Ginobili saluta, gli Spurs volano

San Antonio ritira la 20 e la squadra ipoteca i playoff. I Clippers, dopo sei vittorie di fila, cadono contro i Bucks

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Notte magica per i San Antonio Spurs, che in concomitanza con il ritiro della casacca numero 20 di Manu Ginobili ottengono una vittoria fondamentale in chiave playoff contro Cleveland: un 116-110 in cui c'è anche la firma di Marco Belinelli, autore di 16 punti in 22 minuti. Si ferma invece a Milwaukee la corsa dei Clippers di un Danilo Gallinari opaco. E il solito, spaziale Giannis Antetokounmpo regala un grande successo ai Bucks (128-118).

SAN ANTONIO SPURS-CLEVELAND CAVALIERS 116-110
Una notte per cementare la propria presenza nei playoff con gli eroi di oggi e salutare una volta per tutte l'ultimo reduce tra gli eroi di ieri. San Antonio vive una notte magica, quella in cui il numero 20 viene assegnato per sempre a Manu Ginobili (celebrato da coloro che insieme a lui sono entrati nella leggenda degli Spurs, come Parker e Duncan) e parallelamente vengono abbattuti i Cavs, al termine di una partita rimasta in bilico fino all'ultimo. Serve infatti una tripla di Patty Mills a due minuti dalla fine per piegare la resistenza di Cleveland e blindare ancora di più un ottavo posto a ovest che in realtà adesso potrebbe anche tramutarsi in settimo (dipende da come proseguirà il cammino di Oklahoma City). E in tutto questo, oltre a DeMar DeRozan (che trova 25 punti), uno dei protagonisti della serata è il nostro Marco Belinelli, che in 22 minuti mette a referto 16 punti. Con Ginobili che guarda e applaude.

MILWAUKEE BUCKS-LOS ANGELES CLIPPERS 128-118
Questo Giannis Antetokounmpo può qualunque cosa, anche piegare la resistenza di una squadra come i Clippers, che le ultime sei le avevano vinte tutte. Sarà la lingua felpata per la lunga rincorsa, sarà lo champagne bevuto per la conquista dei playoff, sta di fatto che i losangelini si beccano 34 punti e nove rimbalzi dal fenomenale greco, che pure ha una caviglia in disordine. Il dato incredibile della notte di Milwaukee è che The Greek Freak nemmeno è il migliore in campo: in 33 minuti Khris Middleton riesce a fare meglio di lui, con 39 punti e nove rimbalzi. I Bucks si confermano una delle squadre più belle di questo e forse degli ultimi anni, mentre i Clippers si ritrovano ora ottavi a ovest, al termine di una partita già compromessa nel corso del secondo quarto e in cui stavolta Danilo Gallinari (autore di 14 punti) non incide. Il migliore dei suoi, con 21 punti, è quindi Shai Gilgeous-Alexander. Ma per questa volta non basta.

HOUSTON ROCKETS-DENVER NUGGETS 112-85
C'erano una volta i Denver Nuggets capaci di mettere in discussione il primo posto nella Western Conference di Golden State. E in realtà i ragazzi del Colorado sono ancora lì, a un'incollatura dai californiani. Certo è che le pesantissime sconfitte contro Indiana e ora Houston hanno minato più di una certezza tra i ranghi di coach Malone. Se poi dall'altra parte c'è un James Harden che picchia 38 punti con una facilità quasi irrisoria, allora il discorso si fa ancora più complicato. Al Toyota Center la partita rimane sostanzialmente equilibrata fino a metà secondo quarto, poi i Rockets pigiano sull'acceleratore e infilano un parziale di 40-19 a cui è pressoché impossibile replicare. Sì, Jamal Murray si porta a casa 20 punti per Denver: ma se la seconda della Conference prende una simile imbarcata contro la quarta, i segnali in vista dei playoff certo non autorizzano un grande ottimismo.

MIAMI HEAT-DALLAS MAVERICKS 105-99
Un sorso di passato e una boccata di futuro nel menù apparecchiato sul parquet dell'American Airlines Arena, dove gli Heat si riprendono un ottavo posto a est che certamente rimarrà in bilico fino alla fine e Dallas raccoglie un bel po' di esperienza che sarà utilissima in vista dei piani per l'anno prossimo. A Miami si consuma però l'ultimo scontro tra due vecchie volpi come Wade e Nowitzki e la prima sfida in Nba tra due stelline che negli anni a venire faranno parlare di sé: Dragic e Doncic. E la doppia sfida viene vinta in maniera chiara e lampante da Miami, con Wade che si ferma a 11 punti ma ne mette 6 nell'infuocato finale e Dragic che si porta a casa una tripla doppia (23 punti, 12 rimbalzi, 11 assist) e la palma del top scorer di serata. Doncic di punti ne mette 19, è ampiamente il migliore dei suoi e un rookie destinato a fare le gioie dei Mavericks. Che però per questa notte devono accontentarsi di aver costretto gli Heat a tirare fuori il meglio di sé per conquistare una vittoria che nessuno aveva mai seriamente messo in dubbio.

NEW ORLEANS PELICANS-SACRAMENTO KINGS 121-118
Se i Kings, al netto dei tanti complimenti raccolti in questi mesi, non disputeranno i playoff al termine di questa regular season, il motivo è spiegato da partite come quella dello Smoothie King Center. Contro un avversario che non ha più nulla da chiedere al campionato, e che per di più è alle prese con la grana Anthony Davis, Sacramento riesce nell'impresa di perdere e tornare ad avere un record negativo (37-38), mentre la corsa sugli Spurs ottavi a ovest è ormai poco meno che una chimera. Onore al merito ai Pelicans, che nel nome di Julius Randle (34 punti e 10 rimbalzi) e Christian Wood (25) scappano nel secondo quarto e hanno il merito di reagire due volte quando i californiani reagiscono e riportano la testa avanti. In casa Kings c'è da segnare sul taccuino l'ennesima serata di grazia per Buddy Hield (27 punti) e De'Aaron Fox (25 punti e 12 assist). Per i playoff se ne riparlerà un altr'anno.

DETROIT PISTONS-ORLANDO MAGIC 115-98
Partivano una con un record di 37-37 e l'altra di 37-38 le due sfidanti della Little Caesars Arena e a prevalere sono stati i padroni di casa Pistons, che hanno rifilato un bel calcione alle ambizioni di playoff di Orlando, ora ricacciati fuori da quell'ottavo posto che a est sembra rappresentare una corsa a cui nessuno intende davvero rinunciare. E così, dopo un addio tesissimo e giocato punto su punto, Detroit si scioglie a partire dal secondo quarto e scappa via, grazie anche a un Wayne Ellington da 25 punti. Da rimarcare però anche le doppie doppie di Blake Griffin (20 punti e 10 rimbalzi) e Andre Drummond (18 e 18). I Magic ci provano e riescono nell'impresa di mandare l'intero quintetto in doppia cifra (da rimarcare i 20 di Aaron Gordon e i 18 di Dj Augustin), ma il loro miglior filotto di vittorie dal 2011 finisce qui. E ora il sogno playoff, accarezzato fino a ieri, inizia a sembrare un po' più complicato da portare a termine.

PHILADELPHIA 76ERS-BROOKLYN NETS 123-110
Con i playoff già ampiamente conquistati, i Sixers continuano la loro marcia verso una posizione di comodo nella post season e vanno a vincere contro i Nets senza nemmeno troppa fatica, con la possibilità nemmeno troppo remota di ritrovarseli contro nel primo turno della corsa verso l'anello. Grande protagonista, manco a dirlo, è Joel Embiid che con 39 punti e 13 rimbalzi mette a referto una doppia doppia sontuosa. Serata da dimenticare invece per Brooklyn, che si ritrova a rincorrere per l'intera partita e prova anche a riacciuffarla nel terzo parziale, quando per qualche attimo si ritrova a -6. Un parzialone di Philadelphia rimette però ben presto le cose in chiaro e i Nets (che rimangono anche tre minuti senza trovare la via del canestro) si fermano per la seconda volta consecutiva, dopo il ko di Portland all'overtime. E i 22 punti di Joe Harris non bastano per sorridere.

NEW YORK KNICKS-TORONTO RAPTORS 92-117
Non serve nemmeno Kawhi Leonard ai Raptors per spezzare la resistenza dei derelitti Knicks, che arrivano a quota 61 ko stagionali e infliggono un altro dispiacere al pubblico del Madison Square Garden. Toronto deve faticare giusto il tempo di mandare i suoi uomini sul parquet, poi arriva un 30-18 già nel primo quarto che di fatto indirizza la partita sulla strada dell'Ontario. Troppo più forte Toronto, ormai quasi certa di essere la seconda forza a est dietro l'inarrivabile Milwaukee. Sugli scudi finisce Pascal Siakam, che esce dal Garden forte di 31 punti all'attivo. Chi regala un timido sorriso a New York è Mitchell Robinson, autore di 19 punti e un numero spropositato di rimbalzi: 21. Da qualcuno bisogna pur ripartire, e il centro sbarcato nella Grande Mela senza nemmeno passare per il college potrebbe essere l'uomo giusto.

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