NBA

Nba: Philadelphia vince e si commuove per Kobe Bryant, Williamson e Melli sbancano Cleveland  

I 76ers piegano Golden State e Embiid fa 24 punti e 8 rimbalzi: sono i numeri della stella scomparsa, proprio nella città in cui era nato

  • A
  • A
  • A

Grande commozione a Philadelphia, città natale di Kobe Bryant, dove in un'arena costellata di numeri 8 e 24 (oltre al 33, quello che il campione indossava da queste parti al liceo) i 76ers battono per 115-104 Golden State. E la stella locale, Joel Embiid, quasi incredibilmente trova proprio 24 punti e 8 rimbalzi. Intanto vincono i Pelicans di Zion Williamson e Nicolò Melli (111-125 a Cleveland) e continua a volare Milwaukee (151-131 su Washington).

PHILADELPHIA 76ERS-GOLDEN STATE WARRIORS 115-104
Kobe Bryant era nato a Philadelphia, una delle tante città di papà Joe, originario della Pennsylvania ma poi a sua volta giocatore dei 76ers prima di trasferirsi a Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e infine Reggio Emilia (tutte città adottive del povero Kobe). E così Philadelphia onora al Wells Fargo Center la memoria del suo cittadino scomparso, mostrando al centro del campo la sua maglia del liceo (la 33 della Lower Marion High School) avvolta da un fascio di luce. L'intera squadra di casa, invece, gioca contro Golden State utilizzando i due numeri di Bryant in Nba: l'8 e il 24. E Kobe in qualche modo sembra accorgersene da lassù, perché in maniera quasi incredibile la stella dei Sixers di oggi, Joel Embiid, con il numero 24 sul petto e circondato da compagni con l'8, mette a referto precisamente 24 punti e 8 rimbalzi. Philadelphia vince, ma nella città di Black Mamba tutti piangono. Inevitabilmente.

CLEVELAND CAVALIERS-NEW ORLEANS PELICANS 111-125
Tornano a vincere i Pelicans e, statistiche alla mano, il contributo di Nicolò Melli è determinante per sbancare la Rocket Mortgage FieldHouse di Cleveland. L'azzurro parte dalla panchina e trascorre in campo poco più di 16 minuti, ma tanto gli basta per segnare 11 punti e due triple che rappresentano uno dei tasselli per il successo in Ohio di New Orleans, che prosegue il suo cammino in una stagione apparentemente già senza obiettivi. Ma che invece può regalare qualche spunto importante di crescita in vista del futuro. A partire da quello di Zion Williamson, che timbra altri 14 punti e vi aggiunge 9 rimbalzi: un'altra prova importante per la stellina e la speranza della Nba, che alle spalle di Jrue Holiday (28 punti) e Brandon Ingram (24) partita dopo partita sta trasformandosi in un punto di riferimento dei Pelicans di oggi nell'attesa di riuscire a trascinarli domani. In casa Cavaliers invece si registra la sconfitta stagionale numero 35 all'interno di una stagione disgraziata. Che certamente i 24 punti di Collin Sexton e i 21 di Kevin Porter non possono salvare.

MILWAUKEE BUCKS-WASHINGTON WIZARDS 151-131
Sicuramente Washington non rappresenta un ostacolo insormontabile (i capitolini in stagione hanno raccolto 31 sconfitte e appena 15 successi), resta però il fatto che questi Bucks non perdono l'occasione di stupire. La vittoria numero 41 in 47 partite arriva infatti al Fiserv Forum con numeri da urlo, specie in attacco. I dominatori di questa Nba partono fortissimo nel primo tempo e scappano soprattutto nel secondo quarto, permettono quindi agli Wizards di sognare un'improbabile rimonta nel finale per poi ristabilire le distanze negli ultimi minuti. Con Giannis Antetokounmpo fermato da un problema alla spalla è quindi Khris Middleton a caricarsi sulle spalle la squadra, realizzando ben 51 punti che rappresentano il suo massimo in carriera (e aggiungendovi 10 rimbalzi). Gli ospiti provano a rispondere con un Bradley Beal tirato a lucido e che di punti ne trova 47, ma contro questa Milwaukee straripante c'è poco da fare. Anche perché a contribuire al successo ci pensa anche un Eric Bledsoe che si regala a sua volta una doppia doppia da urlo (34 punti e 10 assist).

MIAMI HEAT-BOSTON CELTICS 101-109
Brutto ko casalingo per gli Heat, che cadono nella quasi inespugnabile American Airlines Arena (dove finora solo Lakers e Clippers erano riusciti a vincere) e subiscono a Est il sorpasso di Toronto. A imporsi in Florida sono i sempre solidissimi Celtics, che si portano a una sola vittoria di distanza dai rivali. Grandi protagonisti sono Gordon Hayward (con 29 punti e 9 rimbalzi) e Jaylen Brown (che di punti ne realizza 25), ma in generale Miami paga una serata di polveri particolarmente bagnate in attacco: al tiro i padroni di casa non vanno oltre una mortificante percentuale del 37%, sotto la quale erano andati solo altre due volte nel corso della loro intera storia. E a poco servono i 23 punti di Goran Dragic e i 20 di Jimmy Butler, con Bam Adebayo che arriva in doppia doppia ma si ferma a 16+10 rimbalzi.

MEMPHIS GRIZZLIES-DENVER NUGGETS 104-96
Denver è una delle realtà più solide dell'intera Nba quest'anno e anche per questo al FedExForum ci si aspetta qualche invenzione per arginare i temibili Nuggets. Ebbene, coach Jenkins si inventa un capolavoro e i Grizzlies trovano il modo di annullare gli avversari in particolare nel primo quarto (terminato 31-18), riuscendo a resistere al loro ritorno per tutta la partita e raccogliendo quindi una vittoria che nella corsa ai playoff potrebbe rivelarsi fondamentale. Mattatore della serata è il lituano Jonas Valanciunas, che si regala una partita da 23 punti e 12 rimbalzi. Sono comunque ben cinque gli uomini che Memphis manda in doppia cifra (il top scorer è Dillon Brooks, che arriva a 24), mentre in casa Denver il solito Nikola Jokic arriva a 25 e ci aggiunge 13 rimbalzi. Questa volta però non basta ai Nuggets, che in terra di Tennessee trovano la loro sconfitta numero 15 in ben 47 partite stagionali.

DALLAS MAVERICKS-PHOENIX SUNS 104-133
Phoenix ha perso contatto con la zona playoff, ma ha tutte le intenzioni di rimediare e lo dimostra espugnando un campo difficile come l'American Airlines Center. Cadono infatti i Dallas Mavericks, che vedono così Houston tornare a scappare in un emozionante testa a testa tutto texano che mette in palio il quinto posto e un piazzamento migliore nella post season della Western Conference. Sono Devin Booker (32 punti) e Deandre Ayton (31) a martellare in casa Suns, con la franchigia dell'Arizona che riesce nel non facile compito di comandare dal primo all'ultimo secondo in casa di una versione particolarmente svagata di Dallas. I Mavs crollano senza attenuanti nella ripresa (il terzo quarto racconta di un parziale di 22-48, mentre nel quarto i punti di distacco diventano addirittura 38), e i 21 punti di Luka Doncic non bastano a rendere meno amaro il ko.

TORONTO RAPTORS-ATLANTA HAWKS 130-114
In Nba dovrebbero essere in pochi ormai a sottovalutare questa squadra, di tanto in tanto occorre però ribadirlo sempre: occhio a Toronto. I campioni in carica si sbarazzano alla Scotiabank Arena di una versione particolarmente combattiva degli Hawks e non solo trovano l'ottava vittoria consecutiva, ma superano anche Miami diventando seconda forza di quella Eastern Conference dominata dai Milwaukee Bucks. Grande prova di forza da parte di Toronto, che ha il merito di trascorrere sostanzialmente l'intera partita in vantaggio, nonostante per una notte Atlanta non si poggi sul solo Trae Young (che mette a referto 18 punti e 13 assist) ma trovi in John Collins il miglior marcatore dell'intera partita con i suoi 28 punti (+ 12 rimbalzi). Toronto risponde con i 24 della premiata ditta Pascal Siakam-Serge Ibaka (con quest'ultimo che si prende anche la doppia doppia con 10 rimbalzi), ma l'intera squadra partecipa a una vittoria che potrebbe contribuire a dare una svolta al campionato dei canadesi.

CHARLOTTE HORNETS-NEW YORK KNICKS 97-92
Non è certo uno spettacolo indimenticabile quello a cui assistono gli spettatori dello Spectrum Center, che se non altro vedono i loro Hornets battere New York e mettere un po' di distanza in classifica sui Knicks che stanno provando in tutti i modi a rimontare dopo un inizio stagionale da profondo rosso. Gli ospiti partono peraltro decisamente bene, tanto che nel primo quarto si portano anche sul +13, non riuscendo però poi ad arginare la rimonta di Charlotte, che a cavallo dell'intervallo lungo rosicchia tutto il divario, nel terzo quarto resiste ai tentativi newyorkesi di non uscire dalla partita e poi scappa nel periodo conclusivo. Fondamentale diventa quindi la prova di Terry Rozier, che timbra una doppia doppia da 30 punti e 10 rimbalzi, per contrastare la quale non sono sufficienti i 23 punti di Marcus Morris né i 22 di Julius Randle.

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments