Intervista esclusiva alla primatista italiana dei 1500 metri reduce da un grave infortunio che la terrà a lungo lontana dalle competizioni
di Ferdinando Savarese© Getty Images
Sintayehu Vissa, mezzofondista italiana di origini etiopi, ha vissuto un 2025 estremamente molto complicato poiché il 5 agosto, poche settimane prima dei mondiali di Tokyo dove avrebbe certamente partecipato nella disciplina dei 1500 metri in cui vanta anche il primato nazionale, è stata operata dal Dott. Claudio Zorzi per la ricostruzione del legamento crociato anteriore insieme al postero-laterale, presso il reparto di Ortopedia dell'Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella in provincia di Verona.
Un infortunio particolarmente grave e complesso, tra i peggiori che possano capitare a un atleta e di cui forse si sente maggiormente parlare nell'ambito degli sport di contatto quali su tutti il calcio, con tempi di recupero molto lunghi ma la 29enne mezzofondista, che ha vissuto tutta la sua adolescenza presso i genitori adottivi in Friuli a Pozzecco di Bertiolo in provincia di Udine, sta affrontando la riabilitazione con determinazione, passione e la convinzione di poter tornare ai migliori livelli di sempre, ricordando come l'8 agosto del 2024 nel corso della semifinale olimpica di Parigi abbia migliorato di 54 centesimi uno dei più vecchi record italiani esistenti, quello proprio dei 1500 di Gabriella Dorio risalente al 1982, correndo in 3'58"11.
Il suo 2025 agonistico peraltro era stato altalenante, condizionato da qualche ulteriore problema fisico sia pur molto meno grave, con l'acuto del miglioramento di un altro primato italiano che già le apparteneva, il 2 marzo a Boston quando ha corso nel miglio indoor (1609 metri) con il tempo di 4’21″51, polverizzando il suo precedente limite di 4’24″54 e sfiorando nel passaggio sui 1500 metri di 4'03"79 il record nazionale al coperto ottenuto a gennaio da Marta Zenoni con 4'03"59.
Attualmente Sinta, come la chiamano tutti, è tornata a Boulder in Colorado dove si è trasferita dall'autunno 2022 per allenarsi con il tecnico Dathan Ritzenhein, ex primatista statunitense dei 5000 metri, e sta proseguendo la sua riabilitazione.
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Sinta un anno veramente sfortunato con un grave infortunio alla vigilia dei Mondiali. Cosa è successo?
"Purtroppo si sfortunatissimo in quanto ho avuto una lesione molto grave che ha interessato il legamento crociato anteriore insieme al postero-laterale, a causa del quale ho subito un intervento di ricostruzione lo scorso 5 agosto. La complessità della lesione comporta purtroppo dei tempi di recupero molto lunghi ma, dopo un primo iniziale momento di grande sconforto, il grande supporto avuto dal mio gruppo sportivo delle Fiamme Oro che mi ha messo a disposizione un grande ortopedico quale il Dott. Zorzi con la sua equipe, mi ha fatto capire che sarei potuta tornare ai miei livelli e anche meglio, e questo è lo spirito che mi anima in questo momento".
Quando è accaduto l'infortunio e in qualche modo avevi avuto dei segnali in allenamento o in gara?
"In realtà no nessun particolare problema che potesse farmi pensare a una problematica così importante, che mi ha portato in maniera abbastanza improvvisa senza una reale causa scatenante ad avere un dolore sempre più forte al ginocchio, al punto da fare fatica a camminare. A quel punto è stato deciso di fare una risonanza magnetica che ha rivelato la lesione multipla derivante, mi è stato detto, dall'usura subita negli anni dal legamento per vari motivi legati chiaramente all'allenamento. Tra l'altro posso anche dire che venivo da stagioni, come quella dell'anno scorso, in cui avevo avuto pochissimi intoppi fisici e quindi la sorpresa negativa è stata ancor maggiore".
Hai detto che purtroppo i tempi di recupero sono molto lunghi. Hai già un'idea di quali possano realisticamente essere?
"Come sempre accade i tempi di recupero sono anche soggettivi e variare anche in funzione dello sport che si pratica per cui, nel mio caso, non essendo uno di contatto ma essendo la mia un'attività agonistica per così dire lineare, potrebbero essere leggermente più veloci, ma certamente per poter tornare al 100% mi hanno detto che dovranno passare 9/10 mesi dall'intervento. A oggi ne sono passati 3, sono stata operata il 5 agosto scorso, per cui assolutamente voglio guardare avanti con ottimismo nel senso che, chiaramente salterò la stagione al coperto, ma potrei essere in grado di fare una parte di quella all'aperto, senza in ogni caso forzare i tempi ma vivendo con serenità un giorno alla volta".
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Come procede la riabilitazione?
"Come in ogni recupero dopo un intervento per un infortunio ci si deve porre degli step graduali, per cui all'inizio non potevo camminare e l'obiettivo era di riprendere, mentre adesso cammino senza problemi e ho iniziato con una certa attività fisica di recupero tramite cyclette ed ellittica, che sarà seguita da un'altra di rafforzamento muscolare per sostenere al meglio il ginocchio e poi riprendere gradualmente a correre, con cautela, che è ovviamente il mio prossimo grande traguardo".
Gli infortuni fanno purtroppo parte della vita agonistica di ogni atleta. Come stai affrontando questo momento?
"Quando succedono queste problematiche per un'atleta è sempre una batosta, per cui all'inizio mi sono certamente un po' persa in particolare nelle prime settimane dopo l'intervento, ma poi mi sono ritrovata a essere positiva e a vedere per me un futuro ancora ad alto livello. Per questo è stato certamente fondamentale il sostegno di tante persone che mi sono state vicine per stimolarmi a non mollare mai, a iniziare dai miei genitori in quanto l'intervento l'ho fatto in Italia eseguito perfettamente dal Dott. Zorzi, che mi ha assistito in maniera perfetta proponendomi la miglior soluzione chirurgica in funzione anche della mia età, ma naturalmente anche tutto lo staff dei fisioterapisti che mi hanno assistito nella fase iniziale post operatoria, senza dimenticare il mio fidanzato che è venuto da oltreoceano ed è stato con me oltre un mese".
Come giudichi in ogni caso la stagione prima dell'infortunio, considerando anche le gare al coperto?
Un anno un po' particolare, difficile da decifrare, dove ho anche fatto un altro record italiano nel miglio al coperto a inizio marzo ma poi, subito dopo, i mondiali al coperto sono andati ben al di sotto delle mie aspettative perché ho avuto un problema di tendinopatia che mi ha condizionato nei giorni precedenti la gara e anche durante la batteria dove sono stata eliminata. Successivamente ho avuto anche qualche altro fastidio per cui sentivo nelle prime gare all'aperto di non riuscire a esprimere quella che sentivo essere la mia condizione in allenamento, e quando speravo infine di riuscirci è successo il disastro al ginocchio".
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Tu vivi e ti alleni ormai da qualche anno negli Stati Uniti, in Colorado. In questo momento particolare della tua carriera non ti senti un po' isolata?
"Come detto nel momento più delicato ero in Italia dove sono rimasta per oltre tre mesi, aiutata da tutti nel migliore dei modi, ma adesso per me era fondamentale tornare in Colorado per rivivere l'atmosfera agonistica che accompagna da anni la mia carriera, fermo restando oltretutto che vivo negli Stati Uniti da tanti anni, prima in un college e adesso da professionista assoluta, per cui anche se qualche volta certamente mi manca come sempre la mia famiglia, sono contenta di essere ritornata in quanto sento giorno dopo giorno di stare tornando alla normalità di sempre".
Guardando al futuro credi che potresti, per tue caratteristiche fisiche, puntare a distanze più lunghe del mezzofondo e magari anche a gare su strada?
"Per adesso non ci penso proprio, ho sempre creduto che le mie caratteristiche fisiche fossero più quelle di una mezzofondista veloce e continuo a esserne convinta, pur avendo un tecnico che è stato un ottimo interprete del mezzofondo prolungato e della maratona, oltre che essere stimolata nel mio gruppo di lavoro da grandissimi interpreti mondiali, sia nei 5.000 che 10.000 in pista, ma anche nelle gare su strada quali su tutte Hellen Obiri che pochi giorni fa ha vinto a New York. Però non si può mai escludere nulla anche se certamente il mio unico attuale pensiero e quello di Dave è quello che posso tornare a correre molto forte i 1500 "
C'è una promessa che ti sei fatta in questo momento così complicato?
"L'impegno solenne che ho preso con me stessa è che non devo farmi condizionare da questo grave infortunio, nel senso di non pormi assolutamente limiti per quando sarò in grado di tornare a gareggiare. Quando succederà, spero già nella prossima stagione all'aperto voglio essere la Sinta di sempre che vuole migliorarsi sempre di più e lottare contro ogni avversaria al massimo delle sue possibilità".
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