NBA

Nba: Lakers e Bucks inarrestabili con LeBron e Antetokounmpo, Belinelli torna a vincere, Melli ko

A Ovest dominano i losangelini (a Memphis settima vittoria consecutiva), a Est Milwaukee. San Antonio torna alla vittoria, Utah ha la meglio su New Orleans

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Serata che esalta i giganti, quella che si consuma in Nba. I Lakers vincono la settima consecutiva a Memphis: finisce 108-109, con 30 punti di LeBron James. Sono invece 28 (con 10 rimbalzi) quelli di Giannis Antetokounmpo, ancora una volta faro dei Bucks che strapazzano Detroit (104-90). Notte agrodolce per gli italiani: 8 punti per Marco Belinelli, con gli Spurs che fanno 104-111 a New York, Melli e i Pelicans sconfitti 128-120 dai Jazz.

Getty Images

NEW YORK KNICKS-SAN ANTONIO SPURS 104-111
I San Antonio Spurs rialzano la testa al Madison Square Garden, e dopo otto sconfitte consecutive finalmente tornano al successo. Lo fanno abbattendo i New York Knicks che dopo il solito inizio di campionato da tregenda erano reduci da una buona settimana (con due vittorie sulle quattro di questa stagione, ottenute contro Dallas e Cleveland). Nulla possono però di fronte alla partenza sprint dei furiosi Spurs, già sul 32-16 al termine del primo quarto e capaci di andare all'intervallo lungo con 25 lunghezze di vantaggio sul 68-43. Inutile quindi il tentativo di rimonta Knicks, durato per tutti e due gli ultimi quarti: San Antonio tiene e torna a muovere la sua classifica, che parla ora di 6 vittorie e 11 ko. Importante la loro prova di squadra, cui contribuiscono LaMarcus Aldridge (23 punti), DeMar DeRozan (21) e Patty Mills (17 partendo dalla panchina, di cui 15 in un rotondo 5/5 dall'arco). A quota 8 invece Marco Belinelli, che in 17 minuti distribuisce anche due assist. Dall'altra parte, invece, Marcus Morris si spinge fino a 20 punti e Bobby Portis arriva a 16. Ma questa volta a New York non basta.

UTAH JAZZ-NEW ORLEANS PELICANS 128-120
Quest'anno sono in tanti a correre a Ovest, e tra questi figurano certamente anche i Jazz. Utah trova infatti la terza vittoria consecutiva e soprattutto l'undicesima in 18 partite stagionali piegando a Salt Lake City i Pelicans, che forse troppo tardi provano a raddrizzare una partita iniziata male e in cui il disavanzo all'intervallo lungo è di 20 punti (74-54). Per New Orleans sono 33 i punti di Brandon Ingram e 28 quelli di Jrue Holiday, anche Nicolò Melli fa il suo con 6 punti in 16 minuti, ma dall'altra parte Donovan Mitchell costruisce la sua miglior prestagione stagionale grazie a 37 punti. Poi Bojan Bogdanovic ne realizza 28, ma soprattutto i Jazz ne segnano ben 44 in un primo quarto che non permette agli ospiti di riprendere il match.

MEMPHIS GRIZZLIES-LOS ANGELES LAKERS 108-109
Sembrava proprio dover essere Memphis il luogo deputato ad arrestare la corsa dei Lakers, e invece anche al termine di una serata complicatissima i losangelini strappano l'ennesima vittoria e si portano a sette successi consecutivi. Onore al merito però ai Grizzlies, che per tutto il primo tempo non si trovano mai sotto i gialloviola al punteggio e a un certo punto li guardano addirittura dal +15 (avviene sul 40-25). Dopo l'intervallo lungo arriva però l'inarrestabile rimonta dei Lakers, guidata come al solito da Anthony Davis (22 punti) e soprattutto LeBron James, che arriva a quota 30. In casa Memphis ci sono i 26 punti di Ja Morant, che tra le mani ha avuto anche l'ultimo possesso del match. Quello del mancato controsorpasso. E i Lakers ora guardano tutti dall'alto del loro pazzesco record di 14 vittorie e appena due sconfitte.

MILWAUKEE BUCKS-DETROIT PISTONS 104-90
Se a Ovest ci sono i Lakers, l'Est risponde con Milwaukee. I Bucks continuano infatti la loro corsa forsennata, che parla ora di 13 vittorie e 3 sconfitte. Ultima in ordine a cadere al Fiserv Forum è Detroit, che invece nella Eastern Conference naviga nel più totale anonimato e in terra di Wisconsin deve arrendersi all'ormai quasi inevitabile doppia doppia di Giannis Antetokounmpo. Stavolta sono 28 punti e 10 rimbalzi, un filotto che mancava dal 1981 e dai tempi di Moses Malone. Ma alla settima vittoria di fila dei Bucks contribuiscono anche Wesley Matthews (13) e Eric Bledsoe (11). I Pistons fanno quello che possono: in assenza di Blake Griffin, Andre Drummond trova 12 punti e 17 rimbalzi, 20 punti sono firmati invece da Derrick Rose che parte dalla panchina. Troppo poco per impensierire questi Bucks, che sembrano intenzionati ad andare davvero fino in fondo.

ATLANTA HAWKS-TORONTO RAPTORS 116-119
Atlanta non era sicuramente l'avversario più arcigno che potesse trovare sul suo cammino (la franchigia della Georgia è ultima a Est, anche sotto i derelitti Knicks), sta di fatto che Toronto non tradisce mai e arriva a 11 vittorie in 15 partite, un filotto superato nella Eastern Conference solo dai celebratissimi Bucks. La sfida della State Farm Arena è però forse più aperta del previsto, tanto che gli Hawks nel secondo quarto tentano anche un'accelerazione che li porta all'intervallo lungo sul +9. Poi però sale in cattedra Pascal Siakam, che chiuderà la sua serata a quota 34 punti e i campioni in carica della Nba mettono nel paniere un altro successo, nonostante la sontuosa tripla doppia di Trae Young per Atlanta (30 punti, 10 rimbalzi e 10 assist).

PHILADELPHIA 76ERS-MIAMI HEAT 113-86
Philadelphia è una sentenza, in particolare al Wells Fargo Center: i Sixers arrivano infatti a 7 vittorie in altrettante uscite casalinghe stagionali, in uno scontro ai piani alti della Eastern Conference. A cadere sono infatti i Miami Heat, che come i rivali sono a quota 11 successi da inizio stagione. Nulla possono però contro un Josh Richardson particolarmente ispirato e che chiude a quota 32 punti. Polveri bagnate invece per gli Heat, dove un encomiabile Tyler Hierro arriva a 20 punti (grazie anche a 4 triple a segno), ma manca l'apporto del grande ex Jimmy Butler, che sul parquet in cui ha scritto una discreta fetta della sua carriera non va oltre 11 punti sbagliando moltissimo (come chiaramente suggerito dalla sua percentuale di 4/13 dal campo). Philly quindi si esalta anche grazie a Joel Embiid e alla sua doppia doppia da 23 punti e 11 rimbalzi e continua la sua corsa inarrestabile, specie tra le mura amiche.

CHARLOTTE HORNETS-CHICAGO BULLS 115-116
Lentamente i Bulls stanno cercando di riportarsi a ridosso della zona playoff della Eastern Conference, ma soprattutto a Charlotte la ritrovata Chicago riscopre un nuovo vecchio eroe. Si tratta di Zach LaVine, che non avrà un carattere certamente facile, ma allo Spectrum Center si inventa una serata da 49 punti di cui 39 dall'arco (per lui la percentuale da tre è un importante 13/17). Peraltro il riottoso prodotto collegiale dell'Ucla è decisivo anche nel clamoroso finale: gli Hornets, in vantaggio per l'intero quarto periodo, perdono infatti all'ultimo possesso e con LaVine che la mette a 0.8 dalla sirena. Praticamente un suicidio per Charlotte, che a 14 secondi dalla fine erano addirittura sul +5, prima di sbagliare letteralmente tutto nel finale. E a nulla servono i 28 punti di Rozier, i 21 di Williams e la doppia doppia (18+10 assist) di Graham.

CLEVELAND CAVALIERS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 110-104
Ormai non è più un segreto: Portland è una delle squadre più in difficoltà dell'intera Nba e solo i profondissimi problemi di Golden State le permettono di non essere fanalino di coda della Western Conference. A Cleveland, sul campo di un'altra squadra certo non in salute come i Cavaliers, arriva quindi il quarto ko di fila di 12 complessivi in stagione (su 17 partite), e a poco servono i 23 punti di Damian Lillard, i 20 di CJ McCollum o gli 11 in 35 minuti di gioco di un Carmelo Anthony che proprio non sta riuscendo a incidere per i Blazers. Sorridono quindi i Cavs, che mettono fine al proprio filotto da incubo fatto di sole sconfitte nelle ultime sei uscite (l'ultima, a Dallas, di 42 punti) e prevalgono grazie a un finale di partita a bolla, in cui è decisivo un Jordan Clarkson da 28 punti.

INDIANA PACERS-ORLANDO MAGIC 111-106
Una vittoria da sogno quella dei Pacers, che vince una delicatissima sfida dal profumo di playoff contro Orlando grazie alla giocata decisiva di due fratelli. Sono Justin e Aaron Holiday, che sul 106-106 e il cronometro che segna -10 secondi alla fine si inventano il canestro della vittoria, quello che da ragazzini chissà quante volte avevano provato nel giardino di casa: il maggiore, Justin, serve la palla al minore, Aaron, che dai tre punti va a segno. Indiana vince così, salendo al sesto posto della Eastern Conference al termine di una partita in cui Domantas Sabonis arriva a quota 25 punti e i combattivi Magic restano aggrappati fino alla fine alla vittoria anche grazie ai 26 punti di Evan Fournier e ai 25 di Jonathan Isaac. Il tutto prima che una storia più vecchia dello stesso basket, quella di un fratello grande che regala il canestro della vittoria a un fratello piccolo, venisse riscritta sul parquet del Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-PHOENIX SUNS 98-110
Un Devin Booker tirato a lucido a Minneapolis si inventa una partita da 35 punti e 12 rimbalzi riportando i Suns al successo dopo una partita certamente non facile e decisa in un finale infuocato, in cui potrebbe succedere letteralmente di tutto. Anche perché Minnesota non ha alcuna intenzione di perdere ancora, in una fase piuttosto delicata della sua stagione (delle ultime cinque, quattro sono state perse). Così Karl-Anthony Towns sfodera un'altra prestazione memorabile, con 31 punti e 17 rimbalzi, ma i T'Wolves non guariscono e finiscono di nuovo ko, anche perché in casa Phoenix c'è anche un Kelly Oubre in grado di mettere a referto 25 punti e 11 rimbalzi.

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