La nuova via aperta dai “Ragni” è la prima realizzata in stile alpino sulle pareti della montagna simbolo della Patagonia.
di Stefano Gatti
Si chiama “Brothers In Arms” la nuova via aperta da Matteo Della Bordella, Matteo De Zaiacomo e David Bacci sul Cerro Torre alla fine di gennaio. La linea di salita si sviluppa per tre quinti circa lungo la parete est e poi - una volta superato il Diedro degli Inglesi - “gira” sulla parete nord per terminare sul caratteristico "fungo di ghiaccio che ricopre la vetta della montagna-simbolo della Patagonia. Il nome assegnato al nuovo itinerario sul Torre ricorda in particolare Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto, compagni di cordata dei Tre Ragni di Lecco, entrambi scomparsi in montagna nel 2020, a pochi mesi di distanza uno dall'altro.
Una doppia perdita alla quale si è poi aggiunta quella - recentissima - di Corrado “Korra” Pesce, l’alpinista piemontese (e Guida Alpina di Chamonix) che ha perso la vita lungo la discesa dal Torre stesso, dopo aver a sua volta aperto una nuova via (insieme al compagno argentino Tomás Aguiló), proprio nelle ore in cui Della Bordella, De Zaiacomo e Bacci - poco distanti - aprivano “Brothers In Arms”. Ed erano proprio stati i tre “Ragni” a portare aiuto all’alpinista argentino e ad individuare con il drone “Korra” lungo la parete, partecipando attivamente alle primissime operazioni di soccorso.
La nuova via rinnova la tradizione dei Ragni di Lecco sul Torre, che risale ai primi anni Settanta del secolo scorso ed ha richiesto un impegno in parete di tre giorni: da martedì 25 a giovedì 27 gennaio. Il successo è arrivato a coronamento di tre tentativi negli ultimi quattro anni. Il primo - nell’estate australe 2018/2019 - aveva impegnato Matteo Della Bordella e Matteo Pasquetto sull'evidente Diedro degli Inglesi che spicca sulla parete est e la cui uscita (dopo averlo definito) si trova al confine tra quest'ultima e la parete nord. Il secondo (durante la stagione 2019/2020) aveva riunito in cordata i tre Matteo (Della Bordella, Bernasconi, Pasquetto) ma - a causa delle condizioni del montagna - non era sfociato in un vero e proprio tentativo (appunto) in parete: i quattrocento metri finali erano ricoperti da una spessa corazza di ghiaccio: proseguire sarebbe stato esageratamente rischioso.
Brothers In Arms (in fondo a questo articolo lo sviluppo integrale della via) è un inno alla fratellanza alpina, riprende il titolo di uno dei brani più suggestivi dei Dire Straits) ed è in buona sostanza il punto d’arrivo di un cammino iniziato da Della Bordella e da Bersconi undici anni fa.
© Archivio Della Bordella/De Zaiacomo/Bacci
A raccontarci il senso della scalata è proprio Della Bordella, fino allo scorso anno presidente dei Ragni:
“Oggi, dopo una stagione di assenza dalla Patagonia, i Ragni tornano con una via superba e difficile, elegante e verticale. ‘Brothers In Arms’ è la via più bella, più importante e più difficile che abbia mai salito in vita mia. Una linea nuova ed evidente, in puro stile alpino, che si snoda per gran parte della parete est, per poi terminare sulla nord del Cerro Torre. Ancora faccio fatica a rendermene conto. Ci sono milioni di montagne al mondo, ma il Torre è il Torre. Nessuna montagna potrà mai essere come il Cerro Torre e chiunque ci sia stato sotto o l’abbia visto anche solo da lontano capisce perfettamente cosa intendo dire. Questa via avrebbe dovuto essere l’apice del nostro percorso insieme come amici, come alpinisti e come cordata ed è stato anche il grande sogno di Matteo Pasquetto. Con lui ho condiviso i primi veri tentativi sulla via. Tentativi decisi e ricchi di esperienze forti per entrambi, in due, con condizioni non ottimali, sull’immensa parete est. Brothers In Arms è anche una ragione di vita, qualcosa in grado di dare un senso alle nostre esistenze. Per me ed anche per i miei compagni David Bacci e Matteo De Zaiacomo, i quali sono stati eccezionali. Si sono fidati di me quando ho chiesto loro di fidarsi ed hanno preso il comando della situazione quando ho chiesto loro di farlo. È stata una via che ci ha portato al limite delle nostre capacità, e forse anche un po’ oltre. Conoscenza e preparazione, fiducia reciproca, coraggio e fortuna ci hanno permesso di realizzare questa via, per me incredibile. Più volte, in quei giorni, ho rivisto Matteo Pasquetto scalare quei tiri come tre anni prima col suo inconfondibile sorriso sulle labbra ed il suo entusiasmo. Quante volte mi sono immaginato Berna in sosta, infondermi la calma necessaria nei momenti più critici. Pensando ai due Matteo in cima mi veniva da piangere. Piangere dalla felicità per aver realizzato il nostro grande sogno, piangere perché avrei voluto fossero lì con me, David e Giga (De Zaiacomo, ndr) in quel momento. Di fatto, abbiamo anche realizzato la prima ripetizione dell’ultima porzione della linea di Korra Pesce e Tomás Aguiló, appena cinque minuti dopo la sua apertura”.
© Archivio Della Bordella/De Zaiacomo/Bacci
“Bernaaa! Pasquiii! Mi sentite?!? Siamo in cima al Torre!”
È in fondo questo il vero… Grido di Pietra” (uno dei nomi con il quale è conosciuta questa montagna) lanciato dalla vetta del Cerro Torre.
“Brothers in Arms” è una via aperta in puro stile alpino, una novità pressoché assoluta per l’ambiente patagonico. Le altre vie che si trovano sulla parete est - aperte da miti dell’alpinismo come Ermanno Salvaterra o Silvo Karo - sono sempre state realizzate grazie all’uso delle corde fisse. I primi a vedere e provare la linea poi completata dai Ragni sono gli inglesi Philip Burke e Tom Proctor nel 1981, che riuscirono a salire la parete est e poi anche una decina di tiri sulla nord con l’uso delle corde fisse in un arco di tempo di ben ventotto giorni: un tentativo visionario, figlio di un’altra generazione.
La lunghezza totale della nuova via (qui sotto il suo sviluppo completo) è di 1200 metri, 30 tiri, difficoltà massima in libera di 7a, difficoltà massima di artificiale di A2 e difficoltà massima di ghiaccio di 90 gradi. Gli ultimi trecento metri di salita sono in comune con la via di Tomás Aguiló e Korra Pesce.
KARPOS – VIBRAM- KONG - SCARPA - DF-SPORT SPECIALIST - EVILEYE EYEWEAR - SAMAYA Un ringraziamento particolare ai Ragni di Lecco e al CAI sezione di Lecco per il patrocinio e per la copertura assicurativa.
© Archivio Della Bordella/De Zaiacomo/Bacci