Nba: Magic Johnson si dimette da presidente dei Lakers, Denver e Houston ko

I Rockets si arrendono alla tripla doppia di Russell Westbrook e al game winner di George, i Nuggets cadono a Utah ma restano secondi a Ovest

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Nba: Magic Johnson si dimette da presidente dei Lakers, Denver e Houston ko - foto 1

Il cielo sopra la Los Angeles gialloviola è sempre più nuvoloso. Con un annuncio a sorpresa, Magic Johnson lascia la carica di presidente dei Lakers poco prima della partita (persa) contro Portland. Notte agrodolce per Denver, che cade 118-108 contro Utah, ma (per ora) conserva il secondo posto nella Western Conference, complice la sconfitta di Houston contro Oklahoma City, trascinata dalla tripla doppia di Westbrook e dal game winner di George.

NEW ORLEANS PELICANS-GOLDEN STATE WARRIORS 103-112
I Golden State Warriors vincono la penultima partita di regular season, ma rischiano di perdere Steph Curry. Dura infatti poco più di 10 minuti la partita del numero 30, costretto a lasciare il parquet dopo aver appoggiato male il piede destro ed essersi infortunato alla caviglia. Una notizia che, a quattro giorni dall'inizio dei playoff, tiene con il fiato sospeso sia Steve Kerr che tutti i tifosi della Baia. Tornando alla partita, allo Smoothie King Center finisce 112-103 in favore dei campioni in carica, che ci mettono più tempo del previsto a scrollarsi di dosso gli avversari. Dopo aver chiuso la prima metà di gara in perfetta parità, il parziale decisivo arriva solo nel terzo quarto, con gli Warriors che mettono 9 punti tra sé e gli avversari. Il migliore tra le fila dei campioni in carica è DeMarcus Cousins, che chiude con una doppia doppia da 21 punti e 12 rimbalzi. A New Orleans non bastano i 30 punti di Jahlil Okafor e la doppia doppia (26+12) di Christian Wood.

MIAMI HEAT-PHILADELPHIA 76ERS 122-99
È la notte di Dwyane Wade alla American Airlines Arena. I suoi Heat giocano l'ultima gara casalinga della stagione, e il numero 3, che si ritirerà dalla Nba dopo la partita contro Brooklyn, saluta i suoi tifosi. Gli Heat gli dedicano un commovente video tributo prima della palla a due: “Ragazzi, volete già farmi piangere?”, commenta D-Wade, autore di una prova da 30 punti (top-scorer) e già a canestro dopo 13 secondi. Philadelphia, terza a Est, non fa molto per vincere, ed esce subito fuori dalla partita. I Sixers, senza Joel Embiid e con i titolari a basso minutaggio, vanno sullo svantaggio nell'ordine della doppia cifra dopo pochi minuti e non lo recuperano più. Anzi. Miami domina il match fino al 122-99 finale, ma Detroit batte Memphis e quindi gli Heat sono fuori dai playoff.

DALLAS MAVERICKS-PHOENIX SUNS 120-109
Quella tra i Dallas Mavericks e i Phoenix Suns era la sfida tra la penultima e l'ultima squadra della Western Conference. Ad avere la meglio sono i padroni di casa, che si impongono 120-109 e compiono un balzo in classifica, scavalcando in un solo colpo sia Memphis che New Orleans. In quella che è stata ufficialmente la sua ultima partita con la maglia dei Dallas Mavericks dopo 21 stagioni passate in Texas, Dirk Nowitzki chiude con 30 punti, a cui aggiunge anche 8 rimbalzi e 3 assist. Come in una sorta di passaggio del testimone, il tedesco lascia però il palcoscenico a Luka Doncic, che gioca una partita straordinaria, chiudendo con l'ottava tripla doppia della propria favolosa stagione da rookie: 21 punti, 16 rimbalzi e 11 assist per lo sloveno classe 1999. Dall'altra parte, Phoenix, già fuori dai giochi dopo il primo tempo, si affida al veterano Jamal Crawford, che ne mette 51 in uscita dalla panchina. Non è una novità per il 39enne di Seattle, che diventa il primo giocatore nella storia della Nba a scollinare quota 50 con quattro maglie diverse.

WASHINGTON WIZARDS-BOSTON CELTICS 110-116
C'è chi trova motivazioni anche in una partita che per quanto riguarda i verdetti ha già detto tutto prima di cominciare. È Bradley Beal, diventato il primo giocatore nella storia dei Wizards a raggiungere 25 punti, 5 assist e 5 rimbalzi di media in una singola stagione. I suoi 16 punti, tuttavia, non bastano a Washington, che trova la 50esima sconfitta (mai così male dal 2013) in un'annata contrassegnata dagli infortuni a John Wall e Dwight Howard. I Celtics non schierano i migliori: Kyrie Irving, Jyson Tatum, Gordon Hayward, Al Horford, Marcus Smart, Aaron Baynes e Marcus Morris sono out in vista dei playoff contro Indiana, in cui Boston avrà il vantaggio del fattore campo. Ma quello che fa sorridere coach Brad Stevens è l'affidabilità delle seconde linee: ben sette giocatori su nove in doppia cifra. Il top-scorer è Terry Rozier con 21 punti.

UTAH JAZZ-DENVER NUGGETS 118-108
Una notte dal sapore agrodolce per i Denver Nuggets, che cadono sul parquet degli Utah Jazz ma, complice la contestuale sconfitta degli Houston Rockets contro gli Oklahoma City Thunder, mantengono il secondo posto nella Western Conference. Vincendo contro Minnesota, nell'ultima notte di regular season, la squadra di coach Mike Malone sarebbe certa di chiudere la stagione alle spalle dei Golden State Warriors. Alla EnergySolutions Arena finisce 118-108 per i padroni di casa, che si affidano ai 46 punti di uno scatenato Donovan Mitchell, al suo massimo in carriera. Alla prova monstre della guardia di Utah, si aggiungono anche le doppie doppie di Rudy Gobert (20 punti e 10 rimbalzi) e di Joe Ingles (10 con 13 assist). Dall'altra parte, invece, Nikola Jokic è limitato dai falli e resta sul parquet solo 16 minuti, combinando 2 punti, 5 rimbalzi e 2 assist. Il migliore è Malik Beasly, che chiude con 25 punti, ai quali si aggiungono i 22 a testa di Monte Morris e Jamal Murray, ma non basta. Come detto, il destino di Denver è nelle proprie mani.

OKLAHOMA CITY THUNDER HOUSTON ROCKETS 112-111
La sfida più emozionante della notte arriva dalla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City dove i Thunder e i Rockets danno vita a uno show memorabile. Se questo è quanto ci aspetterà al primo turno di playoff, ci sarà davvero da divertirsi. A uscire vincitrice dal parquet è OKC, che si impone 112-111 all'ultimo secondo grazie al game winner dello specialista Paul George. I padroni di casa, sotto di 14 punti all'inizio del quarto quarto, si affidano all'ex Indiana Pacers, autore di una prova da 27 punti, e al solito Russell Westbrook, che realizza la tripla doppia numero 33 della propria stagione: 29 punti, 12 rimbalzi e 10 assist per il numero 0 dei Thunder. Ai Rockets non bastano i 39 punti di James Harden che, però, ha sulla coscienza l'errore dalla lunetta del tiro libero (fatto davvero insolito per lui), che avrebbe potuto regalare il +3 ai suoi a 9.4 secondi dalla sirena finale. Da sottolineare anche la prova di Chris Paul, che chiude con 24 punti e che sembra in grande forma in vista dell'inizio dei playoff.

LOS ANGELES LAKERS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 101-104
La stagione da dimenticare dei Los Angeles Lakers si chiude con l'ennesima sconfitta in casa e le dimissioni, a sorpresa, di Magic Johnson dalla carica di presidente. Una decisione che l'ex stella dello show-time gialloviola spiega con "la voglia di divertirsi di più e sentirsi libero". Sul parquet, invece, LA cade per la 18esima volta davanti ai propri tifosi contro i Portland Trail Blazers, che si impongono 104-101 al termine di una partita equilibrata. Un successo che, per Portland, tiene aperte le speranze di migliorare la quarta posizione in classifica, in caso di vittoria nell'ultima partita della stagione contro Sacramento al Moda Center. Il migliore tra le fila degli ospiti è Maurice Harkless, che chiude con 26 punti, ai quali si aggiungono i 20 di Damian Lillard e la doppia doppia da 22 punti e 16 rimbalzi di un super Enes Kanter. Per i Lakers, invece, il top-scorer è, ancora una volta, Kentavious Caldwell-Pope, che chiude con 32 punti, 5 rimbalzi e 9 assist. Eccellente la prova di Alex Caruso: 12 punti, 7 rimbalzi e 13 assist per il numero 4 gialloviola.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-TORONTO RAPTORS 100-120
Tutto facile per i Toronto Raptors, che chiudono la propria stagione con una comoda vittoria contro i Minnesota Timberwolves. Al Target Center di Minneapolis, finisce 120-100 per i canadesi, che conquistano la W numero 58 della propria annata. Dopo una prima frazione equilibrata, la partita si spacca nel secondo quarto, in cui Toronto realizza la bellezza di 43 punti, scappando sul +22 all'intervallo lungo. I T'Wolves, che tirano male dal campo, non riescono a colmare il gap e devono subire il 45esimo ko della propria stagione. Il top-scorer per i Raptors è Kawhi Leonard, che chiude con 20 punti, ai quali si aggiungono i 16 di Fred Van Vleet e i 15 (con 13 rimbalzi) di Chris Boucher. Per Minnesota, che deve rinunciare a Karl-Anthony Towns, i migliori sono Gorgui Dieng e Andrew Wiggins, che chiudono con 16 punti a testa. Al momento, quando manca solo una partita per chiudere la regular season, Toronto al primo turno di playoff dovrebbe vedersela con gli Orlando Magic, settimi in classifica.

CLEVELAND CAVALIERS-CHARLOTTE HORNETS 97-124
Charlotte tiene vive le speranze di playoff, battendo a domicilio i derelitti Cleveland Cavaliers. Match che ha storia solo nel primo quarto. Gli ospiti allungano già a ridosso dell'intervallo lungo, chiuso sul 64-56, per poi scappare negli ultimi 24', quando Cleveland mette assieme solo 41 punti. Gli Hornets sono in grande giornata al tiro (57,7% dal campo, di cui un buon 50% da tre). È il solito Kemba Walker a guidarli, con 23 punti, gli stessi di Jeremy Lamb. Dopo il match, alcuni giocatori di Charlotte vedono Detroit-Memphis: la vittoria dei Pistons complica i piani alla banda di coach Borrego, che dovrà battere Orlando e sperare che New York batta Detroit. Per Cleveland il migliore è Sexton con 18 punti. I Cavaliers chiudono una stagione amara, la quarta peggiore di sempre.

DETROIT PISTONS-MEMPHIS GRIZZLIES 100-93
Con l'acqua alla gola, Detroit batte Memphis e tiene a bada la rimonta di Charlotte per l'ultimo posto playoff disponibile a Est. I Pistons giocano non una grande pallacanestro, soprattutto nel secondo quarto, quando vanno sotto di 22 punti. All'intervallo lungo Memphis comanda 57-38, sintomo delle scarse percentuali dei Pistons, che non recuperano un -19 dopo 24' dal 31 marzo 1989. Detroit, però, trova le energie per farlo: Andre Drummond realizza la solita doppia doppia (20 punti e 17 rimbalzi), Ish Smith trova il season-high da 22 punti. Prestazioni che oscurano quella di Blake Griffin (5 punti), in difficoltà fisica. Ai Grizzlies non bastano i 15 punti di Delon Wright e Bruno Caboclo, e ai Pistons riesce la rimonta: battendo New York al Madison Square Garden saranno ai playoff.

CHICAGO BULLS-NEW YORK KNICKS 86-96
Match di importanza platonica allo United Center di Chicago. I Bulls salutano i loro tifosi “regalando” loro il 32esimo ko interno (record di franchigia), stavolta contro New York, che in trasferta ne aveva vinte solo sette. I Knicks allungano già a fine primo quarto, trovando un +20 con una tripla di Luke Kornet. Chicago rimonta solo parzialmente: all'intervallo lungo è 57-50 per gli ospiti, che possono contare su un Dennis Smith da 25 punti e un Mitchell Robinson dominante nel pitturato (17 rimbalzi). New York gestisce il gap e può sperare di non finire la stagione con il peggior record in assoluto nella storia della franchigia (18-64). Sarà però dura battere Detroit, che vuole l'ottavo posto a Est. Il top-scorer di Chicago, in serata no al tiro (36,1% dal campo), è Ryan Arcidiacono con 14 punti.

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