NBA

Basket, Nba: i Lakers piegano Boston, Gallinari batte Belinelli, super Melli trascina New Orleans  

Los Angeles prevale 114-112 con 61 punti della coppia James-Davis. Oklahoma vince di 28, l'azzurro dei Pelicans realizza 20 punti contro Golden State

  • A
  • A
  • A

Nella notte di Nba i Lakers battono Boston con il punteggio di 114-112. Gara tirata e decisa nel finale allo Staples Center: ai Celtics non bastano i 41 di Tatum, per i gialloviola arrivano 61 punti della coppia James-Davis. Gallinari (12 punti) vince il derby con Belinelli (13): Oklahoma travolge 131-103 San Antonio. Gli italiani chiudono un 3/3 in doppia cifra con i 20 punti di Nicolò Melli contro Golden State. Vittorie facili per Toronto e Denver.

LOS ANGELES LAKERS-BOSTON CELTICS 114-112
Con 33 titoli Nba in due, Lakers-Celtics non è mai una partita banale e anche questo scontro, almeno a livello di incertezza, non si discosta dalle previsioni. Sotto gli occhi di Bill Russell (a bordocampo con la maglia di Kobe Bryant), Los Angeles vince una gara al cardiopalma e aggiorna il suo record di vittorie-sconfitte a 43-12, mentre a Boston non bastano i 41 punti di Jayson Tatum (12/20 al tiro, di cui 4/7 da tre). Lakers avanti nelle prime battute (il primo quarto si chiude 28-19 per i losangelini) grazie anche a un parziale iniziale di 12-3, i Verdi trovano più confidenza a canestro nel secondo quarto, con Tatum che va al riposo già a quota 19 sul tabellino e Gordon Hayward che trova il 54 pari con un layup. I californiani riescono a chiudere l'intervallo sul +2 grazie ai liberi di LeBron James (29 punti, nove assist, otto rimbalzi con 9/19 al tiro e qualche nervosismo di troppo con gli arbitri). Sono tre punti consecutivi del Prescelto a mette definitivamente avanti i Lakers a 30 secondi dalla fine: Los Angeles, che nel terzo quarto era finita anche a -7, vola sulle spalle sue e di quelle di Anthony Davis, miglior realizzatore gialloviola con 32 punti e 13 rimbalzi (ma con 10/25 al tiro). Boston (39-17) subisce una sconfitta che non dovrebbe avere ripercussioni in classifica: a Est la squadra di coach Brad Stevens è saldamente terza.

OKLAHOMA CITY THUNDER-SAN ANTONIO SPURS 131-103
Okc rifila un +28 agli Spurs (la più ampia della sua storia contro San Antonio) dominando il terzo quarto e prevalendo di gran lunga sia nelle percentuali al tiro (57.5% contro 36.9%), sia in quelle a rimbalzo (60-48). Gregg Popovich non è esattamente il volto dell'entusiasmo nel post-gara e liquida i giornalisti con un “Avete altre domande che possano stupirmi? Perché devo andare a parlare con i miei boss”. Se Pop fa il Pop, Oklahoma fa Oklahoma, cioè una squadra completa in grado di trovare sempre le risorse da un attacco equilibrato e dalla fisicità nel pitturato. Shai Gilgeous-Alexander termina la sua serata con 22 punti e 13 rimbalzi, Steven Adams lo imita con un 21+14, mentre Chris Paul va a un assist dalla tripla doppia (12+10). Ben otto giocatori dei Thunder vanno in doppia cifra, tra cui un Danilo Gallinari da 12 punti (e il 50% dall'arco) ma anche con tre palle perse. L'ex Olimpia vince il derby di squadra ma perde quello individuale con Marco Belinelli, secondo realizzatore degli Spurs con 13 punti e il 50% dal campo, a -1 da Rudy Gay. Okc (35-22) consolida il sesto posto a Ovest e minaccia la quinta piazza di Utah, gli Spurs (24-32) rischiano sempre di più di non partecipare alla post-season.

GOLDEN STATE WARRIORS-NEW ORLEANS PELICANS 101-115
Zion Williamson non vuole lasciare il segno solo a livello di punti ma comincia a farsi sentire anche in spogliatoio. New Orleans giochicchia nel secondo quarto: 17 punti. E al rookie non sta bene. Prende da parte i compagni e in pratica si sostituisce a coach Alvin Gentry, spronandoli a dare di più: “Siamo molto meglio di così, dobbiamo metterci più energia”. Messaggio recepito alla grande, perché i Pelicans (25-32) si mangiano in un amen lo svantaggio di -12 e vanno all'ultima mini-pausa sul 77 pari, prima di dilagare negli ultimi 12 minuti realizzando 38 punti (11 arrivano da Jrue Holiday). Per Williamson (28 punti con 13/20 dal campo) si tratta della ottava gara consecutiva con almeno 20 punti, aggiungendo il solito mix di velocità, fisicità e precisione al tiro con cui nessun avversario sembra poter contrattare. Grande serata anche per Nicolò Melli, che pareggia il suo career-high totalizzando 20 punti e mitragliando senza pietà dall'arco: 6/7 da tre per l'azzurro, sempre più inserito nei meccanismi di Gentry. Golden State (12-45) aspetta i ritorno di Steph Curry previsto l'1 marzo e si deve accontentare dei 22 punti di Damion Lee.

TORONTO RAPTORS-INDIANA PACERS 127-81
Il 34-12 del primo quarto basterebbe a spiegare la differenza dei valori in campo e a dire che Toronto-Indiana non è stata una partita ma un massacro perpetrato dai canadesi. I campioni in carica tirano con il 51.1% (gli ospiti con il 32.6%) e dominano a rimbalzo (66-51), segno che - oltre alla qualità in attacco - i Pacers hanno anche meno voglia di lottare sotto canestro. Alla Scotiabank Arena non c'è partita: si inizia con un parziale di 15-1 per Toronto e già nel primo quarto si tocca il +26, riducendo a garbage time l'intera partita. Con Indiana sotto di 30 a fine terzo quarto, Toronto infierisce siglando 42 punti e raggiungendo anche un umiliante +49, poi aggiornato al +46 finale. Si tratta della vittoria più larga nella storia dei Raptors, alla 17esima vittoria nelle ultime 18 gare: Toronto (42-15), se la classifica rimanesse questa, affronterebbe proprio Indiana (33-24) ai playoff e ovviamente dovrà essere una partita diversa. Il miglior realizzatore dei campioni in carica è Pascal Siakam (21 punti), mentre il tabellino di Indiana registra un misero 14 sia per Domantas Sabonis che per Aaron Holiday.

DENVER NUGGETS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 128-116
Quasi impossibile perdere se si tira con il 58.9%, e infatti Denver non delude contro una delle squadre peggiori di questa Nba, i Minnesota Timberwolves (16-39). Miglior gara stagionale per Paul Millsap, che chiude con 25 punti e un grandissimo 9/11 al tiro. Chi non sbaglia quasi mai quando ha la palla in mano è anche Nikola Jokic: 24 punti, zero errori nei primi sei tentativi e 11/14 dal campo a fine gara. Malgrado le rotazioni ridotte (nove giocatori disponibili, tra cui Hernangomez e Beasley, prelevati proprio da Denver), i Timberwolves restano in partita fino al 106-100 in apertura dell'ultimo quarto grazie a un break di 9-0 firmato da Culver, McLaughlin ed Hernangomez. Denver (39-18) reagisce con un controparziale devastante di 22-2 e si prende di forza il match: Nuggets secondi a Ovest con una gara e mezzo di vantaggio sui Clippers.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-DETROIT PISTONS 107-104
Con Damian Lillard ancora fuori per infortunio, sono CJ McCollum e Carmelo Anthony i protagonisti del successo di Portland su Detroit. Per la guardia tiratrice arrivano 41 punti conditi da 12 assist (mai così tanti in carriera) e nove rimbalzi, mentre Melo (32 punti e 11/16 dal campo) supera quota 30 a distanza di quasi tre anni dall'ultima volta. I due combinano 21 dei 27 punti di squadra nell'ultimo quarto, riportando i Trail Blazers (26-32) sulla mezza gara di vantaggio nei confronti di New Orleans. C'è tuttavia Memphis da raggiungere: i Grizzlies hanno il 50% di vittorie e quattro sconfitte in meno rispetto a Portland, che deve rendersi protagonista di un gran finale per andare in post-season. In casa Detroit (19-40) invece questo tipo di speranze è finito da tempo. Il miglior realizzatore dei Pistons è Christian Wood, con 26 punti in uscita dalla panchina.

CHICAGO BULLS-WASHINGTON WIZARDS 126-117
Coby White si sta facendo notare a Chicago: con i suoi 33 punti raggiunge Michael Jordan come unico rookie in maglia Bulls ad andare oltre i 30 in due gare consecutive. Inoltre è l'unico esordiente nella storia a ottenere questi risultati partendo dalla panchina, almeno contando i campionati dal 1970 in poi. La performance di White riesce a oscurare i 53 punti di Bradley Beal, che trova il massimo in carriera con un 15/27 a tiro, aiutandosi con 20 tiri dalla lunetta (18 a segno). Evidentemente è la serata dei record, perché Zach LaVine aggiorna a 177 il primato di triple di un giocatore con la maglia Bulls. Per quanto riguarda la partita, Chicago rischia di gettare via un +25 nel terzo quarto: i Wizards si riportano a -7 con i liberi di Davis Bertans e un layup di Rui Hachimura, ma Chicago gestisce bene il rientro degli ospiti e porta a casa una vittoria meritata. In classifica, Bulls decimi a Est con un record di 20-38, proprio dietro a Washington (20-35).

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments