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Nba: Bucks e Antetokounmpo fanno 12 di fila e travolgono New York, Philadelphia imbattibile in casa, disastro Golden State

Altro trionfo per Milwaukee (132-88 sui Knicks) e ventesima doppia doppia per la stella greca: è una marcia trionfale

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Prosegue la marcia trionfale dei Milwaukee Bucks, che vincono la dodicesima partita di fila e sono la squadra dal miglior record dell'intera Nba. Contro i New York Knicks non c'è partita (132-88) e Giannis Antetokounmpo realizza 29 punti e 15 rimbalzi in 22 minuti: è alla ventesima doppia doppia in 21 partite. I Sixers battono 103-94 Utah: a Philadelphia da inizio stagione hanno solo vinto. Disastro Golden State: 104-79 ad Atlanta.

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MILWAUKEE BUCKS-NEW YORK KNICKS 132-88
Il sorpasso, a questo punto atteso da tutti, è arrivato: approfittando della caduta casalinga vecchia ormai di due giorni dei Lakers con i Mavericks di Doncic, i Bucks diventano la nuova squadra dal miglior record dell'intera Nba superando proprio i losangelini e anche la squadra dalla migliore striscia in corso. Milwaukee arriva infatti a dodici vittorie di fila strapazzando al Fiserv Forum un'avversaria certamente non irresistibile come New York, ma a fare notizia sono le proporzioni del trionfo e l'apparente facilità con cui questo arriva. Lo dimostrano ad esempio i numeri del solito, monumentale Giannis Antetokounmpo: per lui arriva la ventesima doppia doppia in 21 partite, con 29 punti e 15 rimbalzi. Peccato che i minuti trascorsi in campo dal greco siano nemmeno 22 (e a questo punto diventa lecito chiedersi a che cifre sarebbe arrivato non giocando a mezzo servizio). I dominatori della Eastern Conference ne mandano comunque sei in doppia cifra, e DJ Wilson arriva a 19 punti. Gli stessi realizzati dall'altra parte da Julius Randle, per una New York sotto 15-33 già alla fine del primo quarto, che nel solo primo tempo concede 72 punti agli avversari e che per poco non chiude sotto di cinquanta. Il cielo, sopra la Grande Mela, è davvero nero.

PHILADELPHIA 76ERS-UTAH JAZZ 103-94
I Sixers sono davvero una splendida realtà di questa stagione, tanto più considerando che la loro ultima vittoria non arriva contro una squadra in colossale difficoltà come New York. I Jazz sono infatti avversario temibile e in piena zona playoff a Ovest, nonostante un periodo certamente non facile. Sta di fatto che al Wells Fargo Center perdono la quarta partita delle ultime cinque, ma una grossa fetta di meriti è di Philadelphia: da inizio stagione, infatti, le dieci volte che ha giocato davanti al pubblico di casa ha finora sempre e solo vinto. E lo fa ancora, in una partita decisa grazie alla partenza sprint nel primo tempo: si va infatti all'intervallo lungo con un eloquente +18 Phila sul 60-42 (ma il vantaggio aveva anche raggiunto quota 26). I Sixers possono poi limitarsi a controllare, resistendo al timido tentativo di rimonta di Utah nel finale. Gli ospiti si regalano solo la soddisfazione di presentarsi su uno dei campi più ostili del campionato con un Rudy Gobert sontuoso (27 punti e 12 rimbalzi per il francese), mentre rimane parzialmente in ombra Joel Embiid (per quanto si possa parlare di partita in ombra quando arriva comunque una doppia doppia, frutto di 16 punti e 11 rimbalzi). Magra soddisfazione al cospetto di una Philadelphia indomabile, quantomeno tra le mura amiche.

SACRAMENTO KINGS-CHICAGO BULLS 106-113
Sembra esserci quasi un incantesimo a incombere su Sacramento: ogni volta che i fatidici playoff sembrano a un passo dall'essere raggiunti, qualcosa succede per cui i californiani nella Top 8 della Western Conference non ci entrano. E così nella notte in cui i Kings potevano definitivamente compiere il salto di qualità, al Golden 1 Center arriva un bruttissimo tonfo. A vincere sono infatti i Bulls, che erano reduci da 3 ko consecutivi e che in generale solo altre sei volte avevano vinto nelle precedenti 20 partite stagionali. Sacramento parte bene, e nel corso del primo quarto si porta anche sul +11 in una partita che come da previsioni sembra poter dominare. Poi qualcosa si spegne di schianto e dal 12-23 Chicago si porta al 47-31 a cavallo del primo e secondo quarto, in un parziale di 35-8 che ribalta completamente i valori fin qui dimostrati dalle due squadre. Sugli scudi Zach LaVine, che trova 28 punti e decide di fatto il match con i quattro liberi del finale, quando Sacramento decide di provare a vincere una partita che in realtà aveva meritato di perdere e si riporta sotto. I 26 punti di Buddy Hield però non bastano, anche perché nell'ultimo minuto è proprio lui a sbagliare per ben tre volte la tripla che riaprirebbe davvero ogni discorso.

CHARLOTTE HORNETS-PHOENIX SUNS 104-109
E ottava a Ovest a questo punto è Phoenix, che si regala una vittoria memorabile in quel di Charlotte: il sorpasso decisivo, al culmine di una sfida dominata da un generale equilibrio, arriva infatti nell'ultimo minuto che era iniziato con gli Hornets sul +5. Due triple in fila di Kelly Oubre Jr sparigliano però una volta per tutte le carte: per lui sono 23 (gli stessi di Devin Booker) i punti complessivi a fine partita, inclusi i 6 che mandano in estasi i suoi. Per i Suns è la prima vittoria dopo tre sconfitte consecutive, e in casa Hornets sono tantissimi i rimpianti. Il vantaggio era infatti di 20 punti all'intervallo lungo e a nulla vale l'ottima prova di un Marvin Williams che parte dalla panchina e chiude la sua serata con 22 punti a referto.

MEMPHIS GRIZZLIES-INDIANA PACERS 104-117
Senza troppa fatica i Pacers vanno a vincere a Memphis, sul campo di una squadra che conferma le sue enormi difficoltà, e rimane tranquillamente in zona playoff in una Eastern Conference in cui tante avversarie si stanno dedicando al passo del gambero. Non Indiana, che dopo un primo tempo sostanzialmente equilibrato contro i Grizzlies, accelera nel secondo in cui resta sempre in vantaggio al FedExForum. Da rimarcare i 18 punti e 14 rimbalzi di Domantas Sabonis, che si ferma a un punto dal compagno Malcolm Brogdon (19, accompagnati da 9 assist). Da stropicciarsi gli occhi in casa Memphis i 33 punti del rampante Jaren Jackson, ma la realtà è che i Grizzlies perdono ancora. E a Ovest, alle loro spalle, ci sono solo i disastrati Warriors.

ATLANTA HAWKS-GOLDEN STATE WARRIORS 104-79
Sfida tra ultime in quel della State Farm Arena. E anche per questo è ancora più doloroso il tonfo senza attenuanti degli Warriors, che da ultimi della Western Conference si fanno letteralmente travolgere da chi a inizio partita era ultimo nella Eastern Conference (e nel frattempo sopravanza New York). Gli Hawks si rialzano dopo dieci sconfitte di fila e si aggrappano a Trae Young, come al solito trascinatore dall'alto dei suoi 24 punti ma stavolta in un'uscita che vede tutta la squadra festeggiare. Ci sono infatti anche i 18 punti del deb De'Andre Hunter e i 16 dello spietato ex Damian Jones. Per Steve Kerr arriva invece un'altra giornata da dimenticare: solo un'altra volta da quanto è a Golden State aveva segnato meno di 79 punti in una partita, e il sorriso per la prova rinfrancante di Eric Paschall (24 punti) somiglia più a una smorfia. I buoni segnali in casa Warriors (alla sconfitta numero 18 in 22 partite) sono di fatto finiti qui.

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