una certa continuità. E anche se un piazzamento playoff è tutt'altro che in discussione, qualche riflessione andrà fatta. Anche perché il terzo ko in quattro partite arriva a New Orleans, dove è pur vero che invece si sta vivendo un buon periodo (tre vittorie di fila) ma si tratta pur sempre di una squadra il cui record complessivo è di 10-23. Bravi i Pelicans, messi in difficoltà nelle fasi iniziali del match e poi capaci di rimontare nel secondo e terzo quarto (in cui viene centrato un parziale di 67-36). Brandon Ingram timbra 24 punti, 20 sono quelli di Jrue Holiday. Nicolò Melli ne segna appena 3, in un finale di partita in cui gli vengono concessi 4 minuti in campo: già un passo avanti dopo diverse serate trascorse integralmente in panchina. Indiana sorride grazie a un dato da record: Aaron Holiday (autore di 25 punti) per alcune fasi di partita gioca contemporaneamente ai due fratelli Justin e Jrue, e in Nba non era ancora mai successo nell'intera storia. Ma non può bastare.

MILWAUKEE BUCKS-ORLANDO MAGIC 111-100

Giannis Antetokounmpo non c'è, e al Fiserv Forum si limita a guardare i compagni da bordo campo, in borghese e con un'elegante giacca grigia. Ma i Bucks trovano una vittoria importante per il loro uomo simbolo e soprattutto per se stessi: è la prova che questa squadra sta dominando le classifiche nell'intera lega non solo grazie a The Greek Freak (che si sta concedendo qualche giorno di pausa per dare tregua a una schiena malandata). Per Milwaukee arriva comunque la vittoria numero 29 in 34 partite, e a firmarla è un Khris Middleton da 21 punti. Orlando prova a combattere, ma non va oltre i 23 di Evan Fournier, i 21 di Nikola Vucevic e i 19 di Jonathan Isaac, mantenendo l'ottavo e ultimo posto che a Est garantisce una qualificazione ai playoff. Ma occhio al rientro dei Chicago Bulls...

PORTLAND TRAIL BLAZERS-LOS ANGELES LAKERS 120-128

Il Natale amaro dei Lakers è finalmente alle spalle e i losangelini tornano a vincere dopo quattro ko consecutivi. Lo fanno a Portland, sul campo di una squadra che continua a restare aggrappata ai playoff, ma vede il proprio ottavo posto a Ovest messo in discussione dalla rimonta di San Antonio. Al Moda Center è come al solito di alto livello la prestazione di un LeBron James autore di 21 punti (con 16 assist), ma decisivo si rivela Kyle Kuzma che arriva a 24 (di cui 20 nel primo tempo). Anthony Davis partecipa con 20 punti, mentre in casa Blazers sono sei gli uomini in doppia cifra. Ma non basta. Carmelo Anthony si ferma a quota 13, decisamente meglio va a Damian Lillard (31) mentre per Hassan Whiteside arriva la solita doppia doppia (19+16). Tutto insufficiente per evitare la terza sconfitta consecutiva, che potrebbe riaprire tutto nella corsa playoff della Western Conference.

HOUSTON ROCKETS-BROOKLYN NETS 108-98

Parte fortissimo Houston, che nel corso del primo quarto mette tra sé e i Nets qualcosa come 22 punti, ma ancora qualcosa non va nei meccanismi di una squadra che ha maldigerito il ko natalizio contro Golden State. Brooklyn prova infatti a costruire una rimonta che per poco non si compie: gli ospiti mettono addirittura la testa avanti nelle prime fasi del quarto periodo, prima che i Rockets con le residue energie anche mentali centrino la vittoria con il finale parzialino di 10-2. Come al solito la firma d'autore è quella di James Harden (44 punti, nessuno come lui in tutte le partite Nba della giornata), ma anche parole severe per i compagni a fine partita. Tanti uomini in doppia cifra per i newyorkesi (a partire da Spencer Dinwiddie e la sua doppia doppia da 17+11 assist), che se non altro possono guardarsi tra di loro e dirsi di averci provato. Andandoci anche molto vicino.

BOSTON CELTICS-TORONTO RAPTORS 97-113

Il ritorno a Boston e la vendetta di Natale. Non si tratta di un classico film da cassetta invernale, ma della missione dei Raptors: sconfitti a domicilio dal rivali Celtics la sera del 25, i campioni Nba si recano in Massachusetts con il desiderio di ripagare i biancoverdi con la stessa moneta. E la missione va a compimento, con i canadesi che ora sono a sole due vittorie dal terzo posto di Conference occupato proprio da Boston. I grandi protagonisti dell'impresa sono due, e rispondono ai nomi di Kyle Lowry (30 punti) e  Serge Ibaka (20), mentre VanVleet e McCaw arrivano entrambi a 18. Toronto scappa nel primo parziale, concluso sul 36-25, e Boston non reagisce: i Celtics cadono per la seconda volta al TD Garden da inizio stagione, e a nulla servono i 30 punti messi a referto da Kemba Walker.

DENVER NUGGETS-MEMPHIS GRIZZLIES 119-110

Otto vittorie nelle ultime nove partite per i Nuggets, che continuano a incantare a Ovest e rimangono seconda forza della Conference nonostante Houston non stia certamente correndo a bassa velocità. La partita su Memphis è vinta nelle fasi iniziali, con i Grizzlies che nel primo quarto mettono a segno la miseria di 11 punti (contro 26) e reagiscono quando ormai è troppo tardi. Il dominatore della notte del Pepsi Center risponde al nome di Nikola Jokic: per lui arriva una prestazione da 31 punti, 10 rimbalzi e 10 assist. Da sottolineare anche i 20 punti di Will Barton, con i Grizzlies che provano ad aggrapparsi a Jaren Jackson (20), ma rimangono nella terra di nessuno in una classifica di Western Conference che sembra praticamente impossibile riuscire a raddrizzare.

MIAMI HEAT-PHILADELPHIA 76ERS 117-116 OT

Serve l'overtime a Miami per prevalere su Philadelphia, in una partita palpitante e decisa solo da alcuni minuscoli dettagli in quel della American Airlines Arena. Un successo fondamentale quello dei ragazzi della Florida, che in questo modo si confermano autorevolmente seconda forza a Est e allo stesso tempo ricacciano indietro gli ospiti, vicini ad accorciare in maniera importante la classifica dei quartieri altissimi di Conference. L'uomo della provvidenza risponde al nome di Jimmy Butler, autore di una partita da 25 punti di cui il più importante è l'ultimo: si tratta del libero che regala la vittoria agli Heat, giunti a quota 15-1 nelle partite disputate sul parquet di casa quest'anno. E dopo il successo altrettanto rocambolesco di ieri su Indiana, Miami è la quarta squadra dell'intera storia Nba a vincere due partite di fila di un solo punto. Chinano la testa ma hanno ben poco da rimproverarsi i Sixers, in cui spicca il solito Joel Embiid (35 punti e 11 rimbalzi) per lui.

LOS ANGELES CLIPPERS-UTAH JAZZ 107-120

Caduta dolorosa per i Clippers, che allo Staples Center cadono al cospetto di una Utah che arriva a sette vittorie in otto partite e ora mette nel mirino la quarta posizione della Western Conference. Proprio quella occupata dai californiani. In casa Jazz è da rimarcare la serata di Donovan Mitchell, che arriva a quota 30 punti, ma è da applausi anche un Jordan Clarkson che alla seconda partita con la squadra di Salt Lake City arriva già a 19. I Clippers provano a reagire con i loro giganti, ma non è serata: Paul George arriva a 20 punti, Kawhi Leonard a 19. Il vero problema sono però le percentuali al tiro inferiori al 37% dal campo per l'intera squadra. E con questi numeri è impensabile puntare a raggiungere i playoff da regina della Western Conference.

GOLDEN STATE WARRIORS-DALLAS MAVERICKS 121-141

Magia del Natale finita in casa Warriors: Golden State arresta il suo ruolino di marcia casalingo a quattro vittorie, e viene piegata Chase Center dai Mavericks. O forse sarebbe meglio dire da Luka Doncic, dato che la sua partita parla di 31 punti a referto, 12 rimbalzi e ben 15 assist in soli 30 minuti di gioco: restando in campo per così poco tempo, è un record assoluto per la Nba. I californiani lottano, ma per loro è fatale il parziale di 45-24 fatto registrare da Dallas nel terzo quarto. E i 35 punti con 9 triple di D'Angelo Russell non sono sufficienti a proseguire l'operazione rilancio in corso d'opera dalle parti di San Francisco.

SACRAMENTO KINGS-PHOENIX SUNS 110-112

A Sacramento ormai sembrano essersi assuefatti a partite del genere: rimonte incredibili fallite nell'ultimo minuto, o sconfitte maturate all'ultimo respiro e a causa di dettagli persi di vista sul più bello. E in casa grigioviola è particolarmente doloroso il ko maturato ancora una volta all'ultimo possesso contro i Suns, che non riuscivano più a vincere da ben tre settimane (raccogliendo nel mentre otto sconfitte una dopo l'altra). E invece ce la fanno al Golden 1 Center, dove Devin Booker centra una serata da 32 punti e 10 assist. Per i Kings il bagaglio di rimpianti è come sempre particolarmente ricco: l'intero quintetto di partenza raggiunge la doppia cifra, Buddy Hield tocca quota 23 punti, Harrison Barnes va in doppia doppia (21+10 rimbalzi). Ma ormai il record parla di 12 vittorie e 20 sconfitte, la posizione in Conference è la undicesima e l'ottava piazza di Portland appare davvero lontana. A meno che la stella non inizi a girare per davvero.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-CLEVELAND CAVALIERS 88-94

Non è facile amare il basket a Cleveland da quando LeBron James ha lasciato definitivamente l'Ohio. I Cavaliers provano però a mettersi alle spalle questa nomea divenuta quasi un luogo comune e sbancano Minneapolis grazie a due giovani di belle speranze come Darius Garland e Collin Sexton: per loro arrivano 18 punti a testa sufficienti a regalare agli ospiti una decima vittoria stagionale che non sposta assolutamente nulla a livello di classifica, ma sicuramente risolleva l'umore di un ambiente piuttosto depresso. Cleveland prosegue la sua marcia di risollevamento generale con la quarta vittoria in cinque partite, mentre dall'altra parte continuano a languire i T'Wolves: Karl-Anthony Towns e Andrew Wiggins sono assenti, con Jeff Teague costretto a prendersi la squadra sulle spalle. Ma i suoi punti a referto sono appena 18 e inevitabilmente Minnesota raccoglie un'altra sconfitta (la ventesima in 31 partite stagionali).

WASHINGTON WIZARDS-NEW YORK KNICKS 100-107

Si parlava di città bisognose di fare la pace con il basket, e due che certamente possono iscriversi al club sono Washington e New York. Per una volta a prevalere è la Grande Mela, dove comunque in generale la depressione più profonda sembra ormai alle spalle: i Knicks centrano la quinta vittoria in tre settimane o poco più e lo fanno sul parquet di un gruppo che sembra ormai allo sbando come quello degli Wizards: i capitolini devono fare a meno di Bradley Beal e si aggrappano a Isaiah Thomas e Jordan McRae (autori entrambi di 20 punti). Dall'altra parte si scatena però un Julius Randle da 30 punti e 16 rimbalzi, e anche la metà bluarancio di New York può davvero iniziare a concedersi qualche timido sorriso.

CHICAGO BULLS-ATLANTA HAWKS 116-81

La squadra più depressa dell'intera Nba diventa quindi ora Atlanta, senza temi di possibili smentite: gli Hawks arrivano a quota 27 sconfitte in 33 partite e rendono possibile un sogno, quello di rivedere Chicago nei playoff. I Bulls vincono in casa senza mai dare l'impressione di faticare, come dimostrato dal 35-19 del primo quarto. Lauri Markkanen mette a referto 25 punti, Zach LaVine arriva a 19. Sono in generale sei i giocatori in doppia cifra, cui fanno da contraltare i 34 punti di un John Collins unico uomo di Atlanta a tenere botta in una notte in cui marca visita anche Trae Young, a causa della distorsione alla caviglia rimediata contro i Bucks.
 

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