Nba: nemmeno Harden ferma i Bucks, un Gallinari da record trascina i Clippers ai playoff

I californiani sono matematicamente certi della post season grazie all'azzurro, alla decima di fila con più di 20 punti segnati. Houston ko: la sfida tra stelle va a Milwaukee

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Milwaukee ha la meglio sugli Houston Rockets nella sfida tra le stelle più splendenti della stagione Nba, Giannis Antetokounmpo e James Harden. Ma nel 108-94 che premia i Bucks è decisivo un altro protagonista: Eric Bledsoe. Notte di gioia anche per Danilo Gallinari, trascinatore dei Clippers che vincono in Minnesota (111-122) e sono ufficialmente nei playoff. A Charlotte cadono invece all'overtime Marco Belinelli e i suoi Spurs (125-116).

MILWAUKEE BUCKS-HOUSTON ROCKETS 108-94
Con i playoff che ancora devono arrivare, è difficile pensare a una sfida più stellare di Milwaukee contro Houston, specie quando sta andando agli sgoccioli una stagione dominata da Giannis Antetokounmpo e James Harden. E il faccia a faccia tra i due primi attori del 2018-2019 non tradisce le attese, anche se la copertina se la prende un altro protagonista come Eric Bledsoe. Non solo per i 23 punti, ma per il peso avuto nel terzo periodo, quando ne mette addirittura 16 (di cui 11 consecutivi) in una fase di partita in cui Houston rimane a guardare la miglior squadra della lega e le concede un 11-0 che poi si trasforma in un 32-18. Proprio la prestazione sontuosa della guardia dei Bucks permette ad Antetokounmpo di cedere il faccia a faccia a Harden. Ma pur in una giornata non perfetta, il greco si porta comunque a casa una doppia doppia (19+14 rimbalzi). Lo stesso fa il "Barba", con numeri più alti (23+10 rimbalzi), che però non bastano ai Rockets per aggiudicarsi una sfida che un vago profumo di NBA Final ce l'ha.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-LOS ANGELES CLIPPERS 111-122

Danilo Gallinari e i suoi Clippers ce l'hanno fatta. E così i californiani, andando a vincere nella fredda Minneapolis (dove raccolgono il sesto successo di fila), sono ora certi di prendere parte alla post season, oltretutto in un anno in cui l'altra anima di Los Angeles deve accettare un'altra edizione dei playoff senza Lakers. La certezza aritmetica per i Clippers arriva nel culmine di un mese, quello di marzo, in cui il record parla di un pazzesco ruolino di 11-1 e nel nome di un Gallinari che da dieci partite consecutive oltrepassa il muro dei 20 punti all'attivo. E per lui era già un record, che però continua ad aggiornarsi. Al Target Center il Gallo ne mette a referto per la precisione 25, corredati da 10 rimbalzi che gli fanno anche chiudere la doppia doppia. I Timberwolves, che hanno il pregio di tornare in partita dopo essersi trovati anche a -25, si aggrappano al solito Karl-Anthony Towns (24 punti + 13 rimbalzi), ma non basta. E da queste parti, invece, i playoff erano e restano una chimera.

CHARLOTTE HORNETS-SAN ANTONIO SPURS 125-116 (OT)

Serve un overtime a Charlotte per avere la meglio di una coriacea versione di San Antonio, che ormai ha messo tutti e due i piedi dentro i playoff ma non vuole comunque lasciare nemmeno le briciole a chi insegue. Gli Hornets hanno invece un gran bisogno di vincere, con l'ottava posizione a est (ora occupata da Orlando) distante una partita e mezza, e alla fine anche questo è decisivo nello spostare gli equilibri dopo che il match si era concluso sul 106-106, e i padroni di casa che avevano recuperato da un -10 nel terzo quarto e si erano visti a loro volta raggiunti dopo essere stati anche a +6 nel corso dell'ultimo periodo. Decisivo diventa quindi Kemba Walker, che chiude a quota 38 punti ed è il grande trascinatore dei suoi all'overtime. Gli Spurs lottano e se ne tornano in Texas forti dei 30 punti di DeMar DeRozan e della doppia doppia di un Marco Belinelli in campo per 33 minuti (17 punti + 10 rimbalzi). Ma questa volta San Antonio è caduta in piedi.

DENVER NUGGETS-DETROIT PISTONS 95-92
Se è vero come è vero che siamo nel pieno della dinastia Golden State, a ovest ci sono questi Nuggets che continuano a mostrare i muscoli e stanno facendo tutto il possibile per far sudare ai Warriors la prima posizione al termine della regular season. E così a Denver cadono anche i Pistons, che pure fanno sudare sette camicie ai ragazzi del Colorado: dopo un intervallo raggiunto sul 66-39, infatti, Detroit recupera e si porta a un solo punto dagli avversari quando mancano solo 11 secondi alla sirena. Deve quindi dare il tutto per tutto Jamal Murray, che conclude la serata con 33 punti e ne piazza 6 nell'ultimo minuto di gioco. Dando ottimi segnali a Denver in vista dei playoff: questa squadra non solo sa vincere, ma riesce a farlo anche in extremis. E non molla davvero mai.

LOS ANGELES LAKERS-WASHINGTON WIZARDS 124-106
I playoff sono ufficialmente persi, ma i Lakers provano a non pensarci e si regalano due vittorie consecutive due e mesi e mezzo dopo esserci riusciti per l'ultima volta. Manco a dirlo i titoli se li prende LeBron James, autore di una prova da 23 punti, 14 assist e sette rimbalzi, anche se il top scorer per i californiani è Kentavious Caldwell-Pope con 29 punti. Ha invece ormai tirato i remi in barca Washington, Bradley Beal a parte (questo almeno suggeriscono i 32 punti che mette a referto): i playoff sono persi e anche i segnali di squadra che i Warriors lanciano sono tutt'altro che confortanti. Lo dimostra anche il povero Jeff Green, che cade nel corso di un'azione fatta partire da Lance Stephenson e poi conclusa a canestro da Born Ready. Per i capitolini meglio cercare di chiudere l'anno nel migliore dei modi e concentrarsi sulla prossima stagione, in cui dovrà arrivare necessariamente il riscatto.

CLEVELAND CAVALIERS-BOSTON CELTICS 106-116
Kyrie Irving non c'è, ma i Celtics non se ne accorgono. A Cleveland sono infatti Jayson Tatum e Marcus Smart a caricarsi sulle spalle Boston e, segnando 21 punti a testa, interrompere la serie di quattro ko consecutivi che certamente sono stati vissuti tutt'altro che bene in una franchigia che è apparsa un po' seduta dopo la conquista aritmetica dei playoff. I Cavs hanno poco da chiedere a questo finale di stagione, in cui più che altro sembrano concentrati sulla potenziale prima scelta assoluta al prossimo Draft. Eppure alla Quicken Loans Arena la partita è a lungo aperta, merito anche dei 24 punti di Collin Sexton. Nel quarto periodo, però, la maggiore fame di Boston procura il parziale di 24-14 che indirizza il match a favore della franchigia del Massachussetts.

MIAMI HEAT-ORLANDO MAGIC 99-104
Una sconfitta che non poteva essere più dolorosa di così per Miami, per almeno tre motivi diversi: il ko in un "derby" della Florida, la temporanea fuoriuscita dalla Top 8 a est che vale i playoff e il sorpasso proprio all'ottavo posto operato da Orlando, che ora invece vede la post season. Il tutto nasce nella folle serata della American Airlines Arena, dove gli Heat partono con il vento in poppa ma cedono di schianto dopo l'intervallo, facendosi raggiungere e poi superare dai Magic. Trovatisi anche sul +17 nel secondo quarto, infatti, gli Heat subiscono il sorpasso nel terzo periodo dopo un parzialone di 19-9 di Orlando, in cui brilla Nikola Vucevic (24 punti + 16 rimbalzi). Un vero e proprio disastro per Miami, che pure vede Dion Waiters conquistarsi lo scettro di top scorer con 26 punti, e la vecchia volpe Dwyane Wade andare a 22 pur partendo dalla panchina. Ma ora Orlando è in vantaggio sui rivali anche negli scontri diretti e vola sull'onda del sesto successo di fila, una striscia che non arrivava da otto anni. E sì, i motivi per preoccuparsi a Miami sono davvero molti.

DALLAS MAVERICKS-SACRAMENTO KINGS 121-125

La conquista dei playoff è sfumata? Provate a dirlo a Sacramento. I Kings, che ancora non sono bocciati dall'aritmetica, tornano a vincere e si tengono aggrappati al sogno di centrare una post season che sarebbe un gran bel premio soprattutto a Buddy Hield, ancora una volta decisivo con una tripla decisiva nell'ultimo minuto. Per lui i punti a fine partita sono 17, mentre De'Aaron Fox ne chiude addirittura 23. In generale comunque i californiani mandano in doppia cifra ben sei uomini, ulteriore riprova di un sogno che ancora non si è spento. Dall'altra parte c'è Dallas, dove ci ci crede di più non può che essere Luka Doncic. Lo sloveno trova la settima tripla doppia nella sua incredibile, prima stagione in Nba con altri numeri da paura: 28 punti, 12 rimbalzi e 12 assist. Un bel messaggio a Trae Young, l'altro candidato al premio di rookie dell'anno.

TORONTO RAPTORS-CHICAGO BULLS 112-103
Già a Chicago l'aria che tira non è esattamente buona, se poi si ferma anche per infortunio Lauri Markkanen ecco che per i Bulls diventa un'impresa ancora più improba raccogliere qualcosa di buono all'interno di una stagione da archiviare quanto prima e in cui i ko sono già 54. Toronto, seconda forza a est dietro l'inarrivabile Milwaukee, può quindi permettersi di gestire le risorse, con Kawhi Leonard in campo per soli 22 minuti e che comunque chiude il match come giocatore più utilizzato dai Raptors. I canadesi salutano quindi il ritorno alla vittoria dopo due ko consecutivi dando l'impressione di non faticare mai, essendosi trovati in vantaggio dal primo all'ultimo secondo. E regalando a Norman Powell la soddisfazione di essere il top scorer della nottata della Scotiabank Arena.

NEW ORLEANS PELICANS-ATLANTA HAWKS 120-130
Se Atlanta non ha alcun pensiero ancora in atto per il prosieguo della stagione (i playoff sono stati salutati da un pezzo), c'è un giocatore che sta tenendo alti i colori degli Hawks e anche a New Orleans ha fatto di tutto per dimostrarlo: si tratta di Trea Young, che continua a rivelarsi uno dei rookie dal maggiore impatto che la Nba abbia conosciuto negli ultimi anni. Per lui contro i Pelicans arrivano 33 punti (tra cui vanno sottolineate cinque triple e 12/24 dal campo) e 12 assist, una doppia doppia che fa sorridere gli Hawks in vista del futuro. I Pelicans, sotto già a partire dal primo quarto, non possono fare altro che applaudire i 24 punti di Julius Randle. Ma con Anthony Davis fermo e pronto all'addio, in Louisiana la sensazione è che ci sia parecchio da dover ricostruire.

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