NBA

Nba: i Lakers riprendono a correre, Bucks inarrestabili, Melli sorride, Belinelli no  

I gialloviola vincono a San Francisco contro Golden State, Milwaukee sbanca anche Orlando. Serata a due facce per gli azzurri

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I Los Angeles Lakers ripartono dal Chase Center, dove battono 120-125 i Golden State Warriors di un Andrew Wiggins subito in palla (24 punti). Alla doppia di LeBron James (22 punti e 11 assist), risponde il solito Giannis Antetokounmpo (18+18 rimbalzi) e Milwaukee sbanca Orlando 95-111. New Orleans vince 117-124 anche grazie ai 9 punti di Nicolò Melli, mentre Marco Belinelli guarda dalla panchina i suoi Spurs perdere 122-102 a Sacramento.

GOLDEN STATE WARRIORS-LOS ANGELES LAKERS 120-125
Anche San Francisco omaggia Gianna e Kobe Bryant (c'è per tutti una maglia nera con i numeri 8 e 24 del campione scomparso, e anche il 2 della piccola GiGi), mentre il Chase Center saluta una versione nuovamente vincente dei Lakers. I losangelini, in un periodo della stagione che sarebbe riduttivo definire complesso a livello mentale, hanno perso tre delle ultime cinque, ma riescono a rialzare la testa sul campo dei cugini di Golden State. Nella prima di Andrew Wiggins nel quintetto Warriors sono quindi i Lakers a prevalere, riprendendo la propria corsa verso la conquista della Conference. LeBron James, contro una squadra che ha affrontato spesso e volentieri nelle Nba Finals, manco a dirlo è decisivo grazie ai suoi 22 punti e 11 assist, ma meglio di lui fa Anthony Davis (27+10 rimbalzi). In casa Warriors sembrano invece già funzionare le novità: se Marquese Chriss arriva a 26 punti, l'ex Minnesota Wiggins ne realizza già 24. E anche nel nord della California si torna a sperare in una squadra competitiva.

INDIANA PACERS-NEW ORLEANS PELICANS 117-124
Mancano Brandon Ingram e Zion Williamson, ma questo non ferma i Pelicans. Che anche grazie a Nicolò Melli sbancano Indianapolis e ottengono la seconda vittoria consecutiva in trasferta dopo quella di Chicago. Decisiva per New Orleans l'accelerazione degli ultimissimi tre minuti di partita, in cui Jrue Holiday segna la metà dei suoi 31 punti complessivi. L'azzurro fa il suo mettendo a referto 9 punti basilari per il successo finale, frutto di tre triple a segno. Continua invece il pessimo momento dei Pacers, ancora tranquillamente in zona playoff a Est ma reduci da cinque sconfitte consecutive che ora imporranno ben più di una riflessione. E i 26 punti di Jeremy Lamb non sono certo sufficienti per dormire sonni tranquilli dalle parti dell'Indiana.

SACRAMENTO KINGS-SAN ANTONIO SPURS 122-102
Chi se la passa certamente peggio è Marco Belinelli, ancora una volta "dimenticato" in panchina da coach Popovich e costretto a trascorrere l'intera trasferta al Golden 1 Center in panchina, mentre i rinati Kings delle ultime settimane prendono a pallate i suoi Spurs. E dire che San Antonio inizia anche bene la trasferta californiana, poi crolla nel finale di un terzo quarto in cui i padroni di casa si inventano un parziale di 19-2 che si rivelerà assolutamente decisivo. E se per Sacramento centrare i playoff continua ad essere una missione improbabile se non impossibile, ora l'aggancio in classifica ai rivali texani è a portata di mano. Specie di fronte a un Buddy Hield che parte dalla panchina e chiude la sua serata con 31 punti sfondando anche il muro delle 800 triple in carriera. In casa Spurs il miglior marcatore è Dejounte Murray con 17 punti, mentre a 14 si ferma DeMar DeRozan, espulso nel finale. Ulteriore riprova di una squadra in profonda crisi.

ORLANDO MAGIC-MILWAUKEE BUCKS 95-111
A non fare notizia è invece la "solita" vittoria di Milwaukee, la 45esima in 52 partite, stavolta giunta a Orlando dove i Magic possono permettersi di continuare a perdere partite senza vedere il proprio posto nei playoff messo a repentaglio dalla lentissima marcia delle inseguitrici delle Eastern Conference. La franchigia della Florida arriva infatti a tre sconfitte di fila (otto nelle ultime 9, dieci nelle ultime 12), ma rimane abbastanza serenamente ottava a Est. Il periodo certamente non scintillante di Orlando permette anche a Giannis Antetokounmpo di concedersi una serata con percentuali più "umane" del solito: la consueta doppia doppia arriva, ma è caratterizzata da 18 punti e 18 rimbalzi. In casa Bucks va meglio a Khris Middleton (21 punti e 13 rimbalzi), mentre i padroni di casa vedono Nikola Vucevic arrivare a 21+14. Che non bastano per vincere, ma per restare sereni sì.

TORONTO RAPTORS-BROOKLYN NETS 119-118
Bucks a parte, chi a Est continua a correre senza soste e inizia anche a fare paura sono i Raptors. Toronto infila infatti la quattordicesima vittoria consecutiva e continua a riscrivere la propria storia (il record in corso era già senza precedenti nella storia della franchigia). Più faticoso di altri del filotto, però, il successo sui Nets: alla Scotiabank Arena gli ospiti ci provano fino alla fine, ma la loro poderosa rimonta si arresta a un solo punticino dalla missione compiuta, dopo aver anche raggiunto un pareggio che anche solo nel terzo quarto (sul +18 Toronto) sarebbe sembrato una chimera. Decisivo Pascal Siakam, che a 22 secondi dalla sirena realizza l'ultimo dei suoi 20 punti dalla lunetta, ma il migliore dei padroni di casa è un Fred VanVleet che di punti ne assomma 29. Il top scorer della partita gioca però per Brooklyn ed è Caris LeVert: per lui 37 punti, che non bastano ad arrestare la corsa dei Raptors.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-LOS ANGELES CLIPPERS 142-115
Chi sembrano pronti a iniziare una corsa poderosa sono invece i T'Wolves, che nella nuova configurazione del post mercato sembrano aver cambiato faccia rispetto alla squadra che aveva perso 13 partite di fila. A pagarne le conseguenze sono gli stupefatti Clippers, che vengono letteralmente spazzati via dal campo a Minneapolis in un Target Center che si stropiccia gli occhi di fronte ai 24 punti (massimo in carriera) di Jordan McLaughlin, i 23 di Malik Beasley e la solita prestazione da urlo di Karl-Anthony Towns (22 punti, 13 rimbalzi e 9 assist). Top scorer di serata sarebbe in realtà Kawhi Leonard (29 punti), ma è praticamente questa l'unica buona notizia di giornata per i Clippers, mai così in difficoltà in difesa quest'anno. E su un campo forse tra i meno attesi in cui naufragare.

PHOENIX SUNS-DENVER NUGGETS 108-117
Del cappotto dei Clippers approfitta immediatamente Denver, che va a vincere a Phoenix e si prende il secondo posto in Western Conference alle spalle degli irraggiungibili Lakers. Mai porre limiti alla provvidenza per questi Nuggets, però, specie se oltre a un Nikola Jokic da 23 punti scende in campo una versione da urlo di Jamal Murray che a referto ne mette 36. La franchigia del Colorado arriva dunque a cinque vittorie nelle ultime sei, e la sua controparte sono i Suns. Sempre più relegati nei bassifondi della Western Conference, i padroni di casa provano a restare a galla grazie a Deandre Ayton e i suoi 28 punti e 19 rimbalzi, ma non basta. E la classifica continua a piangere sopra i cieli d'Arizona.

CHARLOTTE HORNETS-DALLAS MAVERICKS 100-116
Mancano Luka Doncic e Kristaps Porzingis, ma Dallas se ne dimentica. E sul campo degli Hornets va a vincere grazie a un uomo che porta un cognome che dalle parti di Charlotte hanno sentito nominare qualche volta: Curry. Si tratta però non di Steph, né di papà Dell, bensì di Seth, che parte dalla panchina e chiude il suo match con 26 punti a referto che permettono ai Mavericks di dimenticare le ultime due sconfitte consecutive. A nulla servono invece i 26 punti e 10 assist di Devonte' Graham per i padroni di casa, che iniziano il match con un primo quarto da incubo (10-31) e trascorrono il resto della partita a inseguire invano un'avversaria che a loro differenza è abbastanza tranquilla di proseguire l'anno anche in post season. Ben diversa la situazione in North Carolina, specie di fronte a una squadra che delle ultime 14 partite ne ha perse tredici.

DETROIT PISTONS-NEW YORK KNICKS 92-95
New York non aveva mai vinto quattro partite di fila in questa stagione, e un filotto simile è stato genericamente un gran rarità in tutti gli ultimi complicati anni che si sono abbattuti sulla franchigia della Grande Mela. Eppure i Knicks sembrano aver trovato ora una formula giusta, e a farne le spese è una versione invece piuttosto svagata dei Pistons. Che senza Andre Drummond perdono la bussola in un finale che alla Little Caesars Arena permette a Julius Randle (17 punti per lui9 e Mitchell Robinson di confezionare la vittoria newyorkese. Detroit deve chiaramente trovare una nuova impostazione di squadra dopo gli stravolgimenti di mercato, e l'apporto di un comunque positivo Reggie Jackson (20 punti) non può certamente bastare.

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