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INTERVISTA ESCLUSIVA

Mirotic: "Non volevo tornare a Bologna per gara 5"

L'MVP delle finali scudetto ha parlato a SportMediaset: "Vincere il campionato al primo anno in Italia è un grande risultato. I club e i tifosi se lo meritano"

di Giacomo Magnani
16 Giu 2024 - 08:30

Sulla decisiva gara 4 che ha regalato all'EA7 Emporio Armani Milano il 31° scudetto c'è il sigillo di Nikola Mirotic, dominante con 30 punti, 12 rimbalzi e giocate di qualità superiore. Un successo che nei giorni successivi ha un sapore ancora più speciale, come rivelato ai nostri microfoni. 

© IPA

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"Mi sento alla grande onestamente, sono ancora sopraffatto da tutte le emozioni che abbiamo provato. Non abbiamo avuto molto tempo per dormire e sistemarci, ma è bellissimo vivere questi momenti. Da giocatore è unico, ogni trofeo è molto importante. Vincere lo scudetto al primo anno in Italia è un grande risultato, questo club e questi tifosi se lo meritano. Sono molto contento e orgoglioso dei miei compagni e dello staff per ciò che abbiamo ottenuto".

Considerando i numerosi trofei che ha vinto in carriera, questo successo a che punto lo posiziona?
"Probabilmente è uno dei successi più importanti. Forse non il più grande, ma sicuramente uno dei più importanti. Perché quando arrivi in un nuovo club ci sono sempre grandi aspettative: si gioca per vincere, per conquistare trofei, per giocare bene nelle partite decisive. Per me queste finali erano molto importanti, soprattutto per com’è andata la stagione, per il fatto di non esserci qualificati ai playoff di Eurolega. Volevo davvero vincere con Ettore Messina, era il nostro momento. E poi è sempre speciale vincere in casa con i tuoi tifosi. Non volevamo tornare a Bologna per gara 5 e così è stato, sono davvero felice di questo".

Nel momento più importante dell'anno, lei è diventato decisivo. È ciò che fanno i veri campioni...
"Ho dato il massimo, conoscevo l’importanza della finale. Era un momento in cui dovevo fare uno step in avanti, ma voglio condividere i meriti con i miei compagni e lo staff. Sono loro che mi hanno permesso di essere un giocatore migliore. Mi hanno passato la palla, mi hanno messo nelle migliori situazioni per brillare. E grazie anche a Dio e Gesù Cristo. Era il momento giusto per “dimostrare”. Ho già dimostrato in passato cosa sono in grado di fare, ma volevo farlo anche per l’Olimpia, i compagni ed Ettore Messina".

© IPA

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