CICLISMO

Giro dei Paesi Baschi, Vingegaard aveva avvisato l'organizzazione sulla pericolosità

Il vincitore degli ultimi due Tour de France si era messo in contatto con l'agenzia di sicurezza Safe Cycling. Nell'incidente anche un pneumotorace

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Gli incidenti fanno parte della vita così come nello sport. Anticiparli è spesso impossibile, ma a volte qualcuno può essere evitato. È il caso di quanto accaduto nella quarta tappa del Giro dei Paesi Baschi dove in un sol colpo sono stati spazzati via Jonas Vingegaard, Primoz Roglic e Remco Evenepoel. Ad avere la peggio è stato il danese del Team Visma-Lease a Bike che ha riportato la frattura di una clavicola e di alcune costole dopo esser rimasto a lungo immobile a bordo strada al termine di una curva in discesa resa più pericolosa da una canalina in cemento. Un punto che proprio il vincitore degli ultimi due Tour de France aveva segnalato già lo scorso dicembre.

Vedi anche Giro dei Paesi Baschi, terribile caduta per Vingegaard: "Diverse costole rotte, ma è stabile" ciclismo Giro dei Paesi Baschi, terribile caduta per Vingegaard: "Diverse costole rotte, ma è stabile" A riportare questa indiscrezione è stato Markus Laerum, CEO dell'agenzia di sicurezza Safe Cycling che si occupa di intercettare i punti più pericolosi lungo i percorsi di corsa. A cavallo fra dicembre 2023 e gennaio 2024 l'azienda ha incontrato oltre 15 squadre e 200 ciclisti professionisti in attività più di 25.000 punti su cui intervenire. Dati che hanno permesso di creare un database combinato con l'analisi dei dati relativi agli incidenti in corsa e che ha visto il contributo dello stesso Vingegaard come raccontato da Laerum in un'intervista rilasciata alla televisione belga Sporza.

"Quelle di ieri sono state immagini terribili, ma soprattutto molto frustranti da vedere. Soprattutto perché Jonas Vingegaard ci aveva già messo in guardia sei mesi fa su quella specifica corsa e discese. All'epoca uno dei nostri interlocutori era stato lui e aveva condiviso con noi molte intuizioni. Sui pericoli generali della corsa, ma anche su tappe specifiche. Ed è qui che è nata la conversazione sui Paesi Baschi e quella discesa".

A quel punto Safe Cycling ha provato a contattare via email l'organizzazione della competizione iberica senza ricevere nessuna risposta. "Gli incidenti capitano sempre in gara, ma possiamo ancora migliorare molte cose. La comunicazione tra gli organizzatori e i corridori non c'è, per esempio e speriamo di essere il megafono mancante, perché nulla è mai veramente condiviso - ha sottolineato Laerum -. Un segnale di pericolo è ciò che i ciclisti chiedono maggiormente e lo fanno presente spesso. Noi cerchiamo di risolvere questo problema con frecce luminose a LED o addirittura segnali acustici. Molti corridori oggi hanno detto, ad esempio, che il fondo stradale era pericoloso e irregolare. Non è strano che questo non sia indicato? Spesso come organizzazione è difficile cambiare percorso, ma noi possiamo aiutare avvisando i corridori tempestivamente. Sono piccole cose, ma si spera che possano avere un grande impatto in futuro".

ANCHE UN PNEUMOTORACE PER VINGEGAARD
Jonas Vingegaard è stabile e ha passato una buona notte nell'ospedale spagnolo dove è ricoverato dopo la terribile caduta di ieri durante il Giro dei Paesi Baschi. Il Team Visma ha reso noto questa mattina un ultimo aggiornamento sulle condizioni del ciclista danese, vincitore di due Tour de France, spiegando che "ulteriori esami in ospedale hanno rivelato che ha riportato anche una contusione polmonare e uno pneumotorace". Per il momento Vingegaard rimane in ospedale. 

A questo punto non resta altro che piangere per gli effetti degli incidenti e stilare un lungo bollettino medico che vede da una parte Roglic costretto a ritirarsi a causa delle abrasioni subite, dall'altra Evenepoel annunciare sui social i cambi di programma a causa della caduta e la sua assenza in occasione delle Classiche delle Ardenne. "Ciao a tutti, sono Remco. Volevo solo farvi sapere che mi sono rotto la clavicola e la scapola. Quindi è logico che i miei piani cambino a breve termine. Spero e penso che rimarranno invariati quelli a lungo termine. Dovrebbe andare tutto bene - ha spiegato il belga della Soudal-Quick Step -. Devo anche ringraziare tutti i medici e il dottor Toon, il nostro team, per essersi presi cura di me. Ovviamente auguro anche il meglio e una pronta guarigione a tutti gli altri corridori coinvolti. Spero di rincontrarvi presto in gara".

A chi è andata decisamente peggio è l'australiano Jay Vine che ha rimediato la fratture di due vertebre cervicali e di due vertebre toraciche, senza alcun coinvolgimento neurologico, mentre il belga Steff Cras ha presentato la perforazione di un polmone e la rottura di due costole. Non meglio è andata allo statunitense Sean Quinn che ha subito la frattura dello sterno, abrasioni e contusioni oltre a una commozione cerebrale, mentre non si sono riscontrati danni gravi per l'eritreo Natnael Tesfatsion, caduto per primo e alle prese con alcune ferite più superficiali. 

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