Nba: Gallinari trascina i Clippers contro i Kings, ai Lakers non basta super LeBron

Il 'Gallo' ne mette 19 nel successo per 116-109 di LA, i gialloviola si arrendono 120-131 a Milwaukee

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La rotta verso i playoff non è mai stata così incerta. I Clippers si aggiudicano lo scontro diretto con Sacramento 116-109 grazie ai 19 punti di Danilo Gallinari, mentre i cugini dei Lakers si arrendono 120-131 a Milwaukee, nonostante un super LeBron (31 punti e 10 assist). A Est, vincono Toronto e Boston, che superano Portland (119-117) e Washington (107-96), mentre Chicago fa sua la partita infinita contro Atlanta: 168-161 dopo quattro overtime.

SACRAMENTO KINGS-LOS ANGELES CLIPPERS 109-116 
I Los Angeles Clippers fanno un passo importante verso i playoff aggiudicandosi lo scontro diretto con Sacramento, una delle squadre in lotta per l'ottava piazza a Ovest. Grazie al contributo di un ottimo Danilo Gallinari (19 punti, 9 rimbalzi, 5/12 dal campo e il solito 8/9 ai liberi), LA si impone 116-109. Una partita caratterizzata dal grande equilibrio: la squadra di coach Doc Rivers chiude la prima frazione con un vantaggio in doppia cifra, ma sono i padroni di casa ad andare all'intervallo lungo con la testa avanti sul punteggio di 56-52. L'allungo decisivo arriva solo nel terzo periodo, con i Clippers che piazzano un parziale di 35-26, che permette di accumulare un piccolo tesoretto, difeso con le unghie e con i denti nell'ultimo quarto di gioco. Decisivo il contributo del rookie Landry Shamet, che segna 8 dei suoi 20 punti nel finale. Per i Clippers ci sono ben sette uomini in doppia cifra, con il prezioso aiuto della panchina: sono 17 i punti di Lou Williams e 15 quelli di Montrezl Harrell. Sacramento, che ha il merito di lottare fino alla fine, deve incassare un ko doloroso, che rischia di tagliarla fuori per la corsa playoff. I padroni di casa trovano 23 punti da Buddy Hield, a cui si aggiungono i 12 punti (con 12 assist) di De'Aaron Fox e i 16 (con 12 rimbalzi) di Willie Cualey-Stein. Con questa vittoria Gallinari e compagni (35-29) superano i San Antonio Spurs e raggiungono momentaneamente il settimo posto a Ovest, mentre Sacramento (31-31) rimane a due gare e mezzo di distanza dagli Spurs.

LOS ANGELES LAKERS-MILWAUKEE BUCKS 120-131
Il tempo stringe per la Los Angeles gialloviola. I Lakers si arrendono tra la mura amiche dello Staples Center a Milwaukee 120-131 e vedono allontanarsi sempre di più quell'ottavo posto a Ovest, che rappresentava l'obiettivo minimo a inizio stagione. Contro la miglior squadra della lega, non basta nemmeno la solita prestazione da incorniciare di LeBron James, che chiude con 31 punti, 7 rimbalzi e 10 assist, sfiorando la tripla doppia. Dopo aver retto l'urto di Antetokounmpo e compagni fino agli ultimi minuti, i gialloviola si sciolgono nel finale, incassando un parziale taglia gambe di 15-2, propiziato da Eric Bledsoe, semplicemente inarrestabile. La guardia, fresca di rinnovo con i Bucks (70 milioni per i prossimi 4 anni), chiude con 31 punti (massimo stagionale), a cui aggiunge anche 9 rimbalzi. Opaca, invece, la prova del candidato MVP: il 'Greek Freak' litiga con i ferri dello Staples e chiude con 16 punti, 15 rimbalzi, 6 assist ma anche 4 palle perse. Per i Lakers, oltre al già citato James, non bastano i 31 punti di Brandon Ingram, l'unico a parlare la stessa lingua del 'Re' sul parquet. Milwaukee (48-14) si conferma la miglior squadra della Nba, mentre i Lakers (30-32) scivolano a 3 partite e mezzo dall'ottavo posto a Ovest, occupato dai San Antonio Spurs.

ATLANTA HAWKS-CHICAGO BULLS 168-161
Nel 1979, lo scrittore Michael Ende scriveva 'La storia infinita'. Questa notte, Chicago Bulls e Atlanta Hawks hanno scritto 'La partita infinita'. Un match incredibile, che entra di diritto nel libro dei record, chiuso sul punteggio di 168-161 in favore dei Bulls dopo quattro overtime. 68 minuti di maratona, 329 punti segnati, un susseguirsi di emozioni non adatte ai deboli di cuore. Si tratta della terza partita con il punteggio complessivo più alto di sempre dopo Detroit Pistons-Denver Nuggets nel 1983 (370 punti) e Milwaukee Bucks-San Antonio Spurs nel 1982 (337 punti). Nonostante la sconfitta, l'eroe della sfida è Trae Young, che chiude con 49 punti, 8 rimbalzi e 16 assist. Per il rookie di Atlanta una notte da guinness dei primati: massimo di punti mai fatti registrare da un primo anno nella storia della franchigia, terzo esordiente di sempre con almeno 40+10+5 (gli altri sono Micheal Jordan e Oscar Robertson), quarto giocatore a realizzare due canestri clutch negli ultimi 5 secondi di una partita (uno nei regolamentari e uno ai supplementari). I 120 punti nelle ultime 3 partite, inoltre, gli permettono di eguagliare il record di Allen Iverson. Tutto bellissimo, anche se alla fine sono i Bulls a fare festa grazie ai 47 punti di Zach LaVine (massimo in carriera) e ai 62 della coppia Markkanen-Porter Jr. (31 punti a testa).

TORONTO RAPTORS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 119-117
Al successo dei Milwaukee Bucks contro i Los Angeles Lakers risponde quello dei Toronto Raptors, trascinati al successo per 119-117 contro i temibili Portland Trail Blazers da un canestro allo scadere di Kawhi Leonard. L'ex San Antonio Spurs chiude con una prova maiuscola da 38 punti, impreziosita dal tiro in sospensione che mette la parola fine sul match. Inutile, infatti, il disperato tentativo dalla propria metà campo di Damian Lillard, la cui preghiera viene respinta dai ferri dell'Air Canada Centre sulla sirena. Oltre al solito Leonard, coach Nick Nurse può contare anche sul solido contributo di Kyle Lowry che, in cabina di regia, guida l'attacco canadese con 19 punti e 10 assist. Prezioso anche l'apporto di Marc Gasol (19 punti e 8 rimbalzi), sempre più calato nella nuova dimensione dei Raptors. Si ferma a cinque, invece, la striscia positiva dei Blazers, che devono arrendersi a una delle squadre più forti della lega. Inutile il tentativo di rimonta finale, nonostante gli sforzi di Cj McCollum e Damian Lillard. Il primo gioca una partita maiuscola, chiudendo con 35 punti, 4 rimbalzi e 5 assist, mentre il secondo aggiunge 24 punti, 8 rimbalzi e 6 assist. I Blazers (38-24), privi di Enes Kanter, che ha preferito non attraversare il confine americano per le note vicende politiche, scivolano al quarto posto a Ovest, mentre Toronto (46-17) è sempre seconda a Est alle spalle dei Bucks.

BOSTON CELTICS-WASHINGTON WIZARDS 107-96
Una vittoria che dà una boccata d'ossigeno ai Boston Celtics, reduci da uno dei periodi più negativi della propria altalenante stagione. Dopo quattro ko consecutivi, i biancoverdi, che non avevano ancora vinto dalla pausa dell'All-Star Game, piegano le resistenze degli Washington Wizards 107-96 al TD Garden. A rendere sicuramente ancora più soddisfatto coach Brad Stevens per il successo ci pensa il fatto che questo sia arrivato senza un Kyrie Irving costretto agli straordinari. Sono ben sette, infatti, gli uomini in doppia cifra per Boston, guidati dai 18 del solito, immarcescibile Al Horford. A questi, si aggiungono i 17 di Marcus Morris e i 16 dell'altro Marcus, Smart. Irving, che chiude con solo 13 punti, mette in ritmo i propri compagni, smazzando 12 assist. Dall'altra parte, invece, Washington non riesce mai a entrare davvero in partita, al cospetto di un avversario che ha ben altri obiettivi in stagione. Il miglior marcatore è il solito Bradley Beal, che chiude con una doppia doppia da 29 punti e 11 rimbalzi. Troppo poco, invece, il contributo dei compagni, con Jeff Green e Tomas Satoransky che si fermano a quota 15. Boston (38-25) torna a muovere la propria classifica e allunga su Brooklyn, mentre Washington sprofonda in undicesima posizione con un record di 25 vittorie e ben 37 sconfitte.

BROOKLYN NETS-CHARLOTTE HORNETS 112-123
Se i Brooklyn Nets (salvo catastrofi) sono ormai certi di un posto nei prossimi playoff grazie a un mese di gennaio da incorniciare, lo stesso non può dirsi per Charlotte, invischiata in una lotta senza confini per riuscire ad accaparrarsi l'ultima pizza disponibile nella Eastern Conference. Ecco perché il successo d Walker e compagni assume una dimensione fondamentale per i Calabroni, che piazzano il contro sorpasso ai danni degli Orlando Magic. I protagonisti del successo, manco a dirlo, sono ancora una volta Kemba Walker (25 punti) e Jeremy Lamb (22) a guidare altri quattro compagni in doppia cifra. Da sottolineare anche la prova di Frank Kaminski che, tornato nelle rotazioni di coach Borrego dopo una lunga serie di partite osservate dalla panchina senza assaggiare mai il parquet, chiude con 15 punti e tanta sostanza sotto alle plance. Ai padroni di casa non bastano i 22 punti di D'Angelo Russell e i 20 di DeMarre Carroll. E' in difesa, però, dove i Nets mostrano qualche lacuna, concedendo la bellezza di 68 punti nel solo primo tempo a Charlotte, che si è così potuta costruire il proprio tesoretto, andando a riposo sul comodo +18. Brooklyn (32-32) ha comunque un cuscinetto importante su Detroit (29-31) e Charlotte (29-33), che dovrebbe tenerla a riparo da spiacevoli sorprese da qui al termine della stagione.

PHOENIX SUNS-NEW ORLEANS PELICANS 116-130
I Phoenix Suns non riescono proprio a trovare nemmeno un minimo di continuità. Dopo la vittoria contro Miami, che aveva interrotto una striscia di 17 ko consecutivi, nemmeno il riposo lungo ha permesso di ricaricare le pile e concedere il bis contro i Pelicans, altra squadra tutt'altro che in salute. Invece, a fare festa è proprio New Orleans, che si impone 130-116 in Arizona. Una partita in cui gli ospiti non hanno nemmeno bisogno del contributo del miglior Anthony Davis, che resta in campo poco più di 20 minuti, chiudendo con 17 punti e 8 rimbalzi. Il miglior marcatore per i Pelicans è Julius Randle, ormai sempre più calato nel suo nuovo ruolo di primo violino della squadra: 22 punti il bottino a fine match. A questi, si aggiungono anche i 21 di Jrue Holiday, che sfiora la doppia doppia fermandosi a 9 assist. Dall'altra parte, invece, non bastano i 26 punti di Devin Booker e i 16 del rookie DeAndre Ayton, che cattura anche 8 rimbalzi. A rendere ancora più complicato il momento di Phoenix ci pensano i fischi del pubblico di casa, che se l'è presa soprattutto con Josh Jackson, reo di aver saltato una sessione di autografi obbligatoria in settimana. Phoenix (12-51) resta la peggior squadra della lega, mentre New Orleans (28-36) è 13esima a Ovest.

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