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Lakers e Jazz sempre al top, Steph Curry entra nella storia ma non basta

Anthony Davis trascina i campioni in carica a Chicago, Utah piega Golden State. Primo successo insieme per i nuovi Big Three di Brooklyn

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Nona vittoria consecutiva in trasferta per i Lakers, che restano imbattuti fuori casa: 37 punti per Anthony Davis nella sua Chicago. Arriva invece l’ottavo successo di fila in assoluto per Utah, sempre più in forma in questa Nba: Golden State ko nonostante uno Steph Curry da record. Denver passa a Phoenix all’overtime; Dallas cade contro Houston. A Est continua a vincere Philadelphia, corsara a Detroit. Primo sorriso per i Big Three di Brooklyn.

CHICAGO BULLS-LOS ANGELES LAKERS 90-101
Vittoria mai messa in dubbio per tutti i 48 minuti quella che i Los Angeles Lakers ottengono a Chicago: si tratta della nona su nove partite in trasferta per i campioni in carica. Dopo aver cominciato con un parziale di 20-6, i gialloviola non si guardano più indietro toccando anche il +30 a metà partita. LeBron James (17 punti, 11 rimbalzi e 6 assist) lascia l’intera scena ad Anthony Davis, che nella sua terra d’origine firma il suo massimo stagionale da 37 punti, di cui 26 nel solo primo tempo, tirando 14/21 e 7/9 ai liberi in 28 minuti di gioco. Si ferma a tre la striscia di vittorie di fila dei Bulls, che hanno una doppia doppia da Zach LaVine (21 e 10 rimbalzi) e altri tre giocatori in doppia cifra: White 14, Williams 13 e Markkanen 12.

UTAH JAZZ-GOLDEN STATE WARRIORS 127-108
Steph Curry scrive una pagina di storia della Nba: con la sua quarta tripla di serata, infatti, il numero 30 di Golden State sale al secondo posto all-time per triple segnate in carriera con 2.561, superando il suo idolo d’infanzia Reggie Miller. Ma, nonostante la grande serata, in cui totalizza 24 punti con 7 rimbalzi, 7 assist, le sue prodezze non consentono di uscire imbattuti da Salt Lake City agli Warriors, che nel finale di gara danno spazio a Nico Mannion (8 punti e 4 assist). Arriva infatti l’ottavo successo di fila per i Jazz, che chiudono il primo tempo avanti di 30 e toccano anche il +40 nel secondo. Il leader è Donovan Mitchell con 23 punti, seguito dai 17 di Mike Conley. Utah rimane così imbattuta dallo scorso 7 gennaio.

PHOENIX SUNS-DENVER NUGGETS 112-120 2OT
Suns e Nuggets segnano entrambe il canestro del pareggio alla fine dei regolamentari e del primo supplementare, prima del successo degli ospiti al secondo overtime. Nel quarto periodo era stato Jamal Murray a segnare una tripla difficilissima sulla sirena sopra le braccia di Deandre Ayton, mentre nell’OT Jae Crowder aveva poi risposto con un canestro dall’arco a 0.7 dalla fine. Chris Paul si carica Phoenix sulle spalle, chiudendo con 21 punti e 13 assist in 42 minuti, segnando anche il canestro del +3 prima della prodezza di Murray nei regolamentari. Dall’altra parte però il canadese ne segna 26 e soprattutto Nikola Jokic ne firma 12 dei suoi 29 finali nei supplementari, per il suo massimo in carriera.

DALLAS MAVERICKS-HOUSTON ROCKETS 108-133
Dopo lo scambio di James Harden, i Rockets salgono a un record di 3-3 dominando il derby texano con i Mavericks. Con entrambe le squadre in back-to-back, Houston prende possesso della gara già nel primo quarto e non va mai in svantaggio, sfruttando il massimo stagionale da 33 punti di Eric Gordon. Alla quinta partita in sette giorni, i Mavericks si arrendono abbastanza in fretta, tenendo Luka Doncic seduto per tutto l’ultimo quarto a gara ormai compromessa. Lo sloveno firma comunque 26 punti, 5 rimbalzi e 8 assist, seguito dai 15 a testa di Tim Hardaway Jr. e Boban Marjanovic in una serata davvero complicata per i Mavs. Dopo due vittorie consecutive, quindi, arriva il ko per la formazione di Carlisle.

DETROIT PISTONS-PHILADELPHIA 76ERS 110-114
Nella sfida testa-coda della Eastern Conference, Philadelphia deve sudarsela fino alla fine per ottenere il successo contro l’ultima in classifica: i 76ers sfruttano i liberi decisivi segnati nell’ultimo minuto di gioco da Ben Simmons (20 punti, 9 rimbalzi e 7 assist) e da un Joel Embiid come sempre in grande forma. Per i Pistons, prestazione negativa di Jerami Grant (11 punti con 3/19 al tiro), nonostante fosse riuscito a segnare la tripla per tornare sul -2 a 28 secondi dalla fine. Embiid, però, suggella la sua serata da 33 punti e 14 rimbalzi con due tiri liberi a 7.2 secondi dalla fine per il +4 finale; ne sigla 21 nel solo primo tempo, nonostante un problema alla parte bassa della schiena rimediato contro Boston.

BROOKLYN NETS-MIAMI HEAT 128-124
Arriva la prima vittoria insieme per i nuovi Big Three di Brooklyn. I Nets devono faticare non poco per avere ragione degli Heat dopo avere sprecato quasi del tutto un vantaggio di 18 lunghezze e avere concesso 42 punti nell’ultimo quarto. I newyorkesi alla fine resistono grazie a 12 punti negli ultimi 5:48 di un Kyrie Irving da 28 punti. Il migliore di serata per i padroni di casa è però un Kevin Durant da 31 punti con 11/19 dal campo e 4/7 da tre, seguito dai 23 di Joe Harris e sopperendo a un James Harden da soli otto tiri tentati (12 punti, 7 rimbalzi e 11 assist). Il merito della prestazione offensiva di Miami è quasi esclusivamente del migliore Bam Adebayo in carriera: 41 punti (14/20 dal campo, 12/14 ai liberi e anche una tripla a segno) con 9 assist in 38 minuti per lui.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-NEW ORLEANS PELICANS 120-110
Nei bassifondi della Western Conference sono i Timberwolves a imporre una pesante sconfitta ai Pelicans, che pagano i soli 14 punti segnati in tutto il terzo quarto. Minnesota interrompe così una striscia di quattro sconfitte consecutive grazie ai 20 punti di Naz Reid e i 18 della prima scelta assoluta Anthony Edwards, trovando il secondo successo dell’anno senza Karl-Anthony Towns. Brandon Ingram prova a metterci una pezza segnando 30 punti insieme ai 28 di Eric Bledsoe e i 19+11 di Zion Williamson, ma i problemi dei Pelicans sono soprattutto difensivi, al netto di un terzo quarto in cui tirano solo 5/24, sbagliandone anche 11 di fila. Zero minuti in campo per scelta tecnica per Nicolò Melli.

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