Nba: Boston a valanga su Charlotte, Denver passa a New Orleans con Jokic

Washington costringe Indiana alla terza sconfitta consecutiva (107-89), tutto facile per Portland, che rifila un sonoro 132-105 a Utah

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Tutto facile per i Boston Celtics che, senza Irving, travolgono Charlotte 126-94 e si avvicinano al quarto posto di Indiana, giunta alla terza sconfitta consecutiva. I Pacers, ancora sotto choc per la perdita di Oladipo, si arrendono a Washington 107-89. La tripla doppia di Jokic trascina Denver contro New Orleans (105-99), alle prese con il caso Davis. Prova di forza di Portland, che schianta 132-105 Utah, una delle squadre più calde di tutta la lega.

NEW ORLEANS PELICANS-DENVER NUGGETS 99-105
Poteva essere la sfida tra due dei centri più dominanti della lega e, invece, New Orleans-Denver è solo la certificazione dell'imminente partenza di Anthony Davis. La stella dei Pelicans, che ha chiesto senza mezzi termini la cessione, è stata rimosso anche dal video di presentazione della squadra e non certo a causa dell'infortunio che lo ha costretto a osservare i suoi compagni seduto, in borghese, in panchina. E così, il 105-99 con cui si conclude la sfida permette a Denver di restare al secondo posto in classifica nella Western Conference alle spalle dei Golden State Warriors. Si tratta del quarto successo consecutivo per i Nuggets che, ancora una volta, si aggrappano allo sconfinato talento offensivo di Nikola Jokic: un'arma letale in grado di colpire a 360°. Il centro serbo realizza la sua ottava tripla doppia della stagione, chiudendo i conti con 23 punti, 13 rimbalzi e 10 assist. A questo, si aggiungono i 22 punti di Malik Beasley (in uscita dalla panchina) e i 20 di Monte Morris. Da applausi, al di là della sconfitta, New Orleans: oltre al già citato Davis, infatti, coach Gentry deve fare i conti con le assenze di Mirotic, Randle, Miller e Payton. Eppure, forse per dare una dimostrazione di grinta e volontà anche all'Unibrow, i Pelicans sfoderano una prestazione da incorniciare, provando a gettare il cuore oltre l'ostacolo fino all'ultimo secondo: il migliore è Jrue Holiday, la sorpresa Kenrich Williams. Il primo ne mette 22 con 6 assist e 6 rimbalzi, il secondo chiude a quota 21, massimo in carriera in Nba.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-MEMPHIS GRIZZLIES 99-97 (OT)
Ci è voluto un overtime e un finale al cardiopalma ai Minnesota Timberwolves per avere ragione dei coriacei Memphis Grizzlies: 99-97 il punteggio finale. L'eroe della partita è Karl-Anthony Towns, che realizza un canestro in perfetto stile Ray Allen sulla sirena del supplementare, regalando la vittoria ai T'Wolves. Lo stesso Towns aveva siglato anche il canestro della parità sul finire dei regolamentari, nella serata più ‘clutch' della sua breve carriera in Nba. Alla fine, sono 16 i punti per il lungo dominicano, costretto a lungo a restare seduto in panchina per problemi di falli. Il miglior marcatore tra le fila dei padroni di casa è Jarred Bayless, che chiude con una sontuosa doppia doppia da 19 punti e 12 assist. Dall'altra parte, invece, non bastano i 26 punti di Mike Conley e i 19 di Marc Gasol (che aggiunge anche 7 rimbalzi e 4 assist al proprio bottino). Per Memphis si tratta della dodicesima sconfitta nelle ultime 13 partite giocate: una vera e propria via crucis. Un'altra beffa, dopo la clamorosa rimonta da +25, subita contro Denver, che costringe i Grizzlies al penultimo posto della Western Conference meglio solo ai Phoenix Suns.

BOSTON CELTICS-CHARLOTTE HORNETS 126-94
Continua il momento positivo dei Boston Celtics, che si sono messi alle spalle la dura lezione subita contro Golden State. A rendere ancora più convincente il larghissimo successo contro Charlotte (126-94) c'è che questo è arrivato in contumacia di Kyrie Irving, tenuto ancora a riposo da coach Brad Stevens per qualche noia fisica. Il break decisivo, dopo un primo tempo equilibrato, arriva solo nel terzo periodo, quando i padroni di casa piazzano un break taglia gambe di 35-16 che, di fatto, chiude la questione. Il migliore tra le fila dei biancoverdi è Jaylen Brown, che chiude con 24 punti e 10 rimbalzi, in uscita dalla panchina. Sono 20, invece, quelli messi a segno da Jayson Tatum e 17 (con 10 assist, massimo in carriera) per Terry Rozier, chiamato proprio a non far rimpiangere l'assenza di Irving. Dopo essersi sentito dare del 'peso per i Celtics' da un anonimo collega di Golden State, Gordon Hayward chiude con 12 punti, continuando però a faticare a tornare sui propri livelli dopo l'infortunio subito nella passata stagione. Per Charlotte, il miglior realizzatore è sempre Kemba Walker, che chiude con 21 punti, ai quali si aggiungono i 16 di Malik Monk. Continua dunque la risalita di Boston, alla settima vittoria nelle ultime otto partite, che punta al quarto posto di Indiana, sconfitta nella notte da Washington.

WASHINGTON WIZARDS-INDIANA PACERS 107-89
Indiana non ha ancora superato lo choc dell'infortunio di Victor Oladipo, costretto a saltare il resto della stagione per un problema al ginocchio. Senza la propria stella, i Pacers sembrano aver perso anche la propria anima. Ne dà conferma la terza sconfitta consecutiva, che ora rischia di mettere a repentaglio il vantaggio del fattore campo nel primo turno di playoff. Ad approfittare del momento di scoramento di Indiana è Washington, che si impone 107-89 e si avvicina così all'ottavo posto in classifica a Est. Il merito del successo capitolino va attribuito, ancora una volta, a Bradley Beal, che chiude con una prova da 25 punti, a cui si aggiunge quella altrettanto convincente di un Jeff Grenn in grande spolvero (23 i punti per lui alla sirena finale). Dall'altra parte, invece, arriva una delle peggiori prestazioni offensive della stagione: sono sei gli uomini in doppia cifra per coach Nate McMillan, ma nessuno di questi riesce ad andare oltre quota 13. Il migliore è Thaddeus Young, mentre fatica (e non poco) l'uomo chiamato a raccogliere la pesante eredità di Oladipo: 3 punti, 2 rimbalzi e 2 assist per Darren Collison, che chiude con un pessimo 1/7 dal campo.

NEW YORK KNICKS-DALLAS MAVERICKS 90-114
I Dallas Mavericks non sono solo Luka Doncic. Al Madison Square Garden di New York, contro gli sgangherati Knicks, ci pensa la seconda tripla doppia in carriera di Dennis Smith Jr. a rubare la scena al fuoriclasse sloveno. Il prodotto di North Carolina chiude con 13 punti, 10 rimbalzi e 15 assist e si aggiudica il premio di MVP del match. Meglio di lui alla voce punti segnati fanno solo Harrison Barnes, che ne mette 19, Wesley Matthews e proprio Doncic, che chiude con 16 punti e 8 rimbalzi nonostante qualche piccolo problemino fisico. Per New York, invece, diventano 11 le sconfitte consecutive e nemmeno il rientro in campo (seppur per pochi minuti) di Enes Kanter riesce a invertire il trend. Il miglior realizzatore, come sempre più spesso sta succedendo in questa fase di stagione, è il giovane rookie Kevin Knox, che mette in archivio una prova da 17 punti e 5 rimbalzi, ai quali si aggiungono i 16 con 3 assisti di Trey Burke. Per i Knicks, l'unica scossa dell'ennesima stagione da cancellare potrebbe arrivare dal mercato, con il centro turco ormai sempre più vicino a salutare la 'Grande Mela': la caccia alla stella continua.

MIAMI HEAT-CHICAGO BULLS 89-105
L'orgoglio, almeno quello, per ora, è salvo. Grazie al successo contro Miami per 105-89 i Chicago Bulls riescono nell'impresa di non entrare nel libro dei record dalla parte sbagliata. Il 2-13 con cui si chiude il mese di gennaio 2019, infatti, non è il peggior risultato nella storia della franchigia: sempre a gennaio, ma del 2001, infatti, i Bulls erano riusciti a fare anche di peggio. Il merito di questo duplice traguardo è da attribuirsi principalmente a Bobby Portis, che chiude con 26 punti, 22 dei quali arrivati in un secondo tempo dominato da Chicago. Troppo brutta per essere vera Miami, cha va sotto in doppia cifra già nel corso del primo tempo e poi cede di schianto nella ripresa, realizzando solo 41 punti. Una serata pessima al tiro per gli Heat, che devono fare a meno di Dwyane Wade e che chiudono con il 38% dal campo in una delle peggiori prove offensive dell'anno contro la difesa meno arcigna di tutta la Nba. Il migliore per Miami è Tyler Johnson, che chiude con 15 punti uscendo dalla panchina. Tra le fila di Chicago, oltre al già citato Portis, da sottolineare anche la prova di Wayne Selden, che chiude con 20 punti e 8 assist, e quella di Lauri Markkanen, che mette a referto una doppia doppia da 14 punti e 13 rimbalzi.

SACRAMENTO KINGS-ATLANTA HAWKS 135-113
Quella tra Kings e Hawks è la sfida tra due delle squadre che corrono di più in tutta la Nba. Ad aggiudicarsi lo sprint decisivo è Sacramento, che si impone con un pesantissimo 135-113 che non dà diritto di replica. Dopo un primo quarto equilibrato, i padroni di casa scavano il solco nei due periodi centrali, toccando anche il clamoroso +29 e costruendosi un tesoretto, che consente loro di amministrare le energie nell'ultima frazione senza affanno. Sacramento, grazie al contributo della sua profonda panchina, domina a rimbalzo e, soprattutto, trova ben 19 punti in contropiede, approfittando delle 20 palle perse degli Hawks. Il miglior marcatore per i Kings è Gary Harris III, che chiude con una prova convincente da 20 punti e 7 rimbalzi, uscendo dalla panchina. A questi, si aggiungono i 18 punti di Buddy Hield e la doppia doppia da 17 punti e 12 rimbalzi di Marvin Bagley III. Dall'altra parte, invece, non basta il prezioso contributo del rookie Trae Young, che mette a referto una prova da 23 punti e 8 assist. Davvero scarso il contributo dei compagni: sono 14 i punti di John Collins e 13 quelli di Alex Len. Per Atlanta, reduce dal successo sul campo dei Clippers, si tratta della quarta sconfitta nelle ultime sei.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-UTAH JAZZ 132-105
Utah arrivava alla sfida contro Portland come una delle formazioni più calde di tutta la lega. Fa ancora più rumore, dunque, il tonfo dei Jazz, travolti 132-105 al Moda Center. Partita mai in discussione, con i Trail Blazers che chiudono la prima frazione sul 45-27 che, di fatto, scrive la parola fine sulla sfida dopo appena 12 minuti di gioco. A trascinare l'attacco di coach Snyder, che deve fare i conti con la pesante assenza di Jusuf Nurkic sotto alle plance, ci pensano Damian Lillard e CJ McCollum. Il primo sfiora la tripla doppia con una prova da 36 punti, 11 rimbalzi e 8 assist, mentre il secondo chiude con 30 punti e appena 17 tiri. In doppia cifra anche Meyers Leonard, partito in quintetto per l'assenza di Nurkic. Dall'altra parte, tutto il quintetto di Utah chiude in doppia cifra: il miglior realizzatore per i Jazz è Donovan Mitchell, che ne mette 22 in 27 minuti sul parquet. A questo si aggiungono i 15 punti di Rudy Gobert e i 24 della coppia Rubio-Favors (12 a testa). Una vittoria che consente a Portland di rafforzare il proprio quarto posto a Ovest e di allungare sugli Houston Rockets. Utah, invece, resta al settimo posto della Western Conference, fallendo l'occasione di agganciare gli Spurs in classifica.

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