BASKET

Nba: Irving trascina Brooklyn contro i Celtics, Gallinari e gli Hawks esultano sulla sirena

L’ex di serata segna 40 punti nel 121-109 dei Nets su Boston, Atlanta beffa Toronto con una tripla di Snell allo scadere. Belle vittorie per 76ers, Clippers e Suns

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I Nets iniziano nel migliore dei modi la seconda parte della stagione Nba, battendo 121-109 i Celtics grazie a 40 punti di Irving, ex di serata. Vittoria a fil di sirena per gli Hawks di un ottimo Gallinari (20): Snell segna la tripla che vale il 121-120 contro Toronto. Successi importanti per 76ers (127-105 a Chicago), Clippers (130-104 su Golden State) e Suns (127-121 a Portland). Sorridono Heat, Bucks, Thunder, Wolves, Hornets e Kings.

afp

BROOKLYN NETS-BOSTON CELTICS 121-109

Inizia con una netta vittoria nei confronti del Celtics la seconda parte di stagione dei Brooklyn Nets, che pur senza Kevin Durant e il nuovo arrivo Blake Griffin possono fare affidamento su un ispiratissimo Kyrie Irving per conquistare il dodicesimo successo nelle ultime tredici uscite. L’ex di serata firma una prestazione da ricordare, con 40 punti a tabellino (massimo in stagione) e 15/23 complessivi al tiro. Accanto a lui James Harden flirta con la tripla-doppia registrando 22 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, e pur tirando 1/8 dalla distanza è tra gli uomini decisivi nel 13-3 di parziale negli ultimi tre minuti e mezzo che, di fatto, mette il sigillo sulla vittoria. A Boston non sono sufficienti i 31 punti di Jayson Tatum, anche perché nessun altro in canotta biancoverde scollina quota 20: arriva così il primo ko dopo le quattro vittorie di fila prima dell’All-Star break.

TORONTO RAPTORS-ATLANTA HAWKS 120-121

Attenzione alla risalita degli Hawks: la squadra di Nate McMillan conquista con muscoli e cuore una vittoria importante per risalire nella zona ‘play-in tournament’, con Tony Snell eroe di serata grazie alla tripla allo scadere che permette agli ospiti di completare una bella rimonta dell’ultimo quarto (caratterizzato da un parziale complessivo di 37-26 per Atlanta). A fornire l’assist decisivo, sfruttando una difesa arrivata addirittura a triplicarlo, è il solito Trae Young, che giganteggia nel backcourt anche dal punto di vista realizzativo, con i suoi 37 punti. Non va dimenticato anche l’impatto dalla panchina di un ottimo Danilo Gallinari: 20 i punti dell’azzurro, con 4/8 da tre, 5 rimbalzi e un plus-minus di +10 in poco più di 29’ di gioco. Diventano così inutili, per la squadra allenata da Nick Nurse (tornato in panchina dopo l’isolamento per il protocollo anti-Covid) i 33 punti di Norman Powell e i 29 di Chris Boucher: l’assenza di Fred VanVleet e Pascal Siakam continua a farsi sentire.

CHICAGO BULLS-PHILADELPHIA 76ERS 105-127

Non ci sono Joel Embiid e Ben Simmons, entrambi fermati dal protocollo anti-Covid per essersi tagliati i capelli da un barbiere risultato positivo, ma Philadelphia trova energia e punti da Tobias Harris e da un redivivo Dwight Howard e supera abbastanza in scioltezza una squadra dalle soluzioni offensive limitate, soprattutto nell’ultimo periodo di gioco. Con 24 punti, Harris è il miglior marcatore di serata, mentre Howard realizza una doppia-doppia da 18 punti e 12 rimbalzi, mettendo a referto anche 2 stoppate. Se poi Tony Bradley e Matisse Thybulle tirano con il 100% dal campo (7/7 per 14 punti il primo, 5/5 per 13 il secondo), per Chicago non c’è davvero nulla da fare e non possono bastare 23 punti di Lauri Markkanen, soprattutto in una serata in cui Zach LaVine si ferma a quota 19. Terza vittoria consecutiva quindi per Phila, che conserva la vetta della Eastern conference con mezza partita di vantaggio su Brooklyn.

LOS ANGELES CLIPPERS-GOLDEN STATE WARRIORS 130-104

Derby della California amaro per gli Warriors, che restano al decimo posto ad Ovest e in futuro dovranno riflettere necessariamente su soluzioni offensive alternative quando, come stanotte, Steph Curry è tutt’altro che in serata. Dall’altra parte ci sono infatti dei Clippers agguerriti, che dominano i quarti centrali (76-42 il parziale fra secondo e terzo periodo) e conquistano il primo successo dopo tre sconfitte consecutive, superando al meglio l’impatto psicologico negativo dovuto all’infortunio di Pat Beverley alla fine del primo periodo (per lui un problema al ginocchio da valutare nelle prossime ore). Bastano così 28 punti di Kawhi Leonard, 17 di Paul George e la doppia-doppia da 16 punti e 14 rimbalzi di Serge Ibaka per schiantare la concorrenza, che si limita ai 15 punti di Andrew Wiggins e Kelly Oubre jr e ai 14 (con 1/8 dalla distanza) di Curry. Per Golden State è il peggior momento della stagione: sono quattro, infatti, le sconfitte consecutive.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-PHOENIX SUNS 121-127

Dove vogliono arrivare questi Suns? Phoenix conquista nella notte la vittoria numero diciassette nelle venti giocate dal 28 gennaio in poi, consolidando il secondo miglior record della Lega e portandosi a due sole partite da Utah, capolista ad Ovest (e della Nba stessa). Contro Portland, però, non è semplice portarla a casa: i Blazers sono avanti di 4 punti all’ultimo mini-intervallo grazie soprattutto al solito Damian Lillard (che chiuderà a quota 30), e serve il miglior Devin Booker per conquistare il successo, con una prestazione da 35 punti, 8 assist e 5 rimbalzi che, accompagnata ai 19 di un Chris Paul sempre più vicino ai suoi massimi livelli, vale la vittoria, la quinta di fila. Adesso per i Suns arriva una serie di cinque partite casalinghe: il pubblico è limitato a poche presenze, ma è certo che spingerà il più possibile i propri beniamini perché allunghino il momento positivo.

MIAMI HEAT-ORLANDO MAGIC 111-103

Gli Heat si mettono alle spalle il caso legato a Meyers Leonard (l’insulto razzista durante una live su Twitch gli costerà 50mila dollari di multa e la sospensione da partite e allenamenti per una settimana, oltre all’obbligo di frequenza ad un corso su integrazione e inclusività) con una vittoria sul campo, nel derby della Florida contro i Magic. Protagonista della serata è uno spettacolare Jimmy Butler da 27 punti, 11 assist, 8 rimbalzi e 3 palle rubate, ben accompagnato dai 20 punti di Kelly Olynyk e da un Tyler Herro capace di segnarne 17 partendo dalla panchina. Dall’altra parte Nikola Vucevic si conferma leader della franchigia mettendo a referto 24 punti e 17 rimbalzi, ma non basta: Miami vince l’ottava partita nelle ultime nove agganciando i Celtics al quarto posto ad Est, Orlando deve fare invece i conti con la sesta sconfitta di fila e con un decimo posto distante ora ben quattro partite.

MILWAUKEE BUCKS-NEW YORK KNICKS 134-101

Tutto troppo facile al Fiserv Forum per i Bucks: Giannis Antetokounmpo, reduce dal premio di Mvp conquistato nell’All-Star Game di domenica, trascina Milwakuee alla vittoria contro una spenta New York, con una prestazione da 24 punti, 10 rimbalzi e altrettanti assist da parte del ‘Greek Freak’, alla quinta tripla-doppia stagionale. Oltre a lui ci sono altri sei uomini in doppia cifra per la squadra di casa, tra i quali si segnala un Bryn Forbes imbattibile dalla distanza, con 7/7 per 21 punti complessivi. Serataccia, invece, per i Knicks: Julius Randle tira con un orrido 3/12 e non va oltre i 7 punti a tabellino, R.J. Barrett prova a prendere in mano la squadra della Grande Mela e ne segna 22, ma Milwaukee non perde mai colpi e dilaga nell’ultimo periodo, fino al +33 conclusivo.

OKLAHOMA CITY THUNDER-DALLAS MAVERICKS 116-108

Senza Luka Doncic, infortunato alla caviglia, e Kristaps Porzingis, fermato da un problema al ginocchio, Dallas è davvero poca cosa e lo dimostra contro una delle squadre meno convincenti della Western Conference, i Thunder di coach Mark Daigneault. Non che ai Mavs manchino i realizzatori, come dimostrano i 27 punti di Josh Richardson, i 26 di Jalen Brunson e i 24 di Tim Hardaway jr, ma quando gli altri otto giocatori sommano appena 31 punti è complesso anche solo pensare di poterla portare a casa. Ne approfitta così un ispirato Shai Gilgeous-Alexander, autore di 32 punti, mentre si rivede fra i migliori in campo anche Al Horford, che sfiora la doppia-doppia con 21 punti e 9 rimbalzi. Difficile immaginare in una risalita da parte di Okc, ma il decimo posto (che vale l’ingresso nel ‘play-in tournament’) è distante appena due partite e mezzo e sognare non costa nulla.

NEW ORLEANS PELICANS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 105-135

Se Dallas ha la scusante delle assenze pesanti, è invece difficile individuare le cause del -30 che i Pelicans subiscono in casa dalla peggior squadra della Nba, i T-Wolves di coach Chris Finch, alla sua prima vittoria sulla panchina di Minnesota dopo un inizio da incubo (cinque sconfitte). Sul parquet, infatti ci sono Zion Williamson, Brandon Ingram e Lonzo Ball, ma se il primo realizza 24 punti e tutto sommato resta in media con le sue solite prestazioni, gli altri due perni principali dell’attacco di New Orleans tradiscono le attese e ne mettono a segno rispettivamente solo 13 e 10. Dall’altra parte, invece, c’è un Anthony Edwards finalmente decisivo con 27 punti a tabellino, mentre nel garbage time esplode il talento di Jaylen Nowell, che ne marca 28 con 6/7 dalla distanza. Minnesota torna così a vincere per la prima volta in 26 giorni, mentre gli uomini di Stan Van Gundy (che concede appena 6’42” a Nicolò Melli, autore di 2 punti) è buio pesto: sono cinque i ko nelle ultime sei uscite stagionali e l’infortunio al piede di J.J. Redick, che resterà fuori almeno una settimana, complica ulteriormente le cose.

CHARLOTTE HORNETS-DETROIT PISTONS 105-102

Allo Spectrum Center l’equilibrio regna sovrano per tutti i 48 minuti effettivi di gioco, ed è soltanto nel finale che la squadra di casa, sotto gli occhi del proprietario della franchigia Michael Jordan, riesce a conquistare un successo utile per tornare a ‘quota 500’ per la prima volta dal mese di gennaio. A Detroit non basta un Jerami Grant da 32 punti: dall’altra parte, infatti, lo sforzo di squadra è sufficiente per il successo, così diventano maggiormente d’impatto i 20 punti di P.J. Washington e i 17 di Gordon Hayward e Terry Rozier, decisivo nella spallata conclusiva che consegna il successo agli Hornets. Meno bene dal punto di vista realizzativo, invece, LaMelo Ball, che tira 3/11 e segna solo 7 punti, ma per il figlio piccolo di LaVar ci sono comunque 9 assist importanti nell’economia della partita, la seconda consecutiva vinta da Charlotte.

SACRAMENTO KINGS-HOUSTON ROCKETS 125-105

Due squadre dal passato glorioso e dal presente opaco si affrontano al Golden 1 Center: a vincere sono i Kings di coach Luke Walton, che costringono i Rockets alla sconfitta consecutiva numero 14 in una partita dominata dal secondo quarto in poi, dopo il 35-33 della prima frazione. Il miglior marcatore, nonché Mvp indiscusso della serata californiana, è De’Aaron Fox, con una prestazione da 30 punti, 9 rimbalzi e 7 assist accompagnata da un impressionante coefficiente plus-minus di +31. Accanto a lui si muovono in scioltezza Harrison Barnes, Richaun Holmes e Buddy Hield, tutti autori di 20 punti: per i primi due ci sono anche 11 rimbalzi a referto, mentre il bahamense aggiunge 7 assist. Houston non regge il colpo e crolla ben prima dell’intervallo nonostante un buon Victor Oladipo, autore di 23 punti e 9 assist complessivi: la classifica è impietosa e solo Detroit e Minnesota hanno fatto peggio dei texani in tutta la Lega.

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