Ancora ricordi di Kobe Bryant in tutte le arene. Sul campo, vincono Dallas, Houston e Miami, clamorosa rimonta di Sacramento a Minneapolis
In tutte le arene della Nba proseguono le celebrazioni in onore di Kobe Bryant. Luka Doncic, che ha scarpe dedicate alla memoria delle nove vittime, realizza 29 punti nel 107-97 di Dallas in casa di Oklahoma (14 per Danilo Gallinari). Ok Miami, Houston vince 126-117 contro Utah con 50 punti di Eric Gordon.
OKLAHOMA CITY THUNDER-DALLAS MAVERICKS 97-107
La ferita è ancora aperta, e lo sarà per molto. Il ricordo va sempre all'incidente che ha ucciso Kobe Bryant, sua figlia Gianna Maria e altre sette persone. Anche Oklahoma e Dallas, che non avevano giocato il giorno della morte del Black Mamba, onorano la sua memoria con due infrazioni, di 24 e 8 secondi, per ricordare i numeri di maglia che con Bryant sono diventati leggenda. Luka Doncic ha scarpe con dediche per le nove vittime dell’incidente di Calabasas (Los Angeles) e guida i Mavericks (29-17) al netto successo nel fortino di Okc (28-20): 29 punti, 11 rimbalzi e cinque assist per lo sloveno, che tira 10/24 dal campo, di cui 5/12 da tre. Doncic è il miglior realizzatore della serata anche perché Oklahoma ha percentuali al tiro che non toccano il 40%. Il migliore dei padroni di casa, privi di Chris Paul che, straziato dal dolore, non se la sente di giocare, è Dennis Schröder, con 21 punti. Segue Danilo Gallinari con 14, frutto di un 4/12 dal campo di cui un 2/5 da tre.
UTAH JAZZ-HOUSTON ROCKETS 117-126
Anche a Salt Lake City, così come a Minneapolis, Detroit, Miami e Chicago, la memoria del Black Mamba viene onorata anzitutto con le infrazioni di 24 e 8 secondi. Houston si presenta senza gli infortunati James Harden e Clint Capela, anche Russell Westbrook viene tenuto a riposo. Clima pesante alla Vivint Smart Home Arena, che logicamente non può essere il solito fortino per i Jazz, che avevano perso solo tre volte in casa prima di questa notte. Utah tira meglio (50.6% contro il 46.9% di Houston dal campo), i Rockets vanno però per 49 volte in lunetta, segnando 35 tiri liberi. Sedici di questi sono realizzati da Eric Gordon, che si prende sulle spalle i Rockets realizzando 50 punti, suo nuovo massimo in carriera. L'ex Pelicans tira 14/22 dal campo e da tre è oltre il 50% (6/11). Utah va sotto nel punteggio sin dal 36-35 sancito dalla tripla di Ben McLamore a metà secondo quarto e non recupera più, nonostante i 42 punti negli ultimi 12'. Non bastano neanche i 36 di Donovan Mitchell e i 30 (con 10/18 dal campo e 7/13 da tre) di Bojan Bogdanovic.
MIAMI HEAT-ORLANDO MAGIC 113-92
Miami domina i Magic anzitutto nei numeri: 53.2% dal campo (contro il 37.1% degli ospiti), 50% da tre (Orlando si ferma al 29.7%, 31-23 il conto degli assist. In più, un giocatore che oltreoceano definirebbero “in the zone”, cioè in una forma tale che gli entrerebbe tutto: Bam Adebayo realizza la terza tripla doppia della sua carriera, con 20 punti, dieci assist e dieci rimbalzi. Si tratta, d'altronde, di una delle ultime opportunità per farsi votare per l'All-Star Game. Inoltre, Adebayo aveva una motivazione-extra: “Dovevo onorare Kobe, sentivo di avere la Mamba Mentality stasera. Non l'ho mai incontrato ma è qui con il suo spirito”. Bryant viene ricordato con un emozionante video-tributo prima della partita e con le ormai classiche infrazioni di 24 e 8 secondi. Sul campo non c'è partita, già indirizzata dal 31-21 del primo quarto e definitivamente compromessa per Orlando dal parziale di 19-2 dopo l'intervallo. Migliori realizzatori Duncan Robinson (21 punti) per gli Heat (32-14), Nikola Vucevic e Aaron Gordon (13) per i Magic (21-27), ancora settimi a Est nonostante un record nettamente negativo.
CHICAGO BULLS-SAN ANTONIO SPURS 110-109
Zach LaVine realizza almeno un “ventello” per la 15esima partita consecutiva, record in carriera pareggiato. Dopo aver mancato 11 dei primi 14 tiri, il 24enne aggiusta la mira e realizza 14 dei suoi 23 punti nell'ultimo quarto, decidendo nei secondi finali una gara tiratissima tra Chicago (19-30) e San Antonio (20-26), che gli Spurs sembravano poter vincere essendo sopra di 11 lunghezze (90-79) a dieci minuti dalla fine, grazie a un layup di Patty Mills (25 punti con sei triple). A coach Popovich (che non impiega Marco Belinelli) non bastano i 36 punti e dieci rimbalzi di DeMar DeRozan, anche perché Chicago manda tutto il quintetto iniziale in doppia cifra, cui si aggiungono Coby White (11 punti) e un ottimo Denzel Valentine con 16, di cui quattro triple su sei tentativi.
MINNESOTA TIMBERWOLVES-SACRAMENTO KINGS 129-133
Buddy Hield ricorda l'eroe della sua adolescenza Kobe Bryant con una prestazione da 42 punti che guida la clamorosa rimonta di Sacramento su Minnesota: i Kings riprendono infatti per i capelli un match in cui erano finiti a -27. “La ragione per cui ho voluto giocare in Nba è stata Kobe. Sentivo che era con me. Lui non mollava mai, era nella sua mentalità. Non importava quanto fosse difficile: è quanto ho fatto stasera”, dirà Hield nel post-partita. Nei 5'42” finali Sacramento rifila un incredibile 33-11 a Minnesota. Con 2'49’ da giocare i Kings erano sotto ancora di 17: mai, dal 1996 in poi, una squadra è riuscita in una rimonta del genere nei minuti finali dell'ultimo quarto o dell'overtime. Un recupero completato dai canestri di De'Aaron Fox a 4.7 secondi dalla fine: Fox realizza il primo libero, sbaglia intenzionalmente il secondo, si guadagna il rimbalzo e pareggia. Sempre dalla lunetta, Sacramento realizza i quattro punti decisivi dell'overtime. Il miglior realizzatore di Minnesota (17-29) è Andrew Wiggins (36 punti).
DETROIT PISTONS-CLEVELAND CAVALIERS 110-115
Oltre ai giocatori, anche il pubblico osserva 24 secondi di silenzio prima della partita. Una partita che Cleveland (13-34) vince grazie a sei triple di Kevin Love nel primo tempo ma soprattutto con l'allungo nel terzo quarto (+9) dopo che l'intervallo si era chiuso sul 53-45 per gli ospiti, che fermano la striscia di sette sconfitte. Detroit (17-31) continua a pagare le pesanti assenze: non c'è nemmeno Derrick Rose, fuori per un problema al ginocchio destro. Migliori realizzatori Collin Sexton (23 punti) per Cleveland, Reggie Jackson (16) per i Pistons.