Intervistato nella giornata di ieri da La Provincia di Como, il playmaker dell'Acqua San Bernardo ha raccontato la cavalcata promozione dei lombardi, conclusa col 3-0 su Rimini in finale playoff: "È stata una stagione faticosa e difficile: il senso di liberazione ha prevalso sulla gioia per il risultato, avevamo capito che finalmente era fatta. Ho vinto anche altri trofei in carriera, e la prima sensazione è sempre stata l’euforia. Qua tutti abbiamo sentito una sorta di responsabilità nei confronti di un popolo, di un progetto e delle persone che hanno investito e creduto in questo obiettivo, mettendoci nelle condizioni ideali per raggiungerlo. È una cosa che ho avvertito fin dalla firma la scorsa estate. Pressione in gara-3? Un po’ paura nell’ambiente c’era, così come la tensione per la finale. Da quanto ho potuto vedere, i tifosi erano stremati per l’attesa del ritorno in A. Aggiungiamoci il gran caldo all’interno del palazzetto ed è facile capire che finale particolare sia stata. Mi aspettavo questo quando ho firmato? Certo, fin dal primo istante. Tutti mi parlavano di questo obiettivo, che era diventato una necessità. Da quel momento, c’è stata una pressione positiva. Ovviamente il momento clou, con la palla che può decidere le sorti di una stagione, non è mai una situazione adatta ai deboli di cuore. Ma in casa nostra, in vantaggio 2-0, non si poteva proprio sbagliare. Reazione ai playoff dopo aver mancato il primo posto in regular season in favore di Udine? Ce ne siamo fatti una ragione, ma abbiamo reagito. I tanti infortuni hanno inciso. Eravamo la squadra più forte, senza nulla togliere a Udine, che ha avuto più costanza e meno infortuni. Hanno avuto anche la bravura di coprire gli infortunati con giocatori dello stesso livello. Noi con i problemi abbiamo convissuto, risolvendoli. Anche ai playoff abbiamo perso due volte a Bologna, ma la consapevolezza nei mezzi c’era tutta: è stato come vincere un’altra finale. È un campionato che sta diventando con gli anni sempre più veloce e rapido sul piano tecnico-tattico. Il livello fisico si è alzato molto e bisognerà tenerne conto. Poi c’è tutto il resto: bisogna entrarci, poi fare i necessari aggiustamenti per continuare la crescita".