NBA

Nba: Milwaukee e Antetokounmpo arrivano a 18 vittorie di fila, Belinelli sorride, Gallinari no

I Bucks battono anche Cleveland, San Antonio prevale su Phoenix all'overtime, Thunder piegati a Denver

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Continua la marcia inarrestabile dei Milwaukee Bucks, capaci di battere 125-108 Cleveland ottenendo la vittoria numero 18 di fila: 29 punti per il solito Giannis Antetokounmpo. Dallas paga l'infortunio di Luka Doncic e cade contro Miami all'overtime (118-122), lo stesso avviene anche a San Antonio contro Phoenix: in Messico finisce 119-121 per gli Spurs, con 4 punti di Marco Belinelli. Danilo Gallinari ne fa 7 e i Thunder perdono a Denver.

Getty Images

MILWAUKEE BUCKS-CLEVELAND CAVALIERS 125-108
I libri di storia sono già aperti, Milwaukee in queste settimane sta solo procedendo a inserire l'inchiostro nelle proprie penne. I Bucks continuano imperterriti la loro corsa contro i record e contro il tempo, dando la netta impressione di poterla vincere. Il filotto di successi consecutivi in Nba sale infatti a quota 18, con il record di franchigia (fissato nel lontano 1970-'71 e rappresentato dalla cifra tonda di 20) che si avvicina sempre di più. Sparring partner nella notte del Fiserv Forum sono i Cavs, che dopo l'inattesa vittoria all'overtime su San Antonio riprendono invece la propria corsa del gambero e si ritrovano ora ultimi a Est. Quello dei Bucks è un dominio, certificato dai 43 punti messi a segno nel solo secondo quarto e dai 29 punti realizzati dal solito, inarrestabile Giannis Antetokounmpo, che pure calca il parquet di Milwaukee per soli 24 minuti. Apprensione invece per l'infortunio occorso a Eric Bledsoe, che potrebbe costargli la sfida stellare con i Lakers. Ma questi Bucks sembrano non temere nemmeno inconvenienti del genere.

PHOENIX SUNS-SAN ANTONIO SPURS 119-121 OT
I San Antonio Spurs sembrano averci preso l'abitudine (anche se sicuramente le coronarie dei propri tifosi non apprezzeranno): alla Arena Ciudad de México di Città del Messico arriva infatti la quarta partita consecutiva che i texani chiudono all'overtime. Si tratta di un dato assolutamente inedito per l'intera storia della Nba, quando mai si era arrivati a quattro (le tre di fila si sono invece verificate 20 volte). Di queste quattro, però, gli Spurs ne hanno vinte tre e l'ultima del filotto è proprio la sfida oltre confine contro Phoenix. Decisivo è Patty Mills, che trova 26 punti tra cui quelli fondamentali sulla sirena del primo supplementare. Arrivano tutti a 18 i vari DeMar DeRozan, LaMarcus Aldridge e Dejounte Murray, ma referto alla mano risulta decisivo anche Marco Belinelli: se è vero che l'Azzurro di punti ne realizza appena 4 negli 8 minuti trascorsi in campo, la distanza striminziata tra San Antonio e i Suns fa capire che anche il suo contributo è servito eccome.

DENVER NUGGETS-OKLAHOMA CITY THUNDER 110-102
Perde invece la seconda trasferta di fila Oklahoma City, dove stavolta non riesce a incidere Danilo Gallinari: per lui sono solo 7 i punti a segno a Denver, contro un'avversaria che sta dando del filo da torcere a tutti e che rappresenta una delle realtà più concrete della Western Conference in ottica playoff. I Nuggets trascorrono quasi l'intera partita in vantaggio, ma è solo nel terzo quarto che piazzano l'accelerazione di fronte a cui i Thunder non riescono a reagire: costruito un vantaggio di +15, la rimonta tentata dagli ospiti nel finale non è infatti sufficiente. In casa OKC da rimarcare i 22 punti di Dennis Schroder, con Chris Paul che trova la doppia doppia (15+10 assist). Denver si gode invece un Nikola Jokic monumentale e in tripla doppia (28 punti, 14 rimbalzi e 12 assist), e i Nuggets volano.

HOUSTON ROCKETS-DETROIT PISTONS 107-115
Parlare di "serata storta" quando si mettono a referto 39 punti può sembrare un'eresia, eppure questa è la realtà di un James Harden che non riesce a incidere con i suoi Rockets nella sfida interna contro una versione pressoché perfetta dei Pistons, che in questo modo fanno retrocedere i texani al quinto posto a Ovest e soprattutto tornano a intravedere i playoff all'orizzonte a Est. Il Barba sbaglia tanto, sia dal campo che dall'arco, e addirittura rimane in panchina nell'ultimo minuto e mezzo. Questo permette a Detroit di respirare e di godersi un successo maturato in un secondo tempo trascorso interamente in vantaggio, grazie alle prove maiuscole di Derrick Rose (20 punti e 12 assist) e Luke Kennard (22 punti e 7 rimbalzi). Perché a volte timbrare il canestro 39 volte, da solo, non basta.

DALLAS MAVERICKS-MIAMI HEAT 118-122 OT
Luka Doncic manca, e Dallas cade. Lo fa in maniera rocambolesca e sfortunata: all'overtime, contro una Miami che approfitta del regalo della sorte e va a vincere in Texas grazie a Bam Adebayo (che trova il pareggio in extremis e chiude a quota 18 punti, 11 rimbalzi e 10 assist) e Jimmy Butler (autore di 27 punti). In casa Dallas, invece, tutta l'attenzione è rivolta alla caviglia malconcia della stella slovena, out dopo appena due minuti di partita. E alla fine i 28 punti di Hardaway o la doppia doppia di Porzingis (22 + 14 rimbalzi) servono solo a rendere ancora più amara una giornata in cui le notizie sono state solo cattive.

CHICAGO BULLS-LOS ANGELES CLIPPERS 109-106
I Bulls tornano a sorridere e lo fanno rifilando una sconfitta certamente inattesa a uno degli avversari più complicati che potessero presentarsi in Illinois: i lanciatissimi Clippers. E invece Chicago riesce a recuperare uno svantaggio di 5 punti negli ultimi due minuti di partita, con Zach LaVine che mette la firma sul sorpasso quando alla sirena mancano solo due secondi. Un punto esclamativo, il suo, su una partita da 31 punti. E i californiani hanno tanto da rimproverare a se stessi, dato che il vantaggio ben presto era arrivato a 15 punti sul campo di un'avversaria che sembrava spacciata e invece capace di rialzarsi nonostante i 27 punti di Paul George e i 30 di Montrezl Harrell. Nella Western Conference, tra l'altro, le big corrono per davvero come abbiamo visto: in casa Clippers c'è quindi la consapevolezza che questo tonfo potrebbe far male eccome.

TORONTO RAPTORS-BROOKLYN NETS 110-102
Riparte la corsa dei campioni della Nba tra le mura amiche dalla Scotiabank Arena, che ultimamente tanto amiche non si erano rivelate (i Raptors sono infatti reduci da tre ko consecutivi). I Nets si presentano però a Toronto senza Kyrie Irving e il solo Spencer Dinwiddie fatica a tirare la carretta, per quanto riesca a regalarsi una partita da 24 punti. Toronto ritrova invece un Marc Gasol tirato a lucido e che chiude a quota 17 punti e 15 rimbalzi, con una doppia doppia lontana però dai numeri stellari di Pascal Siakam: 30 punti e 10 rimbalzi per colui che dei canadesi è diventato il vero e proprio nuovo trascinatore.

MEMPHIS GRIZZLIES-WASHINGTON WIZARDS 128-111
Era data in crisi d'ossigeno solo qualche settimana fa, poi ne ha vinte tre su quattro (e la quarta l'ha giocata contro una certa Milwaukee) facendo capire a tutti di aver in qualche modo imparato a respirare nel modo giusto. Si tratta di Memphis, che piega la non irresistibile Washington e si conferma una delle squadre più in forma del momento. Importante il solito contributo di Ja Morant, che mette a referto 18 punti, ma il vero trascinatore per una volta è un altro: si tratta del rookie Brandon Clarke, che arriva a quota 25. Di meglio fa Bradley Beal, che per i Wizards ne realizza 29 aggiungendoci 10 rimbalzi. Ma i capitolini proprio non riescono a scuotersi dal torpore che di fatto li ha ammantati da inizio stagione. E le sconfitte raccolte nelle ultime otto partite salgono ora a quota sette.

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