BASKET NBA

Nba: Antetokounmpo travolge Embiid e Philadelphia, corre Houston, cadono Dallas e Clippers  

Milwaukee arriva a 16 vittorie nelle ultime 18, i Rockets sbancano Salt Lake City nel nome del solito Harden

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I Milwaukee Bucks continuano la loro corsa inarrestabile in Nba, vincendo contro i 76ers la sedicesima partita delle ultime 18. Finisce 119-98, con la nuova doppia doppia di un Giannis Antetokounmpo (31 punti e 17 rimbalzi) che travolge Joel Embiid nella sfida a distanza tra stelle. Corre anche Houston (110-120 sul campo dei Jazz, 38 punti per James Harden), cadono Dallas ad Atlanta (assenti Doncic e Porzingis) e i Clippers contro i Kings.

MILWAUKEE BUCKS-PHILADELPHIA 76ERS 119-98

Giannis Antetokounmpo contro Joel Embiid, vale a dire l'attuale Mvp della Nba contro colui che in settimana si è autoproclamato il migliore al mondo. Si tratta di solo uno tra i tanti temi di Milwaukee contro Philadelphia, più di una semplice sfida tra la dominatrice della Eastern Conference e una delle sue più accreditate rivali. In realtà lo scontro del Fiserv Forum si disputa senza particolari sorprese, con i Bucks che ottengono la sedicesima vittoria nelle ultime 18 partite e The Greek Freak che annichilisce il rivale nell'ipotetico duello a distanza tra i due. Antetokounmpo prende infatti per mano i Bucks mettendo il suo marchio d'autore nel parziale di 7-0 con cui si apre un terzo quarto che dirà 37-23 per i ragazzi del Wisconsin. A fine partita sono 31 punti e 17 rimbalzi per il fenomenale greco, coadiuvato da un Khris Middleton da 25 punti. In casa Sixers c'è da registrare la ventesima sconfitta lontano dal Wells Fargo Center a fronte di appena 9 vittorie in trasferta, ma soprattutto i soli 17 punti proprio dell'atteso Embiid. Che forse prima di stuzzicare un certo Giannis la prossima volta ci penserà con un po' più di prudenza.

UTAH JAZZ-HOUSTON ROCKETS 110-120

Una vittoria in trasferta basilare, che vale non solo l'aggancio in classifica (il record di entrambe è 36-20), ma anche il sorpasso grazie all'esito degli scontri diretti. Così Houston trova a Salt Lake City un successo che vale doppio e che porta all'ordine del giorno i due temi più caldi che riguardano la squadra texana: la loro implacabilità dall'arco (le triple a segno questa volta sono ben 20) e i numeri da urlo di James Harden. Il Barba si porta a casa un'altra prova magistrale e da trascinatore vero, grazie ai suoi 38 punti a referto e un ruolo da leader carismatico difficilmente contrastabile, anche se fondamentale per i Rockets è anche l'apporto di un Russell Westbrook che di punti ne realizza 34. Queste le principali bocche di fuoco di una squadra che nel terzo quarto si prende un parziale di 38-19 che stronca le speranze degli Utah Jazz, che pure si possono avvalere di un Donovan Mitchell da 31 punti e un Jordan Clarkson da 22, ma contro una Houston così sembra esserci poco da fare. E anche in ottica playoff saranno in diversi a doverci fare i conti.

LOS ANGELES CLIPPERS-SACRAMENTO KINGS 103-112

Era l'unica squadra a non essere ancora tornata in campo dopo la pausa per l'All-Star Game, ma lo stop stagionale non sembra aver affatto rinvigorito i Clippers che per la prima volta da inizio stagione perdono la terza partita di fila e rischiano ora di perdere contatto con i Denver Nuggets, secondi in Western Conference. A imporsi allo Staples Center è così Sacramento, che al contrario sembra ora aver inanellato un periodo in cui alle prestazioni fanno seguito anche i risultati. L'ideale dopo una stagione fatta più di bassi che di alti. E così i Kings partono con un parziale di 8-0 che fa capire che il pomeriggio (si gioca piuttosto presto, in quel di Los Angeles) sarà complicato per i padroni di casa. I Clippers si ritrovano sul 13-25 al termine del primo quarto e i successivi tentativi di rimonta non andranno mai a reale compimento. Non bastano infatti i lodevoli tentativi di Kawhi Leonard (che chiuderà a quota 31 punti) di caricarsi la squadra sulle spalle: il sorpasso arriva a inizio quarto periodo, ma con 8 minuti e mezzo ancora da giocare i Kings ritrovano la lucidità e si riportano avanti, festeggiando una vittoria prestigiosa giunta con il contributo di volti vecchi (Bogdanovic e De'Aaron Fox, entrambi a 20 punti) e nuovi (Kent Bazemore, fresco di arrivo da Portland e subito top scorer di squadra a quota 23 punti).

ATLANTA HAWKS-DALLAS MAVERICKS 111-107

L'All-Star Weekend vissuto da protagonista dalla "Rising Star" Trae Young sembra aver cambiato qualcosa in quel di Atlanta, dove gli Hawks vincono ancora e proseguono nella buona vena mostrata dopo l'interruzione del campionato. Questa volta alla State Farm Arena cade però una big dell'Ovest, a due giorni di distanza da una dell'Est (Miami). Si tratta di una Dallas che paga la sanguinosa assenza di Luka Doncic ("gemellino" di Young nella bella sfida tra Usa e Resto del Mondo nella kermesse di Chicago), ma anche quella di Porzingis. La stellina degli Hawks può quindi guidare con una bella doppia doppia (25 punti e 10 assist) i suoi a un successo che permette di staccare Cleveland dal fondo della classifica della Eastern Conference, anche perché alla causa contribuisce un John Collins che di punti ne mette a referto ben 35, accompagnati da 17 rimbalzi. I rabberciati Mavericks provano a rispondere con Tim Hardaway Jr, che di punti ne realizza 33, e con Seth Curry (22). Ma in casa Atlanta ultimamente tutto sembra girare nel verso giusto. E in Georgia probabilmente non vedevano l'ora che, dopo tanta attesa, questo momento arrivasse.

MIAMI HEAT-CLEVELAND CAVALIERS 124-105

Alla American Airlines Arena si celebra Dwyane Wade nel giorno del ritiro della casacca numero 3, di cui è stato e rimarrà l'ultimo possessore in quel di Miami. E gli Heat in una giornata del genere non possono che vivere una giornata simile andandosi a prendere una vittoria che pesa tanto negli equilibri della Eastern Conference, specie perché giunta in contemporanea con la caduta di Philadelphia a Milwaukee. La sfida è con i vecchi rivali di Cleveland, in quello che per anni è stato vissuto come il "derby personale" di LeBron James. Ora però il Chosen One vive e vince lontano, nell'assolata Los Angeles, e soprattutto i Cavaliers di quella squadra portano soltanto il nome e i colori. La franchigia dell'Ohio, fanalino di coda a Est, regge il colpo giusto nel primo quarto per poi essere travolta dagli Heat che all'intervallo lungo arrivano già sul +30 e con un ruolino di 82 punti che rappresenta un loro record di tutti i tempi. Mattatore diventa così Kendrick Nunn, autore di 24 punti a fronte dei 19 del turco Osman, top scorer di una Cleveland che forse aspetta solo che questa stagione da incubo termini il prima possibile.

CHICAGO BULLS-PHOENIX SUNS 104-112

Negli anni '90 questa era una potenziale sfida da Nba Finals, oggi è solo uno scontro tra squadre in cerca di autore, entrambe lontane anche solo da un ingresso in zona playoff e che allo United Center si affrontano per l'onore e poco più. A prevalere è però chi quelle sfide delle Nba Finals le perdeva quasi a ripetizione, ossia i Phoenix Suns, che grazie a Deandre Ayton (28 punti e 19 rimbalzi) e Devin Booker (top scorer di squadra con 29 punti) stroncano davanti al pubblico amico quei Bulls ormai a loro volta quasi certi di aver perso il treno che conduce alla post season. Per Chicago si tratta del resto dell'ottava sconfitta consecutiva, frutto anche dell'involuzione di Zach LaVine: i punti all'attivo per lui sono comunque 20, ma le 7 palle perse nel corso del match pesano tantissimo. L'Illinois può in ogni caso sorridere per l'esplosione del rookie Coby White, che con 33 punti all'attivo trova la migliore partita della sua ancora giovane carriera in Nba. Chissà che non possa essere lui, un domani, a rinverdire i fasti dei colori resi celebri in tutto il mondo da un certo Air Jordan...

CHARLOTTE HORNETS-BROOKLYN NETS 86-115

A Brooklyn si sono ormai arresi all'evidenza di una stagione da completare senza Kyrie Irving, ma a Charlotte tutti i dubbi e le ansie dei Nets spariscono di fronte alla prova monumentale di Timothe Luwawu-Cabarrot, che parte dalla panchina e con 21 punti all'attivo guida i suoi a una vittoria che forse poco sposta nella rincorsa ai playoff, ma dal punto di vista psicologico vale tantissimo. I newyorkesi mandano ben otto giocatori in doppia cifra (da sottolineare i 17 punti di Caris LeVert e la doppia doppia di Jarrett Allen), mentre in casa Hornets a parte i 16 punti di PJ Washington c'è poco da salvare. Specie dopo tre vittorie che sembravano aver risollevato una squadra che invece contro un'avversaria potenzialmente con i nervi a pezzi si è sgonfiata come un palloncino.
 

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