ATLETICA

Atletica, doppio record: Cheptegei 26'11"02 sui 10.000, Gidey 14'06"65 sui 5.000

A Valencia stabiliti due primati del mondo: l'ugandese cancella Bekele, l'etiope demolisce Dibaba

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 A Valencia è stata la serata dei primati del mondo di atletica. Dopo il record dei 5.000 donne, letteralmente abbattuto (un miglioramento di quasi 5 secondi) dall'etiope Letesenbet Gidey, con ai piedi le 'scarpe magiche' che migliorerebbero le prestazioni, è caduto anche il muro dei 10.000 uomini. Il poliziotto ugandese Joshua Cheptegei (che è anche laureato in lingue) ha infatti stabilito il nuovo primato di questa distanza correndo in 26'11"00. Il precedente record di 26'17"53 apparteneva all'etiope Kenenise Bekele, che lo aveva stabilito nel 2005 a Bruxelles.

Anche in questo caso si tratta di un miglioramento impressionante, che Cheptegei ha ottenuto con l'aiuto di due 'lepri' in carne e ossa in pista, quindi due colleghi che hanno corso ad andatura sostenuta, tirandosi dietro il neo primatista, per una parte della gara e poi con l'aiuto della cosiddetta lepre luminosa, ovvero un sistema a led posizionato sul cordolo della pista che ha fatto sapere in ogni momento all'ugandese, una volta che era rimasto da solo a correre contro il tempo, la sua distanza (o il vantaggio) dal record del mondo.

Lanciato dall'ottimo lavoro dei pacemaker, l'australiano Ramsden e poi il keniano Kimeli, Cheptegei diventa così l'ottavo atleta nella storia dell'atletica a centrare nella stessa stagione sia il primato mondiale dei 5.000 che quello dei 10.000, eguagliando nomi leggendari del passato remoto e più recente quali Paavo Nurmi, Emil Zatopek, Ron Clarke, Lasse Viren, Henry Rono, Haile Gebrselassie e Kenenisa Bekele. Dato ancor più singolare, Cheptegei ha disputato soltanto tre gare nel 2020, centrando altrettanti primati del mondo. Oltre ai due in pista, il 12:51 sui 5 km su strada in febbraio ancora a Montecarlo.

A questo va aggiunto il fatto che anche lui aveva ai piedi le scarpe speciali prodotte da Nike che migliorerebbero le prestazioni, come succedeva nel nuoto con i 'costumoni'. E il dibattito sul 'doping tecnologico' riparte.

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