ALPINISMO

Della Bordella, uno sguardo dal Torre: "Preferisco pensare a ciò che mi è stato dato, piuttosto che a ciò che mi è stato tolto" 

L’ex presidente dei Ragni di Lecco punta a completare con i nuovi compagni un progetto inizialmente diviso con Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto.

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© Archivio Matteo Della Bordella

Chi lo conosce bene definisce Matteo Della Bordella l’erede naturale di Walter Bonatti per capacità, visione e - aggiungiamo noi - stile. Qualità, quest’ultima, che a nostro avviso riassume le due precedenti e rappresenta la vera “cifra” dell’alpinista varesino che si trova nella “sua” Patagonia per la decima volta negli ultimi undici anni (solo l’emergenza sanitaria lo ha costretto… ai box un anno fa), allo scopo di disegnare una nuova via lungo l'evidente e spettacolare Diedro degli Inglesi, sulla parete est dell'inconfondibile Cerro Torre

Nato come idea o se preferite intuizione, cresciuto e sceso in campo (anzi, salito in parete) come un progetto vero e proprio, al quale poi circostanze e destino hanno assegnato i connotati del sogno: il Diedro degli Inglesi è - se così si può dire - un mondo a parte lungo il versante orientale della gigantesca guglia di roccia - il Cerro Torre appunto - che si contende con il vicino Fitz Roy il "titolo" di simbolo delle montagne della Patagonia. Matteo Della Bordella vuole tracciarvi una nuova via ed è deciso a farlo in assoluta fedeltà alla sua visione ed alle sue capacità: al suo stile, come si diceva poco sopra. Alpinismo ed esplorazione. Nella scia di Bonatti, come detto, ma con una forte impronta personale, testimoniata anche dalla recente avventura multitasking (kayak ed arrampicata) la scorsa estate in Groenlandia.

Tornando al presente, anzi alla stretta attualità, Della Bordella al Torre non sarà da solo ed anzi in buona compagnia: quella dei due colleghi che lo affiancano in questo terzo tentativo - Matteo De Zaiacomo e David Bacci (“Ragni” come lui) - ed in un certo senso anche quelli che non ci sono più. Perché l'obiettivo della cordata formata da MDB e compagni è l’apertura - in stile alpino - di una nuova via lungo il Diedro degli Inglesi, che si sviluppa all'inizio della metà superiore della parete est del Torre (in un certo senso indicando con la sua inclinazione la... via per la vetta), progetto già tentato in un paio di occasioni da Della Bordella insieme agli scomparsi Matteo Pasquetto e Matteo Bernasconi.

Atterrato domenica sera a Buenos Aires, Della Bordella sta coprendo via terra il lungo viaggio che lo porterà a El Chaltén, la sua casa per i prossimi mesi di avventura. Con lui appunto De Zaiacomo e Bacci, a completare un team di scalata mosso dall’intenzione di vivere una grande esperienza in montagna e di portare a termine il progetto-Torre, anche in nome e per conto dei loro compagni “andati avanti”.

© Archivio Matteo Della Bordella

Una spedizione importante, la prima dopo il 2020, l'anno che ha segnato le vite di tutti noi, ed in modo particolare quelle dei “tre Matteo”, di quella cordata di amici, dalle vite e dal carattere tanto diversi quanto accomunati da una fiducia totale in parete. A distanza di pochi mesi - ed in circostanze tanto diverse quanto inspiegabili - perdono la vita prima Matteo Bernasconi (travolto a maggio 2020 da una slavina sulle Orobie Valtellinesi) e poi Matteo Pasquetto, precipitato nel successivo mese di agosto sul Monte Bianco durante il rientro da una difficile salita sulle Grandes Jorasses proprio con Della Bordella, che spiega così la decisione di ripartire.

“Oggi la nostra cordata non esiste più e riprendersi da un colpo del genere è un cammino difficile. Tuttavia, preferisco pensare a ciò che mi è stato dato, piuttosto che a ciò che mi è stato tolto. I momenti vissuti, le emozioni condivise, i sogni ambiti assieme ai due amici sono tra i regali più belli che la vita abbia potuto farmi”.

Per il terzo tentativo sul Diedro degli Inglesi, Della Bordella ha scelto di legarsi a David Bacci e Matteo De Zaiacomo. Per quest’ultimo in particolare (al suo attivo numerose spedizioni extraeuropee) si tratta della prima esperienza patagonica. Prima di tornare al presente, facciamo un paio di passi indietro nel tempo, al racconto dei due precedenti tentativi lungo la parete est del Torre, integrato dalle note… autografe di Della Bordella.

© Archivio Matteo Della Bordella

L’IDEA

Il progetto di una nuova via lungo la parete est del Cerro Torre viene a Matteo Della Bordella e Matteo Bernasconi. I due formano una delle cordate più forti del panorama alpinistico internazionale ed all’attivo hanno già diverse salite estreme - oltre che eleganti - come la ovest della Torre Egger e il Cerro Murallon. Conoscono la Patagonia come le loro tasche e ben presto l’occhio si posa sulla est del Torre, lungo la quale corre evidente un grande diedro, chiamato “Diedro degli Inglesi” per il tentativo portato avanti da Philip Burke e Tom Proctor tra il 1979 e il 1980. “Una via che avrebbe suggellato il nostro rapporto come amici, come alpinisti e come cordata”. Il diedro si sviluppa per alcune centinaia di metri lungo il fianco destro della parete, fino sbucare sulla cresta ovest, dove incontra la Via dei Ragni, ormai nei pressi della vetta. Durante il loro tentativo Burke e Proctor sono riusciti a salire in alto, rinunciando ad una quarantina di metri dalla cresta stessa.

PRIMO TENTATIVO – ESTATE AUSTRALE 2018-2019

Il progetto della nuova via parte subito con una regola chiara, quella stessa che forma il fondamento dell’alpinismo di Matteo: stile alpino (quindi leggero) e mezzi leali. Un sogno “che non poteva essere soltanto nostro. Solamente aprendo la cordata ad un giovane alpinista, ad una persona dalla smisurata voglia di conoscere e mettersi alla prova, a qualcuno con una visione nuova e diversa dalla nostra, avremmo potuto trasformare questo sogno in un’avventura concreta”. Ecco allora che fa la sua comparsa Matteo Pasquetto. Originario del Varesotto, aspirante guida alpina, giovane appunto, e carico di talento e voglia di mettersi in gioco. Alla fine per la Patagonia partono solo Della Bordella e Pasquetto. Bernasconi viene infatti allettato da una frattura al ginocchio. “Con Pasquetto abbiamo portato avanti un gran tentativo, salendo circa ottocento metri di parete, fino oltre la metà del diedro. Alla fine non siamo riusciti a chiudere la via, ma la nostra rinuncia è stata ricca di insegnamenti e di speranze per il futuro”. In più, confida Della Bordella, “guardando Matteo scalare ho provato un po’ di sana invidia: dieci anni in meno sulla carta d’identità, l’entusiasmo, l’irruenza e la cocciutaggine dei vent’anni, ma un livello tecnico e mentale da trentenne. Sarebbe stato il nostro asso nella manica per fare il salto di qualità”.

© Archivio Matteo Della Bordella

SECONDO TENTATIVO – ESTATE AUSTRALE 2019-2020

La cordata dei “tre Matteo” si ricompone dodici soli mesi dopo il primo tentativo. Una stagione complicata, dove nulla sembra andare per il verso giusto. Quando i tre arrivano sotto al Torre si rendono subito conto di quanto possa essere rischioso affrontarlo nelle condizioni del momento: i quattrocento metri finali ricoperti da uno spesso strato di ghiaccio. “Tentarlo sarebbe stato oltremodo pericoloso”. Accantonato il progetto, i tre Matteo si dedicano a un nuovo obiettivo riuscendo nell’apertura di una nuova linea sullo spigolo Nord dell’Aguja Standhardt. “Ottocento metri di via nuova lungo strapiombi, placche e un diedro ad angolo retto dalla geometria perfetta, che battezzammo ‘Il dado è tratto’. Una salita che oggi assume un valore ancora più grande, perché è stata l’ultima avventura vissuta insieme”.

NON C’E’ DUE SENZA TRE – ESTATE AUSTRALE 2021-2022, OGGI!

“Eccomi qui, nuovamente pronto per il Torre, con in tasca un sogno, con qualche consapevolezza in più e con la voglia di ritentare la nostra linea sul Cerro Torre, perché scalare le montagne è la cosa che ho deciso di fare nella mia vita e perché, si sa, i sogni sono più belli quando diventano realtà”. Matteo è atterrato domenica a Buenos Aires, dove ha iniziato il lungo viaggio via terra che lo porterà a El Chaltén, la sua casa per i prossimi mesi di avventura.

La spedizione di Matteo Della Bordella e dei suoi compagni ha il sostegno di KARPOS, VIBRAM,KONG, SCARPA, DF SPORT SPECIALIST, EVILEYE EYEWEAR, SAMAYA. Un ringraziamento particolare ai Ragni di Lecco e al CAI sezione di Lecco per il patrocinio e per la copertura assicurativa.

© Archivio Matteo Della Bordella

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