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Atletica, l'Odissea a lieto fine di Sonia Malavisi qualificata nell'asta per gli Europei di Roma

Intervista esclusiva alla saltatrice romana ritornata a grandi livelli dopo anni contrassegnati da tanta sfortuna

di Redazione Sprintnews
23 Mag 2024 - 08:37
 © Francesca Grana/FIDAL

© Francesca Grana/FIDAL

Sonia Malavisi, specialista del salto con l’asta, è sempre stata un'atleta dal grande talento emerso sin da giovanissima con il bronzo agli Europei under 20 di Rieti nel 2013, a cui ha sempre aggiunto un carattere fuori dal comune come quando, alla fine del 2018, ha deciso di trasferirsi a Cuba per essere allenata da un importante tecnico mondiale quale Alexandre Navas Páez, al fine di dare un'ulteriore svolta alla sua attività agonistica che le aveva già regalato una partecipazione alle Olimpiadi di Rio nel 2016. Una decisione coraggiosa che, dopo un anno di inevitabile ambientamento tra varie difficoltà pratiche quotidiane, stava per dare i risultati del duro lavoro svolto, ma l'esplosione del Covid all'inizio del 2020 l'ha costretta dopo alcuni mesi ad abbandonare quell'esperienza e a tornare in Italia, dovendo quindi affrontare un nuovo periodo di adattamento tecnico con il suo nuovo allenatore Emanuel Margesin. Il 2021 avrebbe in ogni caso potuto essere per lei un anno positivo se avesse raggiunto l'obiettivo della seconda partecipazione alle Olimpiadi, quelle di Tokyo, ma la qualificazione che sembrava a un passo tramite il ranking mondiale è sfumata per una sola posizione, a pochissimi giorni dalla chiusura dei termini, una beffa che ha fatto il paio con quanto accadutole in occasione dei mondiali di Doha 2019 dove non aveva partecipato per lo stesso motivo. Ma l’apice della sfortuna per Sonia è stato scoprire sempre nel 2021, prima dell'inizio della preparazione per la nuova stagione, che alcuni dolori con cui aveva convissuto da tempo dipendevano da una frattura da stress rimasta latente e, per risolvere il problema che avrebbe inevitabilmente compromesso la sua carriera, ha subito un paio di interventi alla tibia che non le hanno permesso di gareggiare sino all'inizio del 2023.

Purtroppo però, le operazioni subite le hanno anche lasciato dei postumi permanenti dovuti al fatto che nella sua tibia fosse rimasta una vite non rimovibile, che ancora oggi le causa infiammazione costante nella zona e le impedisce di eseguire alcune tecniche di allenamento propedeutiche, con una conseguente maggior difficoltà ad eseguire nel migliore dei modi le varie fasi di una disciplina così complicata, oltre che pericolosa. Tutto questo non le ha però tolto la voglia di continuare a lottare, per tornare ai livelli che più le competono e, dopo un 2023 e un inizio di 2024 in ogni caso positivo, ha finalmente trovato l'acuto domenica 19 maggio saltando 4,50 metri nella sua vittoriosa gara di Continental Tour a Barcellona in Spagna, quota che non raggiungeva dal marzo 2019 e a 1 solo centimetro dal suo personale del 2016, ma soprattutto ottenendo il minimo per gli Europei che si disputeranno a Roma nella sua città. Una soddisfazione infinita, anche se per lei non è certamente il punto di arrivo ma solo quello di partenza, perché poi ci sarà il sogno della seconda Olimpiade che ha certamente tutte le possibilità di raggiungere.

Cosa hai pensato nel momento in cui hai capito di aver superato l'asticella a 4,50?
"Ci ho messo più del previsto a realizzarlo perché sentivo di non aver fatto un salto “bellissimo” da un punto di vista tecnico e ho pure toccato l’asticella. Quindi ho aspettato e sperato che rimanesse su e una volta realizzato sono esplosa di gioia, anche perché nelle prime due gare di Rieti avevo sempre mancato il 4,50 di un niente, pur con salti tecnicamente migliori. Invece questa volta è finalmente rimasta su".
 
Quanto ti hanno fatto piacere tutti i complimenti che hai ricevuto dopo la gara e quali hai gradito in particolar modo?
"In primis ovviamente quelli sul materasso della pedana con l’abbraccio della mia compagna di allenamento Roberta Gherca, che è stato uno di quei momenti speciali da ricordare per sempre. Entrambe stavamo combattendo per lo stesso obiettivo, ma prima dei miei tentativi a 4,50 è venuta da me per dirmi di stare tranquilla in quanto li avrei saltati, perché li valevo e soprattutto perché lo meritavo. È davvero un’amica speciale e sono sicura che a breve arriverà anche il suo momento. Poi accendere il telefono e trovare tantissime persone che mi hanno scritto per farmi i complimenti era una di quelle sensazioni bellissime che mi mancava da un po’, ma fra tutti è stato davvero speciale quello della mia amica e avversaria Elisa Molinarolo, che in questo ultimo periodo mi è stata davvero tanto vicina e credeva e sperava più di me in questo mio ritorno e risultato".
 
C'è stato un momento in cui hai pensato di mollare tutto perché non saresti più uscita dal tunnel?
"Sembra assurdo ma nonostante tutto non ho mai pensato di mollare. Avevo sempre una voce dentro di me che mi diceva che ne sarebbe valsa la pena. E da qui in avanti sarà tutto ancora più bello perché so quello che ho passato e adesso mi godo con gioia ogni momento ed ogni salto".
 
Quando hai realmente capito di poter tornare a grandi livelli?
"L’incontro con Andrea Benvenuti nel 2022 sicuramente è stato un punto di svolta, perché mi disse che non sarebbe stato scontato, ma era convinto che seguendo un determinato percorso sarei tornata a saltare. Ovviamente lo scorso anno mi ha dato la conferma che avrei potuto di nuovo farlo, ma la preparazione era ancora troppo approssimativa. È stata comunque una base importante per questa stagione dove, a parte uno stop di circa 3 settimane prima delle indoor, tutto è andato secondo i programmi e ho acquisito sempre più sicurezza nel saltare anche con delle aste più lunghe (4,45m) che mi avrebbero permesso, con una buona preparazione, di tornare a salire in alto".
 
Sicuramente ci saranno state tante persone che ti sono state vicine nei tuoi momenti più bui, ma dovendone scegliere una chi vorresti ringraziare in particolare?
"Si ovviamente sono tante ma se devo sceglierne una è sicuramente il mio allenatore Emanuel Margesin. Mi ha preso nel momento peggiore della mia carriera ed è riuscito nonostante tutte le difficoltà a trovare il modo per tornare ad ottenere risultati di spessore".
 
Prima degli Europei gareggerai ancora?
"Avevo già in programma un tour di gare quindi sarò in pedana questa sera ad Asti nel Grifone Meeting e poi domenica a Budapest".
 
La tua prova di qualificazione per la finale agli Europei sarà dalle 10.40 dell'8 giugno. Come ti trovi a gareggiare la mattina?
"Gareggiare di mattina non è un problema perché comunque io mi alleno quotidianamente a quell’ora. Poi a maggior ragione con l’adrenalina di un europeo in casa sarà sicuramente più facile".
 
Quale obiettivo ti suggerisce il tuo corpo e quale la testa per questo appuntamento continentale?
"Testa e corpo vanno a braccetto, quindi l’obiettivo è sempre quello di saltare più in alto possibile e puntare a raggiungere la finale".
 
L'appetito viene mangiando. La quota minima per le Olimpiadi è 4.73 ma c'è il ranking dove sei in grande ascesa. Quanto credi alla possibilità di raggiungere anche questo obiettivo?
"Nella mia vita ho sempre stabilito obiettivi step by step, il primo ovviamente era il 4,50 per raggiungere gli europei, ma so che sono pronta a puntare ancora più in alto e che questo potrebbe portare all’obiettivo più grande rappresentato dalle Olimpiadi. Quindi adesso tolto questo “peso” del minimo per gli Europei, spero di riuscire a saltare più libera e innanzitutto riscrivere finalmente il mio personale per cui verrà poi tutto di conseguenza".

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