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Nba: i Clippers spengono Golden State, Doncic non riesce a battere Minnesota. E Fontecchio brilla

I Warriors crollano nella prima senza Draymond Green, e si arrendono all'anonimato a Ovest. Guidano sempre i Timberwolves, che battono Dallas. Brilla l'azzurro: 24 punti nella vittoria di Utah

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Nba: i Clippers spengono Golden State, Doncic non riesce a battere Minnesota. E Fontecchio brilla - foto 1
© Getty Images

La notte di Nba ci regala un sontuoso match per Simone Fontecchio: l'azzurro sfiora il suo career-high ed è decisivo, con 24 punti, nella vittoria degli Utah Jazz su Portland. Crollano i Warriors, che subiscono il terzo ko consecutivo e cadono ancora coi Clippers: Curry e compagni affondano a Ovest, dove guida sempre Minnesota. I Timberwolves battono Dallas, nonostante i 39 punti di Doncic, e precedono Denver. A Est, invece, dominano i Celtics.

DALLAS MAVERICKS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 101-119
L'ennesima magia di un Luka Doncic troppo isolato in questa versione incerottata dei Dallas Mavericks, questa volta, non basta. Passano i Minnesota Timberwolves, che mantengono così la vetta della Western Conference (18-5) davanti ai Denver Nuggets di Nikola Jokic. La partenza migliore è dei Mavs, che chiudono avanti di un punto a metà gara (60-59), ma poi affondano: l'ottima difesa dei T'Wolves li tiene a 41 punti nella ripresa e questo dato, sommato a un ultimo quarto da 19-32, è ferale per Dallas. Non basta una prova sontuosa di Luka Doncic, che chiude con numeri inarrivabili: 39 punti, 13 assist e 6 rimbalzi per lo sloveno, che non può evitare il ko dei suoi dopo quattro successi di fila. Alle sue spalle infatti, senza Irving e con un Hardaway spento, c'è il vuoto: i migliori sono Lively (15) ed Exum (14). Un'ottima prova di squadra incorona così Minnesota, che viene trascinata da un elemento della panchina: Naz Reid mette a referto 27 punti e sopperisce alle giornate-no di Edwards (9) e Gobert (8), precedendo nello score Karl-Anthony Towns (21) e Conley (14). Minnesota continua dunque a guidare a Ovest, dove i Mavericks sono quarti (15-9).

BOSTON CELTICS-CLEVELAND CAVALIERS 116-107
Boston fa due su due in casa contro i Cleveland Cavaliers, che continuano a rivelarsi impotenti contro la capolista dell'Eastern Conference (18-5). Nel match del TD Garden, infatti, la formazione ospite accumula subito uno svantaggio in doppia cifra e chiude in svantaggio di undici punti a metà gara, per poi affondare nell'ultimo quarto dopo essere rientrata fino a due punti dai Celtics. I trascinatori sono sempre loro, Jayson Tatum e Jaylen Brown: il primo chiude con 27 punti e 11 rimbalzi, il secondo termina a quota 22 e precede Porzingis (18) nel tabellino. I Cleveland Cavaliers non riescono così ad evitare la terza sconfitta consecutiva, che li fa scivolare al nono posto a Est (13-12), nonostante abbiano in rosa il top-scorer del match: Donovan Mitchell chiude con 31 punti, 8 rimbalzi e 6 assist mettendone a referto 21 nel primo tempo. Alle sue spalle l'ottima prova di LeVert dalla panchina (26 punti) e i 19 punti di Garland, ma arriva la sconfitta.

DENVER NUGGETS-BROOKLYN NETS 124-101
I campioni di casa non lasciano scampo a una versione spenta e mai in gara dei Brooklyn Nets, che affondano nei primi due quarti e mettono a referto solo 39 punti, scivolando sul -13. Nel prosieguo della gara il risultato non cambia, perchè la formazione ospite crolla fino al -23 e Denver può gestire le forze, trovando anche ottime risposte dalla panchina e portandone sei in doppia cifra. Il front-man della vittoria è sempre Nikola Jokic, che sfodera l'ennesima tripla doppia in carriera con 26 punti, 15 rimbalzi e 10 assist in meno di mezz'ora. Alle sue spalle il sorprendente Peyton Watson, con 18 punti dalla panchina, poi il consueto terzetto di "secondi violini": Jamal Murray ne fa 16, precedendo Gordon (13) e Jackson (12) nel tabellino, con Christian Braun a quota 10 punti per completare il quadro degli uomini in doppia cifra. Brooklyn non può dire lo stesso, perchè Claxton (10) e Bridges (9) spariscono e solo un uomo non delude le attese: Dinwiddie le prova tutte e chiude a 17 punti, ma la squadra tira malissimo da tre (8/30) e affonda a Denver. I Nets scivolano così all'ottavo posto a Est (13-11), mentre i Nuggets sono secondi a Ovest con tre vittorie di fila e uno score di 17-9.

SACRAMENTO KINGS-OKLAHOMA CITY THUNDER 128-123
Una sfida ad alto tasso di spettacolo incorona i Sacramento Kings, che si mostrano più lucidi ed efficaci contro Oklahoma: i Thunder recuperano dal -8 e rientrano a un solo possesso di svantaggio, ma vengono ricacciati indietro e sconfitti 128-123 dalla formazione di casa. La prova che spezza ogni tipo d'equilibrio è quella di De'Aaron Fox, che per la terza volta in stagione supera quota quaranta punti: questa volta arriva a 41, tirando con 14/25 dal campo e fornendo sette assist, ma soprattutto mostrando a tutti come si guida una squadra e giocando gli ultimi minuti (decisivi) da infortunato. Alle sue spalle Monk e Domantas Sabonis, come di consueto in doppia doppia con 18 punti, 16 rimbalzi e 7 assist, mentre Keegan Murray si ferma a 15. Non basta ad Okc la sontuosa prova di Shai Gilgeous-Alexander: 43 punti, 9 assist, 6 rimbalzi e una grande efficacia ai tiri liberi (88.9%) per lui, che precede Giddey (18) e Dort (17) nel tabellino dei suoi. Sga le prova tutte nell'ultimo quarto con Holmgren (14 punti e 10 rimbalzi), ma i suoi vengono sconfitti. I Thunder restano comunque terzi nella Western Conference (15-8), coi Kings quinti (14-9).

LOS ANGELES CLIPPERS-GOLDEN STATE WARRIORS 121-113
Nonostante l'assenza di Paul George, i Clippers continuano a brillare e affondano definitivamente Golden State, che sembra condannata a vivere una stagione anonima. Non c'è traccia dei veri Warriors, che crollano nella prima gara senza Draymond Green. Quest'ultimo è stato sospeso a tempo indeterminato dall'Nba dopo l'ennesima intemperanza da bollino rosso. Un pugno diretto a Jusuf Nurkic, giustificato con toni inqualificabili ("Non volevo colpirlo, sono scivolato") e fortemente criticato anche dal suo coach Steve Kerr, che ha invitato il giocatore a fare delle profonde riflessioni se non vuole rischiare di concludere anzitempo la sua carriera. In campo i Warriors risentono dell'assenza di Dray e affondano sul -13 a metà gara, non riuscendo mai a rientrare davvero in gioco contro una delle squadre più in forma della Lega. I Clippers infilano infatti la sesta vittoria consecutiva e salgono fino al settimo posto nella Western Conference (14-10), sfruttando due grandi protagonisti: James Harden chiude con 28 punti, 7 rimbalzi e 15 assist precedendo un ottimo Kawhi Leonard (27), con le ottime serate di Powell (21) e Coffey (18) a supporto. Golden State, di contro, scivola in 11a posizione (10-14) con tre sconfitte di fila e la prova incolore di Steph Curry: 17 punti e un misero 5/17 al tiro, mentre Klay Thompson chiude a quota 30. Numeri che, sommati all'ottimo finale di Kuminga (15), non bastano per evitare la crisi dei Warriors.

MIAMI HEAT-CHICAGO BULLS 115-124
Non trova ancora una continuità di risultati la finalista della scorsa edizione dell'Nba, coi Miami Heat che vengono malamente sconfitti dai Chicago Bulls: è decisivo un parziale iniziale di 33-8 per la formazione ospite, che si porta in pieno controlo e resiste a tutti i tentativi di rientro dei rivali. La parola gestione è al centro della partita dei Bulls, che comunque trovano delle ottime frecce al loro arco. Il migliore è Coby White, che aggiunge 7 rimbalzi e 11 assist ai suoi 26 punti, ma brillano anche altri elementi: Dosunmu aggancia Vucevic a quota 24 punti, precedendo nello score DeRozan (23). Quattro prove da più di venti punti che ricacciano indietro una Miami spenta e irriconoscibile: Jimmy Butler continua a vivere un'annata non irresistibile e chiude con venti punti, venendo preceduto dal rookie Jamie Jaquez Jr. con 22. Le loro prove non bastano però per evitare la sconfitta degli Heat, che ora sono settimi a Est (14-11), mentre Chicago mantiene la 12a posizione (10-16).

PORTLAND TRAIL BLAZERS-UTAH JAZZ 114-122
Simone Fontecchio manca per soli due punti il suo career-high in Nba, ma mette comunque un marchio indelebile sulla vittoria degli Utah Jazz, che travolgono Portland in una gara dominata per tre quarti e mezzo. La formazione di Salt Lake City vola infatti addirittura sul +27 nel terzo periodo, prima di rischiare di farsi del male nell'ultimo dei quattro tempi di gioco: il parziale da 38-19 rischia di rimettere in gioco i Blazers, che non hanno però l'impeto e la forza per ribaltare il risultato ed escono sconfitti per 122-114. Ottima, come dicevamo poc'anzi, la prova di Simone Fontecchio: l'azzurro, che è ormai una presenza fissa nel quintetto, chiude con 24 punti in meno di 25' e 7/8 dal campo con 5/5 da tre. Fontecchio risulta così uno dei migliori dei Jazz, che hanno in Sexton (27) e Horton-Tucker (23) gli altri leader in una prova che vede sei giocatori in doppia cifra. Utah può addirittura togliersi il lusso di tenere in panchina il rientrante Markkanen, visto come gira la partita, e risale in 12a posizione a Ovest (9-16) col secondo successo di fila. Quinto ko consecutivo invece per i Portland Trail Blazers, che dopo qualche prova incoraggiante sono scivolati in penultima posizione coi Memphis Grizzlies (6-17). Il migliore è Scoot Henderson con 23 punti e dieci assist, ma la sua prova e quella di Toumani Camara (18) non bastano per evitare il ko.

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