Intervista esclusiva alla triplista azzurra, campionessa europea under 20, alla vigilia della sua prima stagione da atleta assoluta
di Ferdinando Savarese© Getty Images
Erika Saraceni, 19enne specialista azzurra del salto triplo femminile, non è stata certamente una sorpresa nella stagione in pista ormai conclusa, ma una conferma di quanto aveva già mostrato in particolare nei due anni passati, ricordando come alla fine del 2023 fosse stata anche insignita dalla FIDAL del titolo di miglior atleta donna emergente, grazie in particolare ai due titoli italiani assoluti sia al coperto che all'aperto, al titolo europeo under 20 senza dimenticare la qualificazione per i campionati mondiali di Tokyo dove ha vissuto la sua prima grande esperienza nell'atletica internazionale dei grandi.
Da poche settimane è diventata a tutti gli effetti un'atleta professionista, essendo entrata nel gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre, e ora è nel pieno della sua preparazione invernale divisa tra la sua Milano e Imperia dove la segue il suo tecnico dei salti Eugenio Paolino, con l'intento di alzare sempre di più l'asticella che per adesso è rappresentata dall'ottima misura di 14,24 di suo personale, primato italiano under 20, realizzato proprio in occasione del suo trionfo europeo nella categoria juniores a Tampere in agosto, che l'ha fatta anche diventare la settima italiana di sempre nella storia della specialità.
A maggio compirà 20 anni per cui dal 1° gennaio 2026 sarà a tutti gli effetti un'atleta assoluta, in una nuova stagione che sarà contraddistinta in particolare dai mondiali di Torun al coperto di marzo, e dagli europei di Birmingham ad agosto, con anche per lei il presumibile obiettivo di fare il debutto in una gara di Diamond League a cui non ha mai partecipato.
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Erika, hai affrontato l’intera stagione con grande solidità e maturità sportiva, confermando in pieno il tuo talento. Quale ritieni sia il momento simbolo che ti ha emozionato più di tutti?
"Sicuramente il momento migliore è stato l'oro agli europei under 20 di Tampere, era il mio obiettivo principale a inizio anno a cui tenevo tantissimo, per cui è quello che rivendico come il più importante nonostante le altre grandi soddisfazioni avute, quali i due titoli assoluti e la partecipazione sia ai mondiali di Tokyo che ai campionati europei a squadre di Madrid".
Il tuo primo mondiale da assoluta è stato condizionato da un dolore per un vecchio infortunio, che ha frenato la tua preparazione nelle settimane precedenti la partenza per il Giappone. Come hai vissuto quei giorni?
"Sono state settimane difficili in effetti, perché dopo gli europei under 20 il dolore si è fatto insistente e i dottori mi hanno detto che avrei dovuto fermarmi totalmente 40 giorni, ma i mondiali di Tokyo erano dopo 1 mese e quindi per me impossibile. Mi sono in ogni caso allenata molto poco, ho fatto anche una settimana di totale fermo quando sono andata in vacanza a New York con mia madre, e poi al ritorno ho ricominciato a correre gradatamente senza mai sforzare per cui alla fine mi sono presentata in gara, per le qualificazioni, senza alcuna certezza".
Cosa ti porti dentro dall’esperienza di Tokyo, al di là del risultato tecnico e della gara in sé?
"È stata una grande gara nonostante la condizione non ottimale davanti a un eccezionale palcoscenico, la mia prima grande competizione mondiale nell'atletica dei grandi e ne sono molto orgogliosa, perché me la sono meritata sino in fondo grazie alla mia posizione nel ranking, mentre invece devo onestamente dire che la mia partecipazione nei campionati europei a squadre di Madrid, sia stata determinata solo dalla defezione per infortunio di Dariya Derkach che sicuramente meritava il posto. Adesso però dopo questa grande esperienza mi sento definitivamente pronta per entrare nell'atletica dei grandi".
Si può dire ora che il problema che hai avuto prima dei mondiali di Tokyo sia definitivamente alle spalle?
"Adesso sto bene, dopo il Giappone ho investito ancora tantissimo tempo per far trattare al meglio quella cicatrice che mi ha limitato per tante settimane, e posso dire di non sentire più alcun dolore, sperando che continui così".
Il 2025 è stato un anno impegnativo e speciale, con tanti successi, la maturità scolastica, e ora anche l’ingresso nelle Fiamme Azzurre che ti consacra atleta professionista. Senti crescere dentro di te un nuovo senso di responsabilità?
"Si, il 2025 è stato l'anno che ha fatto da spartiacque tra il mio periodo giovanile, e in questo va certamente inserita la prima fondamentale fase scolastica chiusa con la maturità che ho sostenuto, e quello successivo contraddistinto a livello sportivo dall'arruolamento in un Gruppo Militare che mi rende un'atleta professionista proprio nella stagione del passaggio nella categoria assoluta. Sento ovviamente nuove responsabilità ma spero fermamente di essere all'altezza per affrontare tutto nel migliore dei modi".
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Da un punto di vista scolastico, invece, quale indirizzo hai deciso di intraprendere?
"È stata una scelta difficile, fatta ovviamente pensando anche al mio futuro agonistico, per cui quella iniziale di iscrivermi a Economia e Gestione Aziendale è stata sostituita da Scienze Motorie, al fine di seguire anche meglio le mie inclinazioni e capire meglio, studiandoli, determinati aspetti di quanto faccio in allenamento e gara. Dopo la conclusione della triennale poi l'idea è quella di fare una magistrale in Economia dello Sport, ma c'è tempo per decidere e vedrò come si svilupperanno questi primi tre anni".
Adesso che puoi gestire i tuoi tempi in maniera diversa senza l'impegno quotidiano della scuola, il tuo programma di allenamento è cambiato rispetto alla passata stagione?
"In realtà rispetto all'anno scorso per adesso non è cambiato nulla, facendo sempre tre allenamenti in pista e due in palestra, anche perché di fatto non ho ancora preso bene dimestichezza con gli orari dell'Università che sono più variabili, non sempre negli stessi ogni giorno come ai tempi del liceo. Diciamo che quando andavo nella scuola superiore avevo delle abitudini più consolidate, mentre adesso non mi sono ancora ben adattata ma ci sto lavorando e troverò certamente un mio nuovo equilibrio in tal senso".
Quest’anno le aspettative attorno a te erano alte e sei riuscita persino a superarle. Guardando al 2026, quali obiettivi ti poni e in quali aspetti senti di poter crescere ancora?
"Il mio obiettivo principale saranno gli Europei di Birmingham ad agosto, per cui sono già qualificata e dove cercherò di arrivare il più avanti possibile. Sicuramente, in ogni caso, mi aspetto di poter crescere ancora tanto perché il 2025, nonostante le notevoli soddisfazioni che mi ha regalato, è stato anche pieno di tanti problemi fisici che mi hanno limitato un po' tutto l'anno in allenamento. Credo quindi di poter progredire ulteriormente nella mia tecnica se troverò la continuità necessaria, e di poter fornire prestazioni ancora migliori".
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Hai già una data per il tuo esordio stagionale e hai nel mirino anche i mondiali al coperto di Torun di marzo?
"Non abbiamo ancora definito con certezza l'esordio ma potrebbe essere nel Memorial Giovannini di Ancona il 24 gennaio prossimo. Per i mondiali in Polonia bisogna fare il minimo di 14.15, non impossibile ma vedremo come starò dopo le prime gare e se sarà opportuno eventualmente partecipare in funzione degli impegni della stagione all'aperto".
Immaginando che i tuoi sogni aumentino di anno in anno, quale è adesso il prossimo da realizzare?
"Adesso sono nell'atletica dei grandi e l'obiettivo concreto, più che il sogno, è quello di scalare più posizioni possibile cercando di essere tra le più forti, inizialmente a livello europeo e poi negli anni anche a livello mondiale. Non sarà facile, ci sono tantissime atlete molto forti, ma ci proverò con sempre maggior determinazione".
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