BASKET

Nba: i Nets cadono a Orlando, Utah beffa Toronto. Doncic non basta ai Mavs

Sconfitta a sorpresa per Brooklyn, i Magic vincono 121-113. I Jazz battono i Raptors con 8 punti negli ultimi 90” di Mitchell, Luka ne fa 38 ma Portland batte Dallas 125-119

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Nella notte Nba arriva da Orlando il risultato più sorprendente: i Magic battono 121-113 i Nets chiudendo la serie vincente di Brooklyn a 6 partite nonostante i 43 di Irving. Resistono i Jazz, che con 8 punti negli ultimi 90” di Mitchell superano 115-112 Toronto. Portland sconfigge 125-119 i Mavs, ai quali non bastano i 38 di Doncic. Suns e Nuggets ok in casa, colpi esterni per Warriors (Mannion a secco in 14’), Pacers, Kings, Spurs e Pistons.

afp

ORLANDO MAGIC-BROOKLYN NETS 121-113

La sorpresa della notte Nba arriva dall’Amway Center di Orlando, dove i Magic interrompono una serie di nove sconfitte consecutive con un a dir poco inatteso successo sui Nets, che invece venivano da sei successi di fila. Lo fa grazie a un Aaron Gordon finalmente decisivo, autore di 38 punti (season-high per il giocatore al settimo anno da Arizona), messo quasi alle strette dalle voci di trade che lo stanno coinvolgendo in questi giorni. Oltre a Gordon giocano sul velluto Evan Fournier, che segna 31 punti tirando 6/8 dalla distanza, e Nikola Vucevic, che aggiunge alla causa 22 punti, 14 rimbalzi e 8 assist. Dall’altra parte non basta un Kyrie Irving spettacolare, al rientro dal lieve infortunio all’adduttore: 43 i punti dell’ex di Cavs e Celtics, non accompagnato a dovere però da James Harden, che si limita a raggiungere quota 19 con un pessimo 4/15 al tiro. Brooklyn manca così l’opportunità di agganciare Philadelphia al primo posto ad Est, mentre Orlando prova a rimettersi in moto dopo la pesante crisi di risultati.

TORONTO RAPTORS-UTAH JAZZ 112-115

Restando in Florida, è una grande partita quella che va in scena alla Amalie Arena di Tampa, ‘casa’ stagionale dei Raptors: con un quintetto vicino a quello ideale, grazie al rientro di Fred VanVleet e Pascal Siakam, Toronto contende fino all’ultimo secondo la vittoria alla squadra con il miglior record della Lega, anche se alla fine ad esultare è un incredibile Donovan Mitchell, che segna 31 punti complessivi ma soprattutto 8 negli ultimi 90 secondi, riportando la sua squadra al successo dopo il ko di Washington. Oltre alla prova di Mitchell, da segnalare anche quella del solito, efficace Rudy Gobert, che firma una doppia-doppia da 15 punti e 16 rimbalzi. Dall’altra parte VanVleet firma 17 punti e Siakam arriva a 27, ma proprio il camerunense sbaglia la tripla allo scadere che avrebbe potuto portare le due squadre all’overtime: per i Raptors è il settimo ko consecutivo, la zona playoff inizia ad allontanarsi seriamente.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-DALLAS MAVERICKS 125-119

Grazie a un parziale di 25-9 nel corso dell’ultimo periodo di gioco, i Blazers rimontano 8 punti di svantaggio e conquistano un altro importante successo, il terzo di fila, che consente alla franchigia dell’Oregon di tenere il passo delle migliori ad Ovest. È il duo composto da C.J. McCollum e Damian Lillard, al solito, a rendersi decisivo: 32 i punti del primo, con 7/13 da tre, 31 quelli di ‘Dame-time’, che aggiunge alla sua prestazione anche 7 assist. Ottimo, dalla panchina, anche l’impatto offensivo di Carmelo Anthony, che mette a segno 18 punti importanti nell’economia del match. Dall’altra parte non bastano uno scatenato Luka Doncic, autore di 38 punti, né i 25 di Tim Hardaway jr, anche perché Kristaps Porzingis non è in serata e ne segna solo 11, con 3/11 al tiro e il plus-minus peggiore fra i cestisti scesi sul parquet del Moda Center, -10. La vittoria dei Blazers è anche la 500esima in carriera, da capo allenatore, per Terry Stotts, che i nostalgici ricorderanno aver indossato, da giocatore, la canotta di Cantù per un breve periodo nel 1980.

PHOENIX SUNS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 113-101

Ventiquattr’ore dopo la sorprendente sconfitta contro lo stesso avversario, sempre alla Talking Stick Resort Arena, i Suns si prendono la rivincita contro i T-Wolves, restando stavolta concentrati per tutti i quattro periodi di gioco e consolidando così il terzo posto ad Ovest con la vittoria numero sedici nelle ultime venti. Sono ben sette i giocatori in doppia cifra tra gli uomini allenati da Monty Williams: un attacco equilibrato, dal punto di vista delle cifre, in cui spiccano i 20 punti di Chris Paul, che aggiunge al suo referto anche 9 assist e si avvicina a quota 10mila in carriera proprio alla voce passaggi decisivi (gliene mancano 18). Non serve nemmeno che Devin Booker forzi la mano in attacco: sono 16 i punti del prodotto di Kentucky, che tira 6/18, anche perché dalla panchina viene fuori un ottimo Langston Galloway, autore di 14 punti in meno di 16 minuti. In casa Minnesota ci sono 24 punti di Karl-Anthony Towns e 21, con 10 assist, di Rocky Rubio, ma Anthony Edwards, dopo i 42 della sera precedente, ne mette a segno solo 11 e non evita il ko dei suoi.

DENVER NUGGETS-CHICAGO BULLS 131-127 ot

È un vero peccato che le porte della Ball Arena siano chiuse ai tifosi, perché lo spettacolo che Nuggets e Bulls mettono in scena sul parquet varrebbe interamente il prezzo del biglietto. Non bastano 48 minuti per decidere il vincitore, anche perché Denver è capace di rimontare dal -15 grazie alle prove maiuscole di Nikola Jokic, che segna 34 punti, raccoglie 15 rimbalzi e distribuisce 9 assist, e Jamal Murray, che firma 31 dei suoi 34 punti dopo l’intervallo lungo e, soprattutto, segna la tripla a 4 decimi dalla sirena finale del quarto periodo che manda le due squadre all’overtime. Un supplementare in cui l’energia del solito Zach LaVine non basta più: sono 32 i punti a referto per l’ex Minnesota, ma non sono sufficienti ad evitare la seconda sconfitta consecutiva. Denver, invece, è al terzo successo di fila, l’ottavo nelle ultime nove uscite: la corsa ai playoff continua spedita.

MEMPHIS GRIZZLIES-GOLDEN STATE WARRIORS 103-116

Non c’è Steph Curry, bloccato da un infortunio al gomito, ma Golden State almeno per una notte dimostra di poter fare a meno di lui, battendo in maniera convincente i Grizzlies grazie a una prova irreale di Andrew Wiggins, che firma 40 punti totali, 27 dei quali nel primo tempo. Come se non bastasse l’efficacia dal punto di vista puramente realizzativo, Wiggins raccoglie anche 8 rimbalzi e si produce in 4 assist e altrettante palle rubate, confermandosi Mvp della serata al FedEx Forum. Per la squadra di Steve Kerr vanno comunque segnalate le ottime prove di Jordan Poole, che segna 25 punti, e Damion Lee, che ne aggiunge 21 dalla panchina, mentre Draymond Green si ferma a quota 2, ma realizza una singolare doppia-doppia da 13 rimbalzi e 11 assist. Sul parquet c’è anche spazio per l’azzurro Nico Mannion, che però in 14 minuti non va a segno (0/4 al tiro). Poco da dire su Memphis: quando i migliori marcatori, Ja Morant e Grayson Allen, si limitano a 14 punti, è difficile pensare di poter vincere una partita in Nba.

MIAMI HEAT-INDIANA PACERS 110-137

Battuta d’arresto netta per gli Heat, al secondo ko consecutivo dopo la serie di cinque vittorie: sul parquet di casa, Miami resiste solo nel primo quarto (finito 30-32) prima di arrendersi alla maggior energia dei Pacers, guidati dai 27 punti di Malcolm Brogdon e dalle doppie-doppie di Domantas Sabonis (13 punti e 15 rimbazi) e T.J. McConnell (16+15 assist, partendo dalla panchina). Ottime prove anche per Justin Holiday e Doug McDermott, entrambi autori di 17 punti. Dall’altra parte Jimmy Butler tira poco (solo 6/10, mai dalla distanza) e ne mette a segno a sua volta 17, mentre il miglior marcatore è Bam Adebayo con 20. Gli Heat, però, escono presto dalla partita e coach Erik Spoelstra fa rifiatare i big nel garbage time, facendo esordire tra l’altro Trevor Ariza, alla sua undicesima squadra in carriera (arrivato in cambio di Meyers Leonard, spedito a Oklahoma City dopo le polemiche sule frasi razziste delle ultime settimane), ma il veterano 35enne non va a segno in 6 minuti di impiego, in una partita storta per la sua nuova squadra fino alla sirena conclusiva.

BOSTON CELTICS-SACRAMENTO KINGS 96-107

Un’altra sorpresa di serata arriva dal TD Garden, dove i Kings conquistano il successo, in uno scontro diretto in trasferta ai danni dei Celtics, per la prima volta da gennaio 2007. La partita di stanotte è tutt’altro che una passeggiata per Sacramento, che dopo aver acquisito un buon vantaggio nel primo tempo consente a Boston di rientrare nel quarto periodo, fino addirittura al sorpasso che arriva a 7’33” dalla sirena finale. Ma la luce dei Celtics, il cui miglior marcatore è Jaylen Brown con 19 punti, si spegne nel finale: dall’altra parte emerge tutta l’energia di De’Aaron Fox, Richaun Holmes e Buddy Hield, che concludono rispettivamente con 29, 25 e 22 punti, e i grigioviola conquistano il secondo successo consecutivo per la prima volta dalla serie di inizio febbraio che pareva poterli riportare in zona playoff, prima della crisi dell’ultimo mese e mezzo. Il sogno postseason non è impossibile (due e mezzo le partite di distanza dal decimo posto), ma serviranno conferme importanti nelle prossime partite.

CLEVELAND CAVALIERS-SAN ANTONIO SPURS 110-116

Continua la serie positiva degli Spurs, che vincono la terza gara consecutiva in stagione (la quarta delle ultime cinque) battendo Cleveland in trasferta, grazie soprattutto all’energia di DeMar DeRozan, che mette a segno 20 punti al rientro sul parquet dopo un periodo di assenza per motivi familiari, all’efficacia di Dejounte Murray, che realizza 22 punti, e alla presenza sotto canestro di Keldon Johnson, che con 23 punti e 21 rimbalzi è il primo giocatore di San Antonio a realizzare un 20+20 dal 2013 (allora ci riuscì una leggenda di questo sport, Tim Duncan). Cleveland ha il merito di rendere interessante la partita fino alla fine, con Darius Garland e Collin Sexton che mettono a segno 29 punti a testa, ma non riesce a dare continuità alla vittoria di due giorni prima contro Boston e resta terzultima ad Est, ben distante anche dalle posizioni utili per il play-in tournament.

HOUSTON ROCKETS-DETROIT PISTONS 100-113

Al Toyota Center si sfidano due nobili decadute e a vincere è una Detroit che, se non altro, prova a riaccendere la sua stagione con la seconda vittoria consecutiva, infliggendo ai Rockets il ko numero 19 di fila (non era mai capitato nella lunga storia dei texani). Il miglior realizzatore della serata è Frank Jackson, che con 23 punti fa anche meglio di Jerami Grant, solitamente punto di riferimento principale dei Pistons, fermo a quota 18 con altrettanti tentativi dal campo. Houston ci proverebbe anche a rimanere i partita, mandando tutto il quintetto base in doppia cifra: il migliore è John Wall con 21 punti, l’ex di serata Christian Wood ne aggiunge 18 prendendo anche 11 rimbalzi, ma è proprio l’energia positiva a mancare a H-Town, e l’impressione è che anche se non ci fossero limitazioni alla presenza di pubblico sugli spalti, l’arena sarebbe comunque triste e vuota. Ricostruire dopo l’era Harden ci sta, ma pochi pensavano a un record negativo del genere fin da subito.

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