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L'INTERVISTA

Simone Cremona: "Il Padel diventerà il secondo sport nazionale"

Uno dei migliori giocatori d'Italia: "L'obiettivo è ridurre il gap con i primi 20 del mondo"

14 Lug 2022 - 17:14
 © ufficio-stampa

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Simone Cremona è sicuro: "Il Padel diventerà il secondo sport nazionale in Italia". Il classe 1987 è uno dei nostri migliori giocatori e ci ha raccontato come è scoccato l'amore per questa disciplina che sta spopolando. È arrivato dal tennis e ora sogno di entrare tra i primi 100 al mondo del padel: "Ci sono vicino, l'obiettivo è quello di ridurre il gap con la top 20". Poi c'è il sogno olimpico: "Si parla di Los Angeles 2028, posso arrivarci". 

Come è iniziata la sua storia con il padel?
"Ho giocato una volta in Spagna, in vacanza. Poi dopo qualche anno un amico tennista di Piacenza mi ha invitato a rigiocare. Mi sono divertito e due settimane dopo siamo andati a un torneo a Riccione e siamo arrivati ai quarti di finale contro due teste di serie, dove abbiamo perso lottando, 7-5 7-5. Da lì ho iniziato ad allenarmi e ora mi ritrovo a fare il professionista".

È difficile passare dal tennis al padel? Quali sono vantaggi e svantaggi?
"Il vantaggio è di avere sempre una racchetta in mano, quindi la dimestichezza aiuta, a livello tecnico sai come utilizzare una racchetta. Lo svantaggio è la fatica di dimenticare di giocare sempre anticipando, e l’utilizzo del vetro che deve essere un amico, perché tante palle diventano più facili se lo sfrutti. Ma un tennista non pensa mai a quello che gli succede alle spalle.  A livello di movimenti e situazioni è quasi uno svantaggio arrivare dal tennis, ed è questo il motivo per cui i calciatori invece giocano bene a padel, perché sono abituati a giocare a 360 gradi".

Lei per migliorare è andato in Spagna. A uno che inizia, cosa consiglierebbe?
"Ho iniziato cinque anni fa a giocare e in Spagna sono andato dopo un anno perché il livello era ancora basso. Ora invece il livello è migliorato, tanto che anche io riesco ad allenarmi. In Spagna vado ancora a lavorare con Gustavo Pratto, ex giocatore che è stato tra i tre migliori al mondo, che sa sempre darmi qualche nozione in più ed è una persona per me di riferimento".

Ora è in classifica è intorno alla 150.esima posizione, cosa le manca per essere protagonista al World Padel Tour?
"Ora stiamo seguendo la classifica del circuito mondiale dell’Atp e sono in 124.esima posizione. L’obiettivo è quello di arrivare tra i primi 100, siamo a metà anno ed ero partito intorno alla 150.esima posizione. Il gap con i primi 20 è ancora ampio perché vengono da paese con molta più esperienza del nostro. L’obiettivo da qui ai prossimi 10 anni è sicuramente quello di arrivare a quel livello. Il gap si assottiglia giorno dopo giorno".

Il paradosso: classifica individuale ma il Padel è un gioco di squadra
"Infatti, perché c’è la possibilità di cambiare compagno. Le prime coppie del mondo sono sempre insieme mentre a livello più basso c’è la tendenza a cambiare. Non è il mio caso, perché ho sposato il progetto di allenarmi con Marco Cassetta, un ragazzo di 23 anni di Torino, decidendo di allenarci insieme con lo stesso allenatore: è un progetto a lungo termine".

© ufficio-stampa

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Il Padel potrebbe diventare un sport olimpico: è un suo sogno?
"Si parla di Los Angeles 2028 e sì, spero di esserci. È uno sport che logora molto, soprattutto mentalmente, ma si può rimanere a livello alto fino ai 43-45 anni".

Il suo colpo migliore?
"Diciamo bandeja (ride, ndr)". 

Quanto cambia tra giocare all’esterno e all’interno?
"Cambia molto, è un altro sport. A me piace giocare in entrambi i casi. All'aperto incidono molto il sole e il vento, specie nel fare i pallonetti che si possono fare molto alti".

Adesso è esplosa la Padel-mania. Secondo lei durerà nel tempo? Tra 10/15 anni come vede il Padel?
"Secondo me diventerà il secondo sport nazionale, come in Spagna. Passando anche il tennis, a livello di tesserati. Credo che si svilupperà sempre di più. Lo vedo anche dalla passione della gente, che cerca i circoli, ha voglia di giocare e anche i genitori lo considerano per i propri figli come uno sport alternativo al tennis o al nuoto o al calcio".

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