Al completamento della prestigiosa collezione manca ora solo il Mount Vinson nell'Antartide
di Stefano Gatti© Ufficio Stampa Andrea Lanfri
La collezione dei quattordici ottomila della Terra? Sì certo, ancora oggi un grande exploit personale per chi la mette in bacheca, una performance alla portata di pochissimi, che oltretutto richiede grande disponibilità economica ma… vuoi mettere le Seven Summits, il "filotto" delle montagne più alte di ogni continente del pianeta Terra? Non è sempre e non è solo alpinismo in senso stretto naturalmente:qualcosa di diverso e unico nel suo genere invece. Andrea Lanfri ci sta provando ed è a buon punto, avendo appena aggiunto (un paio di giorni dopo Ferragosto) la sesta perla alla sua particolarissima ed esclusiva collana. Il trentottenne alpinista ed ex atleta paralimpico ha raggiunto la vetta del Monte Elbrus (metri 5642, nel Caucaso), piantando la sua piccozza sulla cima della sesta delle Seven Summits del suo ambizioso progetto denominato My7Summits.
© Ufficio Stampa Andrea Lanfri
La salita si è svolta dal versante sud in condizioni favorevoli e senza difficoltà alpinistiche significative, come lo stesso ha dichiarato appena ridisceso dalla montagna:
“È stata una salita facile a livello pratico, gli allenamenti di corsa e le gare che sto facendo mi fanno viaggiare sui cinquecento metri orari di dislivello anche a cinquemila metri di quota senza grandi problemi. La praticità dei rifugi ha indubbiamente aiutato. Le sensazioni sono state ottime fin dal primo giorno! Non è una salita difficile, se dovessi paragonarlo direi che è simile al Breithorn del Cervino ma senza crepacci e molto più grosso…! Da lontano non mi metteva paura, pensavo che sarebbe stato divertente correrci!".
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Ancora una volta Andrea ha dimostrato come determinazione, preparazione e forza di volontà possano trasformare una sfida complessa in un nuovo traguardo, rappresentato in questo caso dal raggiungimento della sua sesta cima del progetto Seven Summits, secondo una classificazione (ricca di controversie) che a volte include due montagne per l’Europa e l’Oceania e divide in due le Americhe. Al di là di queste “complicazioni” di natura geopolitica, quello che Lanfri lancia puntualmente dalle vette della Terra è un messaggio di forza e ispirazione per chiunque si trovi ad affrontare difficoltà personali, così come è stato per lo stesso Andrea che proprio dieci anni fa è sopravvissuto a una meningite con sepsi meningococcica che gli ha portato via entrambe le gambe e sette dita delle mani, lasciando il suo corpo pieno di cicatrici. Alla collezione di Lanfri manca ora solo il Mount Vinson in Antartide: una sfida tra le più affascinanti e logisticamente impegnative, considerata la sua remotissima collocazione geografica.
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La prima vetta del progetto del progetto My7Summits di Lanfri è stata “logicamente” il Monte Bianco (metri 4810), scalato il primo giorno di agosto 2020, che ha segnato l’inizio concreto del suo percorso verso la realizzazione del suo sogno. Due anni più tardi Andrea ha praticamente raddoppiato, con il successo più significativo: l'Everest (metri 8848), raggiunto il 13 maggio 2022, diventando il primo uomo con protesi bilaterali alle gambe a salire la massima elevazione del pianeta Terra. Sempre nel 2022, pochi mesi dopo l’Everest, Andrea ha raggiunto anche la vetta del Kilimanjaro (metri 5895), missione compiuta il 22 agosto. Il cammino è proseguito in Sud America, dove il 21 gennaio 2023 Lanfri ha scalato l’Aconcagua (metri 6962), la montagna più alta del Sud America. Nello stesso anno (il 16 dicembre 2023) il “nostro” ha timbrato la voce Oceania con la salita del modesto Monte Kosciuszko (metri 2228) in Australia, la cima più facile di tutta la collezione.
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Avendo scelto questa cima per l'Oceania Andrea si è così visto a dover aggiungere alle sue salite il Monte Elbrus, non essendo più valido il Monte Bianco ai fini del conteggio. Nel maggio 2024 è stata la volta del Denali (metri 6190), in Alaska, che con le sue condizioni estreme rappresenta - insieme al Vinson… prossimo venturo - una delle sfide più dure dell’intero progetto. Infine, nell’agosto 2025 (per la precisione domenica 17), è arrivata la salita della sesta vetta: il Monte Elbrus, con la quale Andrea ha chiuso definitivamente i conti per l’Europa, dove l’avventura era iniziata esattamente cinque anni fa. Per voltare pagina (e magari lanciarsi in un nuovo progetto) manca ora come anticipato solo l’ultimo “mattoncino” del Vinson (metri 4892) in Antartide.
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Andrea Lanfri (Lucca, 1986) è un alpinista, atleta paralimpico ed ex velocista della Nazionale Italiana di atletica. Nel 2015, a seguito di una meningite fulminante con sepsi meningococcica, ha subito l’amputazione di entrambe le gambe e di sette dita delle mani. Nonostante questo, ha trasformato la sua storia in un esempio di resilienza e rinascita, dedicandosi prima all’atletica leggera, conquistando titoli e medaglie internazionali, e poi alla montagna, la sua grande passione. Nel 2022 è diventato il primo uomo con protesi bilaterali alle gambe a salire l'Everest, un’impresa che ha avuto risonanza mondiale. Parallelamente ha avviato il progetto “My7Summits”, con l’obiettivo di scalare le sette vette più alte di ogni continente: a oggi ne ha raggiunte sei, mancando solo il Monte Vinson in Antartide. Oltre all’attività sportiva, Andrea si dedica a progetti di divulgazione e sensibilizzazione, soprattutto tra i giovani, promuovendo i valori dello sport, della prevenzione e dell’inclusione. Con i suoi libri e incontri nelle scuole, porta una testimonianza diretta di come sia possibile superare i propri limiti e trasformare le difficoltà in nuove opportunità. Nel corso del 2025 (è terminato proprio in prossimità della partenza per l’Elbrus, Lanfri) si è dedicato anche al suo Italy Tour, una avventura “domestica” lunga quattro mesi (da aprile a luglio) che l’ha portato a toccare i punti più elevati di ogni singola regione del nostro Paese, con la missione di diffondere i valori dello sport, dell’inclusione e della prevenzione sanitaria.
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