Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

CICLISMO

Dal Tour de France alla Vasalopet: presentato "Indomita", il docufilm dedicato alla leggenda di Maria Canins

Il documentario, co-prodotto dal Pastificio Rana con la casa cinematografica Diaviva, racconta la storia della prima italiana a vincere la Grande Boucle 

14 Lug 2025 - 15:06

Passione, umiltà, sacrificio, forza di volontà. Sono questi i valori che uniscono la famiglia Rana e Maria Canins, fuoriclasse del ciclismo femminile e prima italiana a vincere il Tour de France. L'amicizia e l'ammirazione fra la campionessa altoatesina e il Pastificio Rana ha portato alla realizzazione del docufilm "Indomita – Storia di Maria Canins", un'opera che ripercorre la carriera della scalatrice di La Villa di Badia, a segno non solo nelle due ruote, ma anche nella corsa in montagna e nello sci di fondo.

Il progetto, co-prodotto dal Pastificio Rana insieme ai giovani e grintosi imprenditori Pietro Puccioni e Marco Lasagni della casa di produzione cinematografica Diaviva, è stato presentato in anteprima a Imola in occasione della tappa finale del Giro d'Italia Women, di cui il Pastificio Rana è sponsor ufficiale, ed è ora disponibile sul canale YouTube di Giovanni Rana. Un'occasione per conoscere una donna che è andata oltre i pregiudizi segnando la storia dello sport italiano e non solo con le due vittorie al Tour de France e quella al Giro d'Italia nel ciclismo e i successi alla Vasalopet e alla Marcialonga nello sci di fondo. 

“Ciò che provo per il ciclismo è più di una passione, è una sorta di affinità, come essere della stessa pasta: impegno personale, determinazione, resilienza, libertà. È uno sport che pratico da tanti anni e l’incontro con Maria Canins gli ha dato un significato ancora più speciale. L’ho conosciuta più di venti anni fa a Corvara, luogo a cui sono profondamente legato, ed è nata un’amicizia profonda. Da allora ho avuto la possibilità di frequentarla e pedalare insieme, apprezzandone così non solo la grandezza sportiva, ma anche l’eccezionale umanità, fatta di spirito di sacrificio, passione e resilienza. Il contrasto tra il medagliere di Maria Canins e la sua umiltà è fortissimo, per me fonte di ispirazione costante - ha spiegato Gian Luca Rana, Amministratore Delegato del Pastificio Rana -. L’idea di realizzare questo film è nata dalla volontà di condividere con più generazioni la storia di una donna che ha saputo vivere ogni sfida con autenticità e coraggio, lasciando un segno profondo non solo nello sport, ma nella capacità di affrontare la vita quotidiana. Un esempio tangibile e sincero di quei valori che, da sempre, guidano anche il nostro modo di essere e fare impresa: integrità, visione e volontà costante di migliorarci”.

Nonostante provengano da mondi diversi, Canins e la famiglia Rana hanno trasmesso gli stessi valori, quelli di adoperarsi giorno dopo giorno per raggiungere nuovi traguardi e innovarsi, al fine di mantenere una tradizione da trasmettere alle prossime generazioni. "Quando ho iniziato a pedalare, correvo per passione, per libertà, senza immaginare che un giorno la mia storia potesse diventare fonte d’ispirazione per altre donne. Questo documentario è un viaggio nella mia vita, ma anche un modo per dire ai giovani che ogni traguardo è possibile, anche quando sembra lontano - ha raccontato Canins -. Sono davvero grata alla famiglia Rana e in particolare a Gian Luca, che stimo profondamente, per aver generato questa incredibile opportunità di raccontare la mia carriera sportiva e, attraverso questa, i valori che da sempre hanno spinto il mio essere: forza, determinazione, curiosità, e la gioia di mettersi sempre in gioco. È un grande onore sapere che il mio percorso possa ancora oggi parlare al cuore di tante persone."

Diretto dai poetici e intensi registi CRIC, Davide Mardegan e Clemente De Muro, anche autori di questo progetto narrativo che mostra tutta la loro passione per il racconto biografico e la visione cinematografica, il docufilm accompagna lo spettatore nel mondo di Maria Canins fra le Dolomiti che hanno fatto da sfondo alla sua carriera, ma anche nel ricordo dell'ex compagne come Roberta Bonanomi, campionessa del mondo nella cronosquadre del 1988 insieme alla stessa Maria, che ne ricorda il fantastico soprannome “extraterrestre”; e Francesca Galli, vincitrice di tre medaglie iridate consecutive nella cronometro a squadre tra il 1987 e il 1989.

Considerata inizialmente una temibile rivale, è diventata invece un’amica preziosa, oltre che compagna di squadra nella Nazionale italiana. Non manca lo sguardo esperto di Alfredo Bonariva, storico preparatore atletico del ciclismo femminile, che ha accompagnato Maria negli ultimi anni di carriera ed è stato pioniere nel riconoscere e valorizzare il talento delle cicliste italiane. A offrire un punto di vista privilegiato c’è anche Francesco Moser, leggenda del ciclismo, grande amico di Maria e convinto sostenitore del Giro d’Italia Women fin dai suoi albori, e Pier Bergonzi, vicedirettore della Gazzetta dello Sport e direttore di Sport Week, che conobbe Maria agli inizi della sua carriera e la racconta con l’occhio appassionato del cronista che ha visto crescere una campionessa vera. Le loro parole intrecciano emozioni, ricordi e riflessioni, contribuendo a comporre un mosaico narrativo ricco di umanità e memoria collettiva e dal quale emerge con forza la grande eredità lasciata da Maria Canins: una donna che ha iniziato a correre quando il ciclismo femminile era praticamente inesistente e ha aperto la strada alle atlete di oggi, che ricoprono un ruolo sempre più importante a livello nazionale.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri